CUNEO - Nuove ombre sul progetto dello stadio di Cuneo (e non solo): la Res On Network ci chiede rettifiche, ma...

Oltre al professore del Politecnico di Torino Alberto Cina, le nuove affermazioni dell'istituto di ricerca vengono messe in dubbio da Ruggero Vaia, fisico del CNR di Firenze. Inoltre...

Samuele Mattio 16/01/2019 17:28

Lunedì 14 gennaio la nostra testata online ha pubblicato un’intervista all’ingegner Alberto Cina, docente universitario presso il Politecnico di Torino, il quale, dall’alto della sua autorevolezza ha messo in dubbio alcune delle affermazioni emerse durante la triplice commissione di mercoledì scorso, svoltasi presso il Comune di Cuneo, dove Marco Santarelli, direttore scientifico di Res On Network, e l’ingegner Giuseppe Romagnoli, hanno presentato il loro progetto, o meglio la loro ‘suggestione’ per il nuovo stadio di Cuneo. Cina aveva concluso che alcuni dei passaggi del progetto fossero addirittura “in contrasto con le leggi fondamentali della termodinamica”.
 
Nel pomeriggio di ieri, martedì 15, abbiamo ricevuto una 'richiesta di rettifica' da parte dell’istituto di ricerca abruzzese che ci ha contestato ben sette punti dell’articolo. I nuovi contenuti ci danno molti spunti per parlare della questione e approfondirla ulteriormente. Per avere una migliore comprensione di questo testo consigliamo la lettura del precedente. QUI il link.

Intanto ci compiaciamo del fatto che un istituto di ricerca attivo in così tanti settori abbia, in poche ore, trovato il tempo per commentare punto su punto un articolo del nostro quotidiano online locale. 

Teramo o Pineto?

Nel nostro articolo avevamo riportato 'La Res On Network di Teramo'. Scrivono dall’ufficio stampa: “La ReS On Network ha titolarità a Londra, non c’entra nulla Teramo e la spin off, commerciale, ha sede a Pineto”. Da visura camerale effettuata venerdì 11 gennaio risulta che la Res On Network abbia sede legale a Pineto e non in terra d’Albione. Quella che, apprendiamo sul web, essere un’apprezzata stazione balneare del Medio Adriatico, crediamo non sia molto frequentata dalla maggioranza dei cuneesi. All’ombra della Bisalta tutti conoscono Pietra Ligure e Diano Marina, mentre abbiamo qualche dubbio sulla notorietà di un paese di circa 15 mila abitanti che si trova a oltre 700 chilometri di distanza, proprio in provincia di Teramo, città certamente più conosciuta anche in provincia di Cuneo.


Chi ha avuto la fregola di costruire il nuovo stadio?
 
In merito alla serata e alla contestazione di non aver esplicato i punti fondamentali del progetto, la società di Teramo (o Pineto) sostiene che “Non avendo ancora chiara l’area (non dipendente da noi) tutte le opere accessorie non hanno ad oggi ancora nessuna collocazione”. Verrebbe da chiedere ai rappresentanti della Res On Network che cosa sono andati a fare in Commissione se non avevano chiara l’area su cui costruire. Prima di fare uno studio non sarebbe stato bene chiedere in Comune?  Va ricordato che, fino a prova contraria, non è da Palazzo Civico che viene la fregola del nuovo stadio. In ogni caso presumiamo che prima di prendere decisioni il Comune pubblichi l’avviso per raccogliere le possibili manifestazioni d’interesse. 


Un chiarimento 'dirimente'

In merito alla nostra contestazione sui posti a sedere dello stadio la replica è stata: “I posti a sedere per l’attuale categoria sono 5 mila. Possono diventare 6-8 mila perché lo stadio è stato concepito come modulabile con pannelli sfilabili”. Un chiarimento 'dirimente'. Di certo nei giorni precedenti alla presentazione pubblica c'è stata poca chiarezza.


Ipotizzate ventimila presenze in un anno. Allora perché...
 
