Oltre 700 persone hanno animato le strade di Cuneo ieri, domenica 13 luglio, partecipando al Q+ Pride, una manifestazione colorata, musicale e profondamente politica, organizzata dal neonato Collettivo Q+. Partito da Piazza Torino, il corteo ha attraversato via Roma e Piazza Galimberti per culminare al Parco della Resistenza. La decisione di organizzare questo Pride è nata dalla volontà del Collettivo Q+, un gruppo di persone unitosi con l'obiettivo di mantenere viva la presenza e la voce del Pride a Cuneo, dopo che Arcigay aveva annunciato di non poter organizzare l'edizione 2025 per ragioni economiche e burocratiche. Il Collettivo Q+ ha così raccolto il testimone, dimostrando che la necessità di scendere in piazza per affermare la propria esistenza e resistenza è più forte che mai. Un Pride "dal basso, radicato e inclusivo" Il Collettivo Q+ ha sottolineato fin dall'inizio la natura politica del Pride, inteso non come una semplice vetrina, ma come un atto di lotta radicato nella storia della rivolta di Stonewall. Gli organizzatori hanno rimarcato come le esistenze delle persone LGBTQIA+ vengano "spesso strumentalizzate, silenziate, represse o marginalizzate", ribadendo la necessità di "riaffermare che ci siamo, esistiamo e non smetteremo di lottare per i nostri diritti che rientrano nell'universalità dei diritti umani". Il corteo è stato attraversato da una molteplicità di voci e tematiche. Si è parlato della condanna del genocidio a Gaza e della denuncia delle politiche di "Rainbow-Washing" istituzionali, così come dell'importanza di mantenere alta l'attenzione sulle crisi umanitarie dimenticate e sulla situazione delle persone LGBTQIA+ in contesti di rifugio. Il Pride ha rappresentato anche un momento per esprimere la netta opposizione al decreto sicurezza del governo Meloni, considerato uno strumento di criminalizzazione del dissenso. Gli organizzatori hanno inoltre ribadito la necessità di denunciare gli attacchi alle persone trans e le difficoltà legate al percorso di affermazione in Italia. Infine, è stata sottolineata l'importanza di “affrontare temi come la gestazione per altri (GPA), le relazioni poliamorose, aromantiche e asessuali, riconoscendo la fragilità dei diritti acquisiti, spesso usati come strumenti di ricatto”. La partecipazione Nonostante la data estiva e le temperature elevate, la partecipazione è stata significativa, con un mix di giovani, famiglie, attivisti e simpatizzanti. La piazza è stata un crocevia di "corpi non conformi, desideri non addomesticati, storie che troppo spesso restano ai margini", come spiegato dagli organizzatori. Il Collettivo Q+ aveva infatti espresso il desiderio che la "gioia ma anche la rabbia e determinazione" servano da "voce, coraggio, appoggio a chiunque si senta una soggettività non conforme alle normative sociali". La consigliera regionale Giulia Marro, presente all'evento, ha espresso il suo ringraziamento al Collettivo Q+ e a tutti i partecipanti: “Grazie a chi ha sorriso, ballato, pianto e camminato insieme ieri, in un pomeriggio di festa e di lotta. I nostri corpi, diritti, paure e desideri hanno avuto voce. Sono profondamente orgogliosa della mia città e di chi ha costruito il Q Pride con passione e coraggio. Anche quest’anno Cuneo ha sentito il bisogno di esserci - prosegue la consigliera regionale - perché c’è ancora urgenza di far sentire chi viene spesso messo ai margini. Perché il Pride non è una vetrina, ma una piazza politica e viva, dove si intrecciano storie e battaglie per la libertà, contro le discriminazioni, per la pace e per l’autodeterminazione. Come cittadina e come consigliera regionale, credo che dignità, libertà e uguaglianza non siano concessioni, ma diritti da difendere ogni giorno, fianco a fianco”. La consigliera Marro ha poi sottolineato un momento particolarmente significativo al termine del corteo, sotto il monumento alla Resistenza: “A conclusione del Pride, sotto l'ombra del monumento alla Resistenza, c'è stato un momento importante, animato dall'APS MiCò: abbiamo riconosciuto le storie di chi fatica ad essere accettato, sicuro, riconosciuto nella sua dignità. Abbiamo guardato in faccia le paure e la rabbia, e la differenza tra chi abita un privilegio e chi no. A chi non rischiava di subire discriminazioni e violenze è stata data la responsabilità di agire". L'intervento di Giulia Marro si conclude con una riflessione sulla partecipazione delle autorità: "Sono contenta ci fosse qualche rappresentante delle istituzioni (l'assessora Sara Tomatis, il consigliere Sturlese), che hanno assistito alla manifestazione e a questa assunzione collettiva di responsabilità, che interroga anche chi ieri non poteva o non ha voluto esserci (tante e tanti, tra istituzioni e rappresentanti pubblici). Anche quando i riflettori non sono accesi, i diritti vanno difesi e sostenuti”. Il Q+ Pride di Cuneo ha ribadito con forza che "il Pride è e resta un momento di lotta", dimostrando che la comunità e i suoi alleati sono pronti a continuare a scendere in piazza per rivendicare diritti, visibilità e spazi di espressione. L’evento è stato autofinanziato anche tramite una campagna di crowdfunding.