CUNEO - Razza Piemontese, i macellai replicano agli allevatori: “Riconosciamo il valore della carne”

Federcarni interviene nella polemica dei produttori bovini sul rischio di scomparsa degli allevamenti: “Siamo l’ultimo anello della filiera”

Redazione 16/07/2021 14:21

 
Non ci stanno a finire sul banco degli accusati i macellai cuneesi, bersaglio della polemica sulla reddività degli allevamenti innescata da un recente convegno degli operatori di settore.
 
Pochi giorni fa i produttori bovini avevano lanciato l’allarme: la carne di razza piemontese è a rischio di scomparsa. Lo testimonia uno studio dove si dimostra che un 5% appena degli allevamenti si difende con risultati economici sostenibili, mentre i restanti espongono numeri drammatici dovuti in primo luogo alla perdurante flessione dei prezzi dei bovini maschi, in calo del 25%. Ad aggravare la situazione, sostengono gli allevatori, contribuiscono i disciplinari di produzione troppo stringenti e lo spostamento della distribuzione su filiere di provenienza estera.
 
Il messaggio sottoscritto dai CdA di Coalvi, Anaborapi, Arap, Co&Co, Compral, Amici della Piemontese, La Granda ed Asprocarne si concludeva con un appello ai venditori di carne al dettaglio “affinché prendano atto delle difficoltà di un settore così strategico e imprescindibile per la loro stessa attività e si adoperino per riconoscere ai produttori il giusto valore alla qualità della materia prima che sono soliti utilizzare”.
 
Un richiamo che non è passato inosservato e che ha suscitato la pronta replica di Chiaffredo Ciancia, presidente provinciale del sindacato macellai tradizionali Federcarni-Confcommercio-Imprese per l’Italia: “In primo luogo ci dispiace non essere stati invitati a questo convegno, in quanto il macellaio tradizionale è l’ultimo anello della filiera della carne; in secondo luogo comprendiamo la situazione e comprendiamo le difficoltà del settore dell’allevamento zootecnico”.
 
“Respingiamo al mittente - aggiunge Cianca - la richiesta di riconoscere ai produttori il giusto valore della qualità della materia prima e vantarla nei confronti dei consumatori, in quanto lo facciamo da sempre, perché il nostro rapporto con l’allevatore da sempre è alla pari, mentre sono altre organizzazioni commerciali che impongono il proprio peso contrattuale. Inoltre, il macellaio tradizionale sta investendo presso gli allevatori di fiducia risorse maggiori nell’acquisto degli animali rispetto al reale valore dello stesso”.
 
Occorre considerare inoltre, aggiunge il responsabile dell’associazione di categoria, la forte riduzione della capacità di spesa del cliente/consumatore e gli ingenti costi che il macellaio tradizionale sopporta per lo smaltimento degli scarti di macellazione secondo le norme di legge. Conclude Ciancia: “Il sindacato macellai tradizionali Federcarni-Confcommercio della provincia di Cuneo  è da sempre a disposizione per confrontarsi sulla situazione del commercio della carne fresca, sempre con una posizione alla pari con le altre componenti della filiera”.

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