Tra caccia e azioni di controllo sono 29.902 i cinghiali abbattuti in provincia di Cuneo, dal 2022 a oggi, nell’ambito dell’attività di contenimento della peste suina. Il Nucleo Faunistico Ambientale della Provincia, in particolare, è responsabile dell’eliminazione di 7.505 capi, circa un quarto del totale: nel 2025 siamo a 2.041 abbattimenti, con un trend superiore all’ottobre scorso, alla fine del quale si era arrivati 2.539. Nel 2023 i cinghiali uccisi erano stati 2.047, nel 2022 appena 878. Numeri in crescita nella nuova amministrazione, rivendica il presidente della Provincia Luca Robaldo, soprattutto per effetto dell’irrobustimento della polizia faunistica i cui componenti sono più che raddoppiati, arrivando alle attuali 28 unità. Un altro “primato” a livello provinciale è l’istituzione della cabina di regia, avviata a maggio 2023 e presa a modello da altre zone d’Italia: la Provincia di Piacenza ha studiato le misure messe in campo nella Granda, quella di Savona ne fa parte a tutti gli effetti. “Ribadisco anche in questo contesto l’importanza delle province” sottolinea Robaldo: “Non so quali altri enti potrebbero mettere in campo un coordinamento simile”. A squadernare i numeri è il dirigente del settore Supporto al territorio Alessandro Risso. In ambito provinciale, spiega, ci sono 5.875 cacciatori e oltre 4.300 sono stati formati sui principi di biosicurezza. Quelli iscritti al registro regionale per gli abbattimenti sono però solo 555: 278 partecipano attivamente al controllo, altro 150 hanno dato la disponibilità ad abbattere cinghiali in gabbia. La Granda vede al momento 5 comuni in zona II (zona di restrizione intermedia) e 26 comuni in zona I (aree ad alto rischio, limitrofe a zone infette), ma finora nessuna positività. A tenere al riparo dalla diffusione del contagio è soprattutto la sfasatura tra i territori più popolati dai cinghiali e il distretto suinicolo vero e proprio: “Nel distretto suinicolo - spiega Risso - vi è una bassa densità di cinghiali: poco meno di 2 cinghiali per chilometro quadrato nell’Ambito territoriale di caccia Cn1 e meno di cinque per l’Atc Cn2. L’alta densità si registra soprattutto nella zona di confine tra Astigiano e Cuneese, con 9-12 capi al chilometro quadrato. È lì che abbiamo concentrato gli abbattimenti nel tempo, per impedire a questi animali di scendere nelle pianure dove abbiamo gli allevamenti”. C’è comunque da precisare che “il cinghiale è il vettore più noto per la peste suina, ma il più problematico è l’uomo”. Un’osservazione condivisa in pieno dal commissario regionale per l’emergenza Psa, Giorgio Sapino: “Si è detto che molto spesso non sono i cinghiali a portare la malattia in stalla, io sono più tranchant: in stalla non la portano affatto. Il concetto che deve passare è che la biosicurezza è nella gestione interna: bastano piccolissime superficialità degli allevatori per vanificare tutto il lavoro fatto”. Si è lavorato anche su questo aspetto, precisa il dirigente dell’Asl Cn1 Luca Orlando: “Se nel 2023 gli allevamenti non conformi nei requisiti di biosicurezza erano al 32%, oggi sono intorno al 13. La provincia di Cuneo detiene il 70% del patrimonio suinicolo regionale e infatti i campionamenti sono molto elevati: ce ne sono stati 4.465 durante gli spostamenti, con un monitoraggio continuo in quasi 400 aziende”.