CUNEO - Ok alla “fusione” tra Bianchi-Virginio e Bonelli, ma la Provincia non scioglie tutti i nodi sui presidi

Solo la cuneese D’Ulisse si astiene, dopo il no dei consigli d’istituto. I dimensionamenti approvati sono tre: sugli altri due deciderà un commissario

Andrea Cascioli 21/10/2025 07:30

Servivano cinque dimensionamenti (ovvero gli accorpamenti tra le presidenze delle scuole), la Provincia ne ha approvati tre. Gli unici su cui si è trovato l’accordo, dopo un lavoro di tessitura che il consigliere delegato Roberto Baldi ha portato avanti per mesi insieme ai dirigenti interessati, ai sindacati e soprattutto ai sindaci. Da questi ultimi, pare di capire, sono arrivate le resistenze più forti. “Non siamo riusciti a completare l’opera” ammette Baldi, con una punta di amarezza: sul tavolo, alla fine, restano due proposte relative alle scuole del primo ciclo e una per le superiori. Ad Alba, venuta meno la possibilità di unire i licei Cocito e Govone, si è optato per l’accorpamento tra l’istituto comprensivo di Mussotto e Sinistra Tanaro e quello del Centro Storico: “Una soluzione di buon senso” commenta il sindaco e consigliere Alberto Gatto, ottenuta sfruttando “la mancata volontà di procedere in territori limitrofi alla città di Alba per strutturarci” (nell’Albese si era parlato di un’altra possibile intesa, tra Neive e Santo Stefano Belbo, poi abortita). Guarene e Monticello d’Alba, scorporati, andranno rispettivamente sotto gli istituti comprensivi di Canale e Santa Vittoria d’Alba. L’altra soluzione sul primo ciclo, nel Cuneese, riguarda Bernezzo e Cervasca, con quest’ultima che manterrebbe la sede della dirigenza e la segreteria. Da Cuneo città arriva intanto il via libera alla “fusione” tra il Bianchi-Virginio e il Bonelli. Una scelta dettata dai numeri, spiega il dirigente provinciale Fabrizio Freni: “Le due scuole hanno un andamento stabile o in leggero calo, rispetto ad altri istituti di Cuneo che vedono grandi incrementi ogni anno”. Il placet arriva da tutti i consiglieri meno uno, la cuneese Stefania D’Ulisse, che si astiene: “Questo accorpamento non mi convince più di tanto, - spiega - mentre sarebbe stato più semplice accorpare il Bianchi-Virginio con l’agraria che è già nello stesso edificio”. Anche i due consigli d’istituto si sono opposti, ma il loro parere - a differenza delle delibere comunali sulle scuole del primo ciclo - non è vincolante. La Provincia propone di mantenere la segreteria e la presidenza nella sede di ragioneria, ma su questo dovranno esprimersi con una delibera gli istituti. Restano fuori i quadranti del Saluzzese e del Monregalese. Nel primo era discussa l’unione tra Sanfront e Bagnolo Piemonte - di cui è sindaco lo stesso Baldi: Bagnolo aveva garantito che nulla sarebbe cambiato nella gestione della segreteria, ma l’altro comune non ha voluto saperne. A Revello è partita anche una raccolta firme contro il possibile dimensionamento con Envie, in realtà mai davvero preso in considerazione: “È il frutto di un’errata comunicazione che magari hanno fatto trapelare i sindaci sul territorio, per cercare di restare fuori dal dimensionamento” lamenta Baldi. Il punto è che, là dove non si è deciso nulla, a decidere sarà qualcun altro: “Partendo dal presupposto che nessuno era favorevole al dimensionamento, pensavamo fosse meglio raggiungere l’obiettivo come territorio che farcelo imporre dall’alto” sintetizza il consigliere delegato. Un pensiero condiviso pressoché da tutti i consiglieri e dallo stesso presidente Luca Robaldo, che si sofferma sul diniego opposto dai comuni della valle Tanaro, Ceva e Garessio in primis: “La mancata condivisione creerà difficoltà. È vero che ci sono 80 chilometri di distanza tra i vari comuni, ma è altrettanto vero che non ci sono abbastanza ragazzi”. La coperta è corta, tenuto conto che il ministero chiede di tarare gli istituti su una media di circa 950 alunni: “Nonostante quanto è stato messo in campo dalla Regione e dai comuni, con la possibilità di derogare al numero minimo di classi, da Roma arrivano queste richieste”. Anche da Torino c’è scarsa flessibilità, su cui Robaldo ironizza: “Gli uffici sottostanno a una burocrazia molto pervasiva della Regione Piemonte: sembra che dobbiamo decidere la pace tra Israele e Palestina”. “Non comprendo - aggiunge il presidente della Provincia - perché la Regione non autorizzi gli istituti onnicomprensivi: sono certamente difficili da gestire, ma sono dinamiche che potrebbero aiutare a mantenere i punti attuali”. Il piano della Provincia, in ogni caso, non è definitivo: l’ultima parola ce l’ha la Regione, che potrebbe anche non tenere conto delle preferenze del territorio. E che - soprattutto - dovrà decidere cosa fare con i due dimensionamenti ancora da approvare: “Saremo fortunati - osserva Robaldo - se verrà nominato commissario un amministratore regionale o un funzionario del provveditorato, quello che confido non avvenga è che sia nominato il presidente della Provincia. Non sarei all’altezza”.

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