BORGO SAN DALMAZZO - "Quali interessi tutela questo accordo? Non riteniamo quelli dei cittadini di Borgo San Dalmazzo"

Un duro comunicato firmato dall'ex vicesindaco Roberta Robbione e dalla consigliera Clelia Imberti, oggi in maggioranza, contro l'accordo firmato dal Comune per un nuovo parco fotovoltaico

La firma dell'accordo giovedì 24 marzo

Andrea Dalmasso 01/04/2022 08:34

Nella seduta del Consiglio Comunale di Borgo San Dalmazzo dello scorso 23 marzo tra gli ordini del giorno c’era l’approvazione di un accordo programmatico tra il Comune di Borgo San Dalmazzo e la società Italgen spa per la realizzazione di un parco fotovoltaico nell’area boschiva confinante con quella dell’ex sito Italcementi. Dopo un acceso dibattito, l’accordo è stato approvato con i voti contrari degli ex assessori Mauro Fantino e Roberta Robbione. Quest’ultima, che si candiderà a sindaco alle prossime amministrative, ha diffuso ieri una nota sul tema, rivolgendo all'amministrazione una serie di interrogativi. Il comunicato porta anche la firma di Clelia Imberti, oggi consigliera della maggioranza (assente durante l’ultima seduta), ma che alle prossime elezioni sarà in lista con Robbione.
 
Si legge nella nota: “Premettiamo che siamo assolutamente favorevoli all’installazione di impianti fotovoltaici e a tutto quanto vada nella direzione di promuovere le energie rinnovabili, la tutela dell’ambiente e del consumatore finale ma, come è già stato evidenziato con forza durante la seduta del Consiglio Comunale, non ci convincono affatto i termini dell’accordo sottoscritto velocemente già il mattino dopo la seduta stessa”.
 
Robbione e Imberti criticano innanzitutto le tempistiche dell’iter che ha portato all’accordo: “L’accordo di programma inviato e dunque preparato da Italgen arriva al protocollo del Comune in data 14 marzo 2022, non viene sottoposto ad alcuna modifica, portato in Consiglio comunale il 23 marzo e firmato il 24 marzo: perché tutta questa fretta?”. Il sito - proseguono le due consigliere - è soggetto a vincoli urbanistici e ambientali, ritenuto ad alto rischio idrogeologico. Per la realizzazione dell'impianto servirà quindi una variante al Piano Regolatore, mentre analisi commissionate da Italgen hanno escluso il rischio inondazione per l'area interessata: “Perché si sono accettate a priori le indagini di natura idraulica e geologica commissionate da Italgen senza averle acquisite agli atti prima del Consiglio Comunale del 23 marzo? Perché il Comune non ha provveduto a promuovere delle proprie indagini o controperizie disattendendo di fatto quanto era stato richiesto all’unanimità dalla stessa commissione congiunta Igiene–Ambiente ed Urbanistica riunitasi lo scorso 23 settembre?”. La questione della controperizia era stata affrontata anche durante la discussione in Consiglio: l’amministrazione ha assicurato che sarà disposta nell’ambito delle procedure per la variante al Piano Regolatore.
 
Si legge poi nella nota: “Quali interessi tutela questo accordo? Non riteniamo quelli dei cittadini di Borgo San Dalmazzo. Infatti, l’area che verrebbe ceduta al Comune - evidentemente residuale - è quella più a rischio di esondazioni: quali interventi dovrà fare il Comune  e quanto quindi costerà ai cittadini la messa in sicurezza dell’area? Perché non è stata inserita una clausola di rinuncia preventiva di Italgen rispetto a pretese risarcitorie verso il Comune nel caso di futuri danni provocati da eventi di piena provenienti dall’area ceduta al Comune?”.
 
E ancora: “Perché, a differenza di come si è fatto in altre parti d’Italia, non si è sviluppato un percorso capace di giungere ad una riqualificazione di tutta l’area, sia dell’ex-sito industriale sia della proprietà Italgen? Perché il Comune si è obbligato ad adoperarsi a sue cure e spese affinchè le proprietà di terzi ricomprese nell’area destinata al campo fotovoltaico vengano messe a disposizione di Italgen ? Di quali costi parliamo e quali saranno gli oneri di cui dovrà farsi carico il Comune?”.
 
Infine, un altro dei punti già discussi in Consiglio comunale: “La compensazione aggiuntiva una tantum di 90 mila euro è stata oggetto di accurata stima o di veloce contrattazione? Perché non sono state richieste compensazioni economiche annuali o concordati bonus per gli edifici comunali ed i cittadini? Ma soprattutto, prima di firmare un accordo, perché non c’è stato un confronto con i cittadini e le attività produttive della città?”.
 
"Per tutti questi motivi, - concludono Roberta Robbione e Clelia Imberti - diciamo con forza sì alle energie rinnovabili, ma no ad accordi come questo che non tutelano il bene comune e i cittadini di Borgo San Dalmazzo”.
 
QUI la replica del vicesindaco Beppe Bernardi.

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