CUNEO - ‘Riparti Piemonte’: Cirio presenta il piano da 808 milioni per l’economia della Regione

Nel ‘piano Marshall’ piemontese previsto un contributo per chi affitta casa e l’azzeramento degli oneri di urbanizzazione nell’edilizia. Stop ai nuovi ipermercati

Andrea Cascioli 04/05/2020 20:56

 
Snocciola numeri con un eloquio torrenziale il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, collegato in diretta Facebook e in streaming assieme all’intera giunta. I numeri sono quelli del disegno di legge ‘Riparti Piemonte’, composto da sessanta articoli che contengono un lungo elenco di voci da finanziare.
 
Il ‘piano Marshall’ alla piemontese vale nel complesso 808 milioni e 860 mila euro. Di questi, 437 milioni provengono dai forzieri della Regione, 354 milioni dai fondi europei rimasti (cioè dai fondi già stanziati perché, ricorda Cirio, “l’Europa non ci ha dato un bel niente, tanto quanto Roma”) e altri 18 milioni dal fondo sanitario. Tra questi, 171 milioni rappresentano stanziamenti nuovi: “Risorse – sottolinea il governatore - che abbiamo preso senza indebitare di un euro in più la Regione”.
 
Nel dettaglio, 45 milioni sono destinate alle famiglie e ai giovani, 172,5 al sostegno per le imprese, 67,7 milioni al commercio, 62,6 milioni all’artigianato, 68 milioni all’edilizia, 55 milioni alla sanità, 40,2 milioni all’agricoltura, 11 milioni alla cultura, 34,1 milioni al turismo, 7,5 milioni allo sport, 8,7 milioni alla montagna, 44,5 milioni alle misure ambientali (compresi i fondi per le ristrutturazioni degli immobili e l’efficientamento energetico), 23,6 milioni alle imprese cooperative, 2 milioni ai centri diurni per l’assistenza ai disabili, 40 milioni alla ricerca, 3,2 milioni alla digitalizzazione e allo smart working, 101,6 milioni alla formazione. Altri 10 milioni finanzieranno le riduzioni fiscali, mentre 11 sono - al momento - quelli destinati al fondo emergenza delle imprese su cui però è in corso una contrattazione col governo.
 
Tra le misure più importanti annunciate da Cirio ci sono i contributi a sostegno di tutte le famiglie in affitto con un Isee annuo inferiore ai 30 mila euro: a questi nuclei è destinato un fondo da 15 milioni. Un apposito fondo di solidarietà lavoro inciderà invece sulla posizione di chi non accede agli ammortizzatori sociali: è il caso dei lavoratori del turismo che non avevano ancora il contratto da stagionale, delle colf e di altre fette del mondo del lavoro che sono al di fuori della Cig.
 
Per le imprese è previsto un contributo destinato alla riconversione di quelle aziende che intendono cominciare a produrre mascherine e dispositivi di protezione individuale. Altri 18,3 milioni serviranno per tutelare le aziende piemontesi dalle speculazioni esterne e in misura minore (3,3 milioni) per aiutare chi voglia rilevare un marchio in difficoltà. Le imprese che stanno accedendo ai contributi statali, aggiunge Cirio, devono comunque scontare gli interessi: per questo la Regione ha previsto di destinare 29,3 milioni all’azzeramento di questi costi aