BORGO SAN DALMAZZO - Nowo Postojalowka, Bergesio (Lega): “La memoria deve spingerci a lavorare per la pace”

A Borgo San Dalmazzo il senatore ha partecipato alla commemorazione della battaglia che ottantuno anni fa vide il sacrificio della Divisione Cuneense

Redazione 07/01/2024 16:55

Oggi si ricorda la battaglia di Nowo Postojalowka, tragedia che 81 anni fa ha segnato profondamente la storia del nostro Paese e della nostra terra, e che vide il sacrificio di migliaia di alpini della Divisione Cuneense: oltre 13.000 ragazzi partiti dal Cuneese che non fecero mai ritorno alle loro case e alle loro famiglie.
 
Intervenendo stamani a Borgo San Dalmazzo, nelle celebrazioni in ricordo della battaglia, il senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega) ha sottolineato come questa commemorazione “ci ricorda i drammi causati dalla guerra e l’importanza di impegnarci per la pace”. “Sempre oggi - ha ricordato Bergesio - le città di Busca e Costigliole Saluzzo a loro volta ricordano uno degli atti più sanguinosi perpetrati dai nazifascisti, l’eccidio di Ceretto, nel quale il 5 gennaio 1944 persero la vita 23 vittime civili e 4 partigiani”.
 
“Sono grato agli Alpini, - aggiunge Bergesio - sempre presenti al fianco delle nostre comunità, per lo spirito di solidarietà e di sacrificio e per la forza di rialzarsi sempre. Conservare e tramandare la memoria di quei tragici avvenimenti è fondamentale, perché che deve spronarci a lavorare affinché i conflitti oggi in corso, quello russo-ucraino e la guerra tra lo Stato di Israele e il territorio palestinese della striscia di Gaza, ma non solo, possano finalmente avere fine”.
 
“Davanti a noi - conclude - si prospetta un’occasione importante: il Governo italiano ha infatti la presidenza del G7, in occasione del quale auspico che l'Italia possa contribuire affinché il 2024 possa portare la risoluzione di questi sanguinosi conflitti che ci riportano alla mente i drammi che nel secolo scorso devastarono il nostro Paese. Come disse Papa Giovanni Paolo II: ‘Dove non c’è rispetto per i diritti umani, non ci può esser pace, perché ogni violazione della dignità personale favorisce il rancore e lo spirito di vendetta’”.

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