CUNEO - Piano di tutela delle acque, Bongioanni (FdI): “Passo avanti, ma si può fare ancora meglio”

Il presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia: “Bisogna tutelare le attività produttive e le biodiversità, contrastare l’inquinamento e tenere a mente l’uso turistico dell’acqua”

04/11/2021 13:55

Paolo Bongioanni, presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale del Piemonte, in occasione dell’approvazione del Piano di tutela delle acque ha preso la parola per suggerire alcuni spunti di riflessione e indicare le aree tematiche bisognose di attenzione. Innanzitutto, nel rammentare come si tratti di uno strumento indispensabile per garantire alla Regione un adeguato sviluppo e gestione di una delle risorse naturali più importanti, il consigliere ha sottolineato che è
essenziale che tale documento sia esaustivo e prenda in considerazione il discorso acqua a trecentosessanta gradi, dal suo uso a livello agricolo e industriale alla sua tutela dagli inquinamenti, per finire con la necessità di salvaguardia della biodiversità e il suo uso anche nell'ambito del turismo.
 
In prima battuta, spazio a una ricognizione territoriale: “La regione - ha spiegato Bongioanni - consta di circa 633 corpi idrici superficiali (torrenti, fiumi, laghi) e di 34 corpi idrici sotterranei (falde superficiali e falde profonde) ed è parte del bacino del Po. Per questo, un primo aspetto essenziale consiste nel fare in modo che si incrementino gli sforzi di politiche comuni di gestione e valorizzazione della risorsa acqua. Nel settore, invece, delle politiche a livello territoriale, servirebbe incentivare la creazione di sistemi condivisi della risorsa fluviale e lacuale e torrentizia con gli enti locali, sostenendo politiche come quelle dei contratti di fiume, che hanno visto un miglioramento della gestione di tale risorsa con condivisione di dati, politiche e azioni comuni tra enti locali diversi. In tal senso, è auspicabile che il lungimirante progetto della Regione, il numero 1748 del piano sui fondi comunitari 2021-2027, inerente al sostegno ai contratti di fiume e che prevederebbe fondi importanti, fino a circa 32 milioni di euro, diventi realtà e, nell'ambito della provincia di Cuneo, auspico che possano rientrarvi anche il fiume Stura di Demonte e il fiume Tanaro”.
 
In secondo luogo, Paolo Bongioanni ha rilevato come sia fondamentale anche pensare all'acqua e alle necessità di disporre di questa risorsa in quantità sufficienti per garantire l'approvvigionamento idrico per uso agricolo ed industriale: “Il vero problema sta nella dispersione idrica - ha osservato - , in quanto, se più di un terzo di questa risorsa viene dispersa perchè la rete fognaria è obsoleta o inadeguata o perchè non si ha una dotazione infrastrutturale come gli invasi, si rischia di fare i conti nel futuro con una decisa riduzione della disponibilità di acqua per uso agricolo e industriale. A tal proposito, auspico che il progetto dell’invaso di Serra degli Ulivi, che risolverebbe buona parte dei problemi di approvigionamento idrico del Monregalese, possa andare in porto”.
 
Per tutelare la qualità dell’acqua, invece, occorrerà ridurre l’inquinamento, sfruttando le risorse comunitarie con un potenziamento dei sistemi fognari e depurativi e con il miglioramento degli impianti di trattamento delle acque reflue, e preservare la biodiversità idrica, con un attività di contrasto alle specie invasive alloctone, come la nutria e il pesce siluro, e la salvaguardia di specie animali che potrebbero tornare a ripopolare i nostri fiumi, come il gambero di fiume (obiettivo in linea con le direttive comunitarie sulla biodiversità). Non vanno poi trascurate le specie vegetali che crescono sulle sponde fluviali e lacuali: serviranno “non solo dei piani regionali ad hoc, che prevedano interventi e contributi a favore dei Comuni per la rimozione dei tronchi d'albero e dei detriti negli alvei fluviali, ma anche leggi a livello nazionale più chiare e precise, che consentano un ampliamento degli interventi consentiti negli alvei, senza che questi ovviamente vadano ad essere eccessivamente impattanti a livello ambientale”.
 
Infine, non va dimenticato anche che l’acqua ha un uso potenziale persino da punto di vista del turismo, che può essere suddiviso in termale, sportivo (impianti natatori e sport acquatici) e lacuale. Sotto questo punto di vista, è necessario “sostenere a livello regionale la ricerca e la qualità delle acque termali e di cura, essendo gli impianti termali anche utili non solo a fini turistici, ma anche sanitari, come dimostrano molte cure delle malattie della pelle e le convenzioni che le Asl stipulano con gli impianti termali. Gli impianti natatori, dal canto loro, vanno salvaguardati, a maggior ragione dopo una pandemia che ha causato enormi perdite al comparto e il fortissimo aumento dei costi delle materie prime. Per ciò che concerne il turismo lacuale, sarà essenziale che la qualità delle acque dei nostri laghi si mantenga elevata e scevra da ogni inquinamento, in modo da consentirne la balneazione e la pratica degli sport acquatici, con politiche coordinate anche con le
altre regioni”.
 
Concludendo la propria riflessione, Bongioanni ha rilevato come sia significativo avere un Piano di tutela delle acque che sia moderno, efficiente e guardi alla risorsa acqua non tanto dal punto di vista ideologico, ma piuttosto da un punto di vista di moderato e attento pragmatismo, mediando tra le necessità del comparto agricolo e industriale, con un occhio rivolto alla salvaguardia della risorsa idrica in termini qualitativi, quantitativi e ambientali e a un futuro fatto di lotta alla dispersione idrica, costruzione di invasi sicuri e una qualità delle acque che consenta anche il ripopolamento di specie animali e vegetali autoctone locali, senza dimenticare l’attenzione a politiche condivise con gli enti locali e le altre regioni. “Se si saprà fare tutto questo, si avrà costruito una politica regionale sull'acqua di grande valore e lungimirante, che saprà fare fronte alle sfide del futuro e che non vedrà più casi come quello del rifugio Quintino Sella sul Monviso, che ha chiuso anticipatamente la stagione a causa di mancanza d’acqua”.

c.s.

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