CUNEO - “Riforma delle province, ora serve un quadro normativo definitivo”

Un lettore riepiloga le vicissitudini dell’ente dopo la riforma Delrio: “Auspicabile il ritorno all’elezione diretta di presidente e consiglieri”

Redazione 03/12/2023 12:48

Riceviamo e pubblichiamo:
 
Egregio direttore,
   la questione della ridefinizione delle funzioni delle Province e dell’eventuale ritorno all’elezione diretta di presidente e consiglieri provinciali dopo la riforma cd. “Delrio” del 2014 ha costituito e costituisce, da alcuni anni, argomento di ampia riflessione nel mondo politico e presso l’opinione pubblica.
 
Di tanto in tanto l’argomento, a riprova della sua attualità, ritorna sulle colonne della stampa locale e nazionale.
 
La riforma Delrio, bloccata dalla mancata conferma da parte del referendum costituzionale del 2016, ha, di fatto, modellato un ente che è stato privato di alcune competenze e funzioni amministrative che sono state, in buona parte, trasferite alle Regioni. In Regione Piemonte, poi, alcune funzioni sono state regionalizzate e successivamente “ritrasferite”, come “distaccate” presso l’Ente Provinciale.
 
Da un punto di vista funzionale l’Ente Provinciale ha assunto una caratterizzazione sicuramente più snella rispetto al coacervo originario di competenze, tratteggiato, da ultimo, dalla legge n. 142 del 1990 (Governo Andreotti VI) e poi con il D.Lgs. n. 267 del 2000 (Governo Amato II).
 
In relazione alle funzioni trasferite alla Regione (secondo la finalità di una redistribuzione verso un ente più “strutturato”), il nuovo quadro, come spesso avviene in Italia, da provvisorio, quale doveva essere nelle intenzioni del legislatore, in forza della mancata approvazione referendaria, si è “stabilizzato”, de facto, dal 2016.
 
Sicuramente il ritorno all’elezione diretta di presidente e consiglieri provinciali garantirebbe una migliore espressione della legittimazione degli stessi da parte del suffragio dei cittadini elettori, e sarebbe, pertanto, a parere di chi scrive, altamente auspicabile.
 
Per quanto attiene alle funzioni rimaste in capo alle Province o trasferite alle Regioni, occorrerebbe tracciare un quadro normativo definito e definitivo (magari attraverso un testo unico non solo compilativo ma anche normativo-integrativo) che, eventualmente, pur confermando a grandi linee lo status quo vigente dal 2016, garantisca norme chiare e risorse certe e proporzionate alle necessità operative ai singoli enti di attribuzione, in modo tale da garantirne l’efficacia e l’efficienza amministrativa, soprattutto in relazione alle esigenze dei cittadini-utenti.
 
 
Flavio Fantino

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