CUNEO - Nuvolari ha la porta sempre chiusa, la prima estate di Cuneo senza il suo Carroponte

È stato punto di riferimento per molti giovani della Granda. Venticinque anni tra concerti, tira e molla con gli enti locali e polemiche per il rumore

Samuele Mattio 16/08/2019 17:58

Le ragnatele e l’erba che cresce tra i cubetti di porfido tradiscono i mesi di abbandono. Quello che per tante estati è stato dei luoghi più frequentati dai cuneesi, uno dei pochi in cui anche nelle serate d’estate “si trovava sempre gente” è oggi lasciato all’abbandono fino a data da destinarsi. Il fermento della preparazione dei concerti, il viavai di musicisti, fonici e baristi che faceva da preludio all’apertura ha lasciato posto a un silenzio rotto solamente dai colpi di racchetta provenienti dal vicino Tennis Park: quella del 2019 è la prima estate di Cuneo senza Nuvolari, il Carroponte al bagnet vert. Un'assenza che si fa sentire.

Per venticinque anni il ‘Nuvolari Libera Tribù’ è stato un punto di riferimento per molti giovani di Cuneo e provincia. A inizio anni 90’ gli spazi del parco della Gioventù, che prima furono un’area attrezzata per il tiro a volo, si trasformarono in un ‘centro incontri’ alternativo che faceva seguito all’esperienza dell’omonimo circolo culturale aperto da Alberto Castoldi in piazza Virginio nel 1988.  

Nel 1994 la stagione del ‘Nuvo’ partì con in programma lo spettacolo di un’allora ventinovenne Luciana Littizzetto e con la proiezione delle partite dei Mondiali di Usa 94 sul maxischermo, quelli che l’Italia perse in finale contro il Brasile. Fu la prima volta che la Coppa del Mondo si decise al dischetto. In molti ricorderanno la beffa del destino: a sbagliare il rigore decisivo fu Roberto Baggio, il giocatore più amato e rappresentativo del calcio italiano. Se il sogno degli azzurri si schiantò contro la traversa del Rose Bowl di Pasadena, il Nuvolari proseguì la sua attività per quasi tre decenni.

Tanti i grandi nomi della musica italiana che sono passati per via Parco della Gioventù o per altri luoghi della città grazie all’organizzazione della oramai fallita Zabum Uno: Patty Smith, Manu Chao, J-Ax, Daniele Silvestri, Caparezza, Edoardo Bennato, Afterhours, Bandabardò,  Marlene Kuntz, PFM, Subsonica, Giuliano Palma & The Bluebeaters, C.S.I., Piotta, Gem boy, Pino Scotto, Club Dogo, Salmo, Gemitaiz, Fedez, Emis Killa, Dente, Brunori S.a.s., Punkeras, Modena City Ramblers, Verdena, Nobraino, il chitarrista dei Doors Robby Krieger e chi più ne ha più ne metta.

Certamente nell’elenco appena stilato mancherà qualche ‘big’, prova di quanto il locale abbia significato per la scena musicale in città. Negli anni sono stati moltissimi i ‘tira e molla’ con gli enti del territorio, rei di dare poco sostegno economico all’iniziativa. Tante anche le polemiche legate al volume della musica ritenuto, da alcuni residenti del Lungogesso e di Borgo San Giuseppe, eccessivo.

Lo sforamento dei decibel del ‘Nuvo’, vero o presunto, era oramai diventato un sistematico tormentone estivo al pari dell’opportunità di allestire in piazza D’Armi una festa tipicamente bavarese come l’Oktoberfest o allo svolgersi o meno della prossima edizione dell’Illuminata.

La convenzione in atto con la Zabum Uno (fallita lo scorso dicembre), che gestiva l’area, scadrà solo il 30 settembre 2020. Stando a quanto emerso nell’ultimo Consiglio comunale in cui si è discusso dell’argomento ciò bloccherebbe lo sviluppo di nuovi progetti per l’area. Intanto, come documentato dalle immagini, all’interno del sito la natura sta per riprendersi quel pezzo di città momentaneamente abbandonato.

“… Sbanda striscia è schiacciato lo raccolgono quasi spacciato - cantava il mai troppo compianto Lucio Dalla nella sua canzone dedicata al celebre pilota al quale era intitolato il locale. Poi però, nel testo del cantautore bolognese “Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro”. L’auspicio è che allo spazio del Parco della Gioventù tocchi la medesima sorte.

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