Quando è stato esposto il progetto, nella sera declamata, si è parlato di ventimila presenze e non posti, ovvero presenze ipotizzate nell’arco di un anno su tutto il comprensorio compreso stadio e giardini”. Ventimila presenze in un anno? Ipotizziamo che in dodici mesi vengano giocate, dato realistico, una ventina di partite ufficiali. Con la stima di Res On Network, lo stadio manterrebbe una media di mille persone a partita (più del doppio di quella attuale, ma 1/5 della capienza prevista). Perché costruire uno stadio che si ritiene sarà sempre semivuoto?
 
Era stata richiesta una presentazione precisa di Santarelli e dell’istituto. Quindi abbiamo risposto alla città e ne siamo contenti”. Non proprio. Le informazioni fornite da Santarelli sono state piuttosto vaghe e non suffragate da documenti ufficiali. Quanti dipendenti ha la Res On Network?  Quale esperienza ha nella presentazione di progetti analoghi? Questa volta chiediamo a Santarelli di fornire prove concrete e non articoli di giornali redatti da colleghi che probabilmente (non ci permettiamo di mettere in discussione il lavoro di altri) sono stati poco attenti a verificare.
 
 
L'articolo “Metodo scientifico questo sconosciuto”
 
È poco corretto riportare il solo articolo negativo uscito in merito a titolo esemplificativo. In rete c’è solo quell’articolo negativo e tanti contenuti dedicati e molto positivi”. Vero. La Res On Network gode di buona visibilità su molti media a livello nazionale, ma solitamente chi parla dei progetti dell'Istituto lo fa senza contraddittorio e senza approfondire. L'articolo condiviso dalla nostra testata è sì uno dei pochi pareri negativi, forse perché il giornalista ha verificato con degli esperti del settore.
 
Inoltre vogliamo sottolineare che l’articolo riportato è oggetto di impugnatura (impugnazione n.d.r.) legale perché contiene informazioni false e abilmente costruite”. Abbiamo contattato Alessandro Codegoni, vale a dire il giornalista scientifico che si è occupato della ricerca. Queste le sue parole: “In seguito ad una prima comunicazione non abbiamo più ricevuto nessuna nuova da loro”. Era il mese di aprile dell'anno scorso.


Una domanda ripetuta come un mantra: 'Quali sono?'
 
Ad oggi ReS On Network vanta certificazioni ISO 9001, 14001 e 18001 ricadenti tutti in qualità, ambiente e sicurezza”. Abbiamo cercato sul sito di Res on Network, ma non abbiamo trovato traccia di tali attestazioni, ce le possono fornire?
 
ReS On Network ha all’attivo circa 10 centrali idroelettriche”. Quali sono? E cosa intende per 'avere all'attivo'?
 
“Res On Network è partner societaria di importanti enti nazionali, co-organizzatrice di convegni e eventi scientifici internazionali e tanto altro. Vanta inoltre accordi con enti internazionali di ricerca”. Quali sono?
 
“Per lo stadio ha nella sua “pancia” ditte di assoluto spessore per opere civili e altro”. Quali sono?


Roba per ingegneri o... per chi deve preparare l'esame di Fisica1
 
Per quanto riguarda i tecnicismi Res On Network replica: Bisogna chiarire alcuni aspetti. L’impianto di produzione è composto da un circuito chiuso, condotta chiusa, a cui sono collegate delle turbine. Tale circuito, da realizzare, presenta un dislivello tra il punto più alto ed il punto più basso di 10 m, quindi dislivello artificiale, non naturale. All’interno di tale circuito è presente dell’acqua, che nel tratto discendente, tramite turbine, produce energia, mentre nel tratto ascendente risale, dal punto più basso al punto più alto, tramite una vite di Archimede, o pompa di risalita alimentata da un impianto fotovoltaico. L’acqua per riempire il circuito può essere spillata, tramite una condotta forzata dal fiume Stura. Tale condotta è momentanea fino al riempimento del circuito chiuso. Lo spillamento dal fiume è una frazione della portata nominale, con 1/10 di tale portata sono necessarie 70 ore di esercizio, che non necessariamente devono essere continuative, ma spalmate nell’arco della realizzazione delle opere in 4/5 anni, per intenderci, con il tempo necessario per le opere, lo spillamento potrebbe essere anche di 1/20 della portata del fiume Stura. Fissati questi concetti e definita la potenza necessaria in termini di kWe ed il salto utile, risultano definite la portata necessaria per la generazione dell’energia e di conseguenza la quantità di acqua per riempire il circuito chiuso. Tutto questo è ancora in fase preliminare in quanto risulta necessario, innanzitutto, determinare il sito dell’intervento e realizzare indagini idrogeologiche necessarie per la realizzazione di tali opere. Se il professor Cina volesse contattarci per dare il suo contributo per la migliore riuscita del progetto saremmo felici di confrontarci con lui”.
 
