CUNEO - Per affrontare la carenza il Governo introduce l'assistente infermiere: Nursing Up ricorre al Tar

Il segretario regionale del sindacato Claudio Delli Carri: "Affidare compiti delicati a personale non adeguatamente preparato rischia di danneggiare incolumità dei pazienti e qualità del servizio"

15/09/2025 09:14

La carenza di infermieri in Italia è ormai cronica: secondo gli standard europei nei mancano 175mila. Di fronte a questa emergenza, il Governo ha introdotto la figura dell’ “assistente infermiere”, personale privo di competenze universitarie. La scelta ha suscitato forti critiche: Nursing Up non ci sta e annuncia il ricorso al TAR con la prima udienza fissata per il 21 settembre. "Affidare compiti delicati a personale non adeguatamente preparato rischia di danneggiare l’incolumità dei pazienti e la qualità del servizio sanitario, senza offrire soluzioni reali alla carenza di infermieri", dichiara Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta. La crisi della formazione infermieristica è ormai evidente. Per l’anno accademico 2025-2026, a fronte di 20.699 posti disponibili in infermieristica, le domande non arrivano a 19mila. A confronto, nel 2010 erano oltre 46mila, oggi appena 21mila. La situazione nelle università del Nord appare ancora più critica. In Piemonte ci sono 1.176 posti per la laurea in Infermieristica, ma sono rimasti 190 posti vacanti, 67 in più rispetto all’anno accademico precedente. Secondo le statistiche nazionali circa il 20% degli ammessi non si presenterà al primo giorno e un ulteriore 30% abbandonerà durante i tre anni di corso. In sostanza, dei 20.699 posti disponibili in tutta Italia nel 2025, soltanto poco più di 10.300 studenti arriveranno alla laurea. "La figura dell’assistente infermiere rappresenta quindi una beffa al sistema sanitario, che mette in circolo lavoratori con meno competenze e non colmando il fabbisogno dei pazienti", prosegue Delli Carri. Con il ricorso al TAR, Nursing Up diventa il primo sindacato in Italia ad aver portato l’opposizione a questa figura direttamente nelle aule giudiziarie, dopo averla già denunciata in piazza, ai tavoli contrattuali e nelle sedi istituzionali. "Chiediamo a Governo e Regioni di ascoltare la voce dei professionisti sanitari: la salute non è terreno di esperimenti, ma un diritto da difendere È necessario investire nella formazione e nel reclutamento di professionisti qualificati, per garantire ai cittadini un’assistenza sicura ed efficace", conclude Delli Carri.

c.s.

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