CUNEO - Pronto a giorni lo studio di prefattibilità sul nuovo ospedale di Cuneo

L’analisi indicherà il sito del Carle. Intanto la richiesta di Sturlese di avere una copia dei primi risultati del lavoro svolto dagli architetti non è stata considerata

Samuele Mattio 24/11/2020 10:18

 
 
Sarà pronto a giorni lo studio di prefattibilità sul nuovo ospedale di Cuneo. Ieri sera, martedì 24 novembre, un’interpellanza del consigliere di minoranza Ugo Sturlese ha riportato l’attenzione sul tema. Il leader della sinistra ha chiesto di avere una copia dei primi risultati del lavoro svolto dagli architetti Benedetto Camerana, Luigi Colombo e Elena Airaldi, già autori di uno studio sul nuovo ospedale di Cuneo commissionato nel 2008. La richiesta è stata ‘snobbata’.
 
Il primi passi del nuovo studio che prende in considerazione le ipotesi Carle a Confreria e un ampliamento del Santa Croce, sono stati presentati pubblicamente a metà ottobre alla Commissione speciale per l’ospedale. Come già ribadito dal nostro quotidiano online l’ipotesi Carle è quella accreditata da più parti, ma le resistenze di una parte della maggioranza hanno consigliato al sindaco Federico Borgna un percorso più prudente.
 
Come detto, nonostante il documento fosse già stato presentato al pubblico, la richiesta fatta da Sturlese non ha trovato considerazione. A rispondere è stato il presidente della Commissione Speciale per l’ospedale Luca Pellegrino: “Il problema è che lo studio non è nostro - ha detto il consigliere di Centro per Cuneo -, pur essendo stato presentato in una commissione non possiamo distribuirlo liberamente come se fosse un documento di nostra proprietà”. Pellegrino ha però asserito di ‘averci provato’: “Abbiamo inviato una richiesta sia al direttore generale dell’ospedale (Corrado Bedogni n.d.r.) che al presidente della Fondazione dell’Ospedale (Fulvio Moirano n.d.r.), l’ente che ha commissionato lo studio, ma ad oggi non c’è ancora arrivata nessuna risposta”. A confermare la versione del consigliere di maggioranza è stato il presidente del Consiglio comunale Alessandro Spedale: “Abbiamo fatto un sollecito al presidente della Fondazione per ottenere il progetto di metà mandato, non appena arriverà sarà mia cura far avere questo tipo di documentazione, poi completata con lo studio definitivo”.
 
La risposta non ha soddisfatto il proponente: “Le cose non vanno bene - ha attaccato Sturlese -. Non siamo passanti che hanno ascoltato una dotta conferenza, eravamo stati sollecitati a dare contributi in corso d’opera, ma arriveremo ad avere la presentazione dell’elaborato finale quando nessuno ha potuto intervenire nel merito”.
 
Durante la presentazione erano state espresse opinioni che si sbilanciavano verso una delle due ipotesi (il Carle n.d.r.) - ha concluso il consigliere di minoranza -. Un percorso che fuoriesce dalla correttezza dell’impostazione che avevamo seguito, che finora aveva raggiunto conclusioni unitarie”.
 
Domandare è lecito, rispondere è cortesia, ma se a domandare è chi amministra la cosa pubblica il proverbio da seguire dovrebbe essere un altro. Cambiando prospettiva c’è da dire che, almeno a quanto dichiarato dai professionisti nell’ultima occasione utile, nel giro di pochi giorni dovrebbe essere pronta l’analisi definitiva, superando di fatto la tappa intermedia. Non è un mistero che lo studio indicherà, almeno stando ai dati, il sito del Carle, dove si stima una superficie occupabile di 140mila metri quadrati, più di tre volte quella ricavabile nell’area del Santa Croce (circa 39mila), che inoltre presenta l’oggettiva impossibilità di proseguire l’attività ospedaliera con i cantieri in funzione. 

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