Lasciamo al professor Alberto Cina la scelta. Per il momento noi lo abbiamo nuovamente disturbato per chiedergli un parere sulle nuove affermazioni della Res On Network. Come di consueto il docente è stato molto puntuale e sintetico nella sua esposizione, rendendo chiari i concetti anche ai nostri redattori: “Si configura una centrale atipica, che invece di produrre energia la consuma (fotovoltaico per l’innalzamento dell’acqua per poi farla ricadere sulle turbine) – spiega -. Il bilancio energetico non potrà mai essere positivo ed è proprio qui il paradosso di questa proposta. Tanto varrebbe usare l’energia fotovoltaica senza movimentare l’acqua. È un principio fondamentale (conservazione dell’energia o primo principio della termodinamica) che si impara nel corso di Fisica1 al primo anno di Ingegneria”.

Una replica che non lascia molti spazi di manovra, anche perché ricordiamo che l'ingegner Cina è professore associato al Politecnico di Torino. Per essere il più completi possibile abbiamo chiesto un parere sulle affermazioni inviateci anche a Ruggero Vaia, fisico e ricercatore del CNR di Firenze, che già in passato si è occupato della Res On Network: “Secondo quanto affermato l'acqua verrebbe alzata per poter usare la turbina. E come? Con l'energia elettrica da pannelli fotovoltaici! Elettricità consumata per innalzare l'acqua e poi farla cadere sulla turbina e generare di nuovo elettricità, ma in quantità assai minore per i principi primo e secondo della termodinamica. Ma se si dispone già di energia elettrica (fotovoltaica) tutti i macchinari (pompa, turbine,...) sarebbero costosi inutili orpelli, come una fontana decorativa: servirebbero solo per consumare tale energia restituendone una frazione. In ogni caso tutto procederebbe dal fotovoltaico. Un'ipotesi è che il fine sia 'stoccare' energia pompando l'acqua in alto per poi riutilizzarla alla bisogna mediante le turbine.

La portata media del fiume Stura di Demonte è 36 mc/s, quindi prelevandone un decimo per 70 ore si accumulano (3,6 mc) x (3600 s/h) x 70 h = 900mila metri cubi d'acqua (l'equivalente di 1400 piscine da 25 metri, oppure un lago profondo 3 metri e diametro 620 metri). I quali dovrebbero servire per "riempire il circuito". Sembra una quantità esagerata: se l'acqua viene ricircolata sollevandola con la vite di Archimede spinta dal motore elettrico alimentato dal fotovoltaico, a cosa servirebbe così tanta acqua? A meno, appunto, di non avere un  grosso bacino da riempire.”.

Insomma, non sono solamente i consiglieri comunali di Cuneo ad avere 'dubbi' sul progetto presentato dalla Res On Network in commissione, ma fior di esperti del settore. Intanto pare evidente che prima di procedere con il dialogo con l'Istituto di Ricerca di Teramo, o di Pineto che dir si voglia, il Comune di Cuneo dovrà richiedere una serie di documenti e certificazioni. In ogni caso saremo lieti di pubblicare, se arriveranno, le risposte (suffragate da documenti ufficiali) alle domande emerse in questo articolo.

 
QUI la replica completa della Res on Network all'articolo: 'Il progetto del nuovo stadio di Cuneo? 'In contrasto con i principi della termodinamica'.

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