CUNEO - Presunte torture al Cerialdo, i Radicali contro Bergesio: "Ingerenze pittoresche"

Il senatore della Lega ha espresso solidarietà agli agenti coinvolti. Igor Boni e Filippo Blengino, presidente nazionale e segretario provinciale del movimento: "Entri con noi in carcere a toccare con mano"

Redazione 12/10/2023 12:56

Certa destra proprio non ce la fa a comprendere cos'è lo stato di diritto. Ai tempi del caso Cucchi c’era chi aprioristicamente difendeva i suoi assassini. L’uscita pubblica del Senatore della Lega Giorgio Bergesio, sulle vicende del Carcere di Cuneo, ricalca perfettamente quelle posizioni”. Così in una nota Igor Boni e Filippo Blengino, rispettivamente Presidente nazionale di Radicali Italiani e Segretario di Radicali Cuneo “G. Donadei”. Il riferimento è a quanto pubblicato sui suoi profili social dal senatore cuneese della Lega, che ha commentato così l’indagine per il presunto reato di tortura avviata nei confronti di 23 agenti della Polizia Penitenziaria del carcere del “Cerialdo”: “Esprimo la mia solidarietà agli agenti coinvolti in questa indagine. Il Corpo di polizia penitenziaria è composto da 36 mila donne e uomini di straordinaria professionalità che, nonostante le complesse e delicate condizioni di lavoro, fanno ogni giorno il massimo per garantire la sicurezza delle carceri del nostro Paese”.
 
Da garantisti - replicano Boni e Blengino - vogliamo ribadire che tutti gli agenti per noi sono innocenti fino a prova contraria. La presunzione di innocenza vale ovviamente anche per ciascuno di loro. Ma difendere aprioristicamente l’operato di agenti indagati senza avere elementi, come ha fatto Bergesio, è inaccettabile e sporca anzitutto l’onore del personale della Polizia penitenziaria che fa il suo dovere. Dichiarazioni che arrivano dallo stesso Bergesio, che in questi anni più volte ha espresso condanne preventive nei confronti di supposte aggressioni compiute dai detenuti. Due pesi e due misure in totale distacco dal diritto e dal ruolo che ricopre. Noi difenderemo sempre lo Stato di diritto e il garantismo contenuto nella nostra carta costituzionale. Riteniamo al contempo che sia stato giusto inserire il reato di tortura e che tutte le persone che subiscono violazioni di ogni natura, indipendentemente dal fatto che siano detenuti o agenti, vedano riconosciuti e salvaguardati i propri diritti. Ora si lasci spazio alla magistratura affinché si faccia chiarezza, senza ingerenze pittoresche. Invitiamo Bergesio a entrare con noi in carcere per toccare con mano la situazione invece di questa inaccettabile difesa a prescindere degli inquisiti”.

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