CUNEO - Piazza Europa continua a far litigare. Le opposizioni: “Vogliono impedirci di discuterne”

In una nota firmata da quasi tutti i gruppi di minoranza si torna sulla bagarre dell’ultimo Consiglio comunale: “Abbiamo un consenso maggioritario su questo tema”

Redazione 15/09/2022 17:29

“Un’opera inutile e sempre più costosa che la maggioranza impedisce di discutere in Consiglio Comunale”: questo il giudizio dei gruppi consiliari di opposizione a Cuneo, a proposito dell’ormai annosa vicenda della riqualificazione di piazza Europa.
 
Per finanziare l’opera, secondo le ultime stime (cresciute a causa dei rincari di materie prime ed energie), servono 11,8 milioni di euro, di cui 3,3 finanziati dal Bando Periferie. I proventi previsti dalla vendita dei garage, a patto che il Comune riesca ad assegnarli tutti, è di 5,5 milioni di euro, mentre per la parte restante dovrà contrarre un mutuo da 3,5 milioni. Cifre che le opposizioni ritengono insostenibili, come hanno ribadito in un comunicato firmato dagli esponenti Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo MIA, Indipendenti Boselli Sindaco, Siamo Cuneo-Civallero Sindaco, Giorgia Meloni-Fratelli d'Italia e Beppe Lauria: “La vicenda va avanti ormai da 6 anni fra palesi distorsioni procedurali, non osservanza delle prescrizioni del bando ‘Periferie’, frequenti cambiamenti progettuali, ricorsi al TAR da parte dei cittadini, forte contrasto da parte delle opposizioni consiliari, sostenute da un consenso elettorale maggioritario su questo tema specifico”.
 
Lo scorso martedì 13 settembre si doveva appunto discutere un ordine del giorno, presentato dai gruppi di minoranza, volto a verificare la disponibilità della Giunta a portare in discussione in Commissione il progetto esecutivo. Il fine dichiarato era di raccogliere osservazioni ed esaminare modifiche progettuali che limitassero l’intervento alla riqualificazione del sagrato della piazza esclusivamente con finanziamenti statali, destinando le risorse comunali (tre milioni e mezzo) a misure di mobilità sostenibile, in particolare ai parcheggi di testata. “Ebbene, - osservano le opposizioni - la discussione è stata troncata con un éscamotage procedurale, escogitato dal capogruppo del PD, che pare essersi specializzato esclusivamente in queste azioni di interdizione, attraverso la messa in votazione di un emendamento che proponeva di portare la materia direttamente in Commissione (come già richiesto peraltro nell’OdG), senza lasciare spazio a un dibattito preliminare di tutto il Consiglio sulle finalità, sulle dimensioni e sui costi dell’intervento e con il verosimile obiettivo di evitare l’emergere di possibili posizioni più articolate all’interno della maggioranza nella discussione in aula e nella votazione finale”.
 
E tuttavia, continuano i consiglieri, “l’intervento a gamba tesa di Carmelo Noto, in lieve ritardo, non ha potuto evitare un precedente intervento del Consigliere di maggioranza Vincenzo Pellegrino, che ci comunicava la lievitazione della spesa per le opere relative al solo parcheggio (par di capire, esclusa la sistemazione del sagrato) da 8.798.477 a circa 11.800.000 euro, mentre le risorse sarebbero ricavate per 3,3 milioni dal Bando ministeriale, 5 milioni dalla vendita dei box e 3,5 milioni dal mutuo acceso dal Comune (con cancellazione dei proventi risultanti dalla già prevista alienazione della Cascina Leonotta)”.
 
“È evidente - concludono gli esponenti dei gruppi anti-Manassero - come un impegno di questa portata economica per un’opera giudicata dalla maggioranza dei cittadini superflua e anzi dannosa per i danni da inquinamento dell’aria, determinati dalle emissioni di CO2 da parte dei numerosi veicoli attratti da tale postazione di sosta, non può che rafforzare la contrarietà nostra e dell’opinione pubblica. Contro questa decisione, che osiamo definire scandalosa nel momento in cui la crisi energetica, sanitaria, sociale, ambientale ed economica colpisce larghi strati di popolazione. Noi continueremo la nostra mobilitazione, coinvolgendo associazioni professionali, sociali e ambientaliste nella condanna di questo spreco di risorse in buona parte pubbliche e nella rivendicazione di misure indispensabili per le categorie più sofferenti”.

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