CUNEO - “Reddito di cittadinanza, i percettori aiutino la Protezione civile”: la proposta della consigliera cuneese

Tiziana Revelli ha portato il tema all’attenzione della giunta: “Nelle liste purtroppo ci sono molti giovani disoccupati, non tutti vogliono stare sdraiati sul divano”

Andrea Cascioli 31/03/2021 17:56

 
Aiutare il Comune e le organizzazioni di volontariato mentre si percepisce il reddito di cittadinanza: la proposta arriva dalla consigliera cuneese Tiziana Revelli, capogruppo di Cuneo Solidale Democratica e autrice di un’interpellanza sul tema discussa durante l’ultima seduta dell’assemblea civica.
 
L’attuale meccanismo della misura di sostegno varata dal primo governo Conte contempla già un obbligo specifico in tal senso. Chi beneficia del sussidio infatti deve offrire, nell’ambito del Patto per il Lavoro e del Patto per l’Inclusione Sociale, la propria disponibilità a partecipare a progetti a titolarità dei comuni (Puc), utili alla collettività e da svolgersi presso il comune di residenza. Si tratta in sostanza di attività di ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo o di tutela dei beni comuni, per un impegno compreso tra le otto e le sedici ore settimanali dal quale sono esenti solo quei percettori che siano stati esonerati o che non siano soggetti agli obblighi connessi al reddito di cittadinanza.
 
“Sono consapevole che la pandemia ha senz’altro rallentato l’iter di individuazione di questi bisogni, - premette Revelli - ma proprio l’acuirsi della crisi ha fatto emergere nuove esigenze e ha avuto come conseguenza anche l’incremento delle persone che fanno riferimento a questo ammortizzatore sociale”. Ragione di più, argomenta la consigliera di maggioranza, per valutare un affiancamento di tali persone alle attività del Comune: “Uno dei settori in cui si potrebbe sperimentare questa inclusione potrebbe essere quello della Protezione Civile, laddove si richiedono forze giovani: sono aumentati purtroppo i NEET, cioè i ragazzi ‘scoraggiati’ che non studiano e non ricercano più un lavoro”.
 
Sul punto l’assessore alle Politiche Sociali Patrizia Manassero ribadisce quanto già aveva affermato in passato riguardo alla complessiva utilità della misura: “Un tema molto chiacchierato politicamente, ma dico chiaro che passare questa pandemia senza il reddito di cittadinanza sarebbe stata una iattura: resta tuttavia una misura da rivedere fortemente”. Al momento infatti i comuni e i consorzi socio-assistenziali non vengono coinvolti nelle procedure per l’assegnazione del reddito, che sono incanalate o verso i centri per l’impiego o verso i servizi sociali: quest’ultimo ambito, cioè quello delle persone non indirizzate alla ricerca del lavoro, è quello che può interessare i comuni per la programmazione dei lavori socialmente utili.
 
“Le risorse per i Puc - spiega Manassero - sono arrivate solo verso la fine dello scorso anno e noi abbiamo aderito all’interno del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese: il primo step è stato il bando rivolto anche a imprese ed enti del terzo settore. Nei prossimi mesi dovremmo uscire con i nostri progetti di pubblica utilità. Si tratta anche di ‘riscaldare’ i motori della società civile: è una buona sperimentazione sociale che speriamo di riuscire a promuovere”.
 
“Molte persone desidererebbero aderire, perché non tutti vogliono prendere il reddito di cittadinanza stando seduti sul divano” chiosa Revelli.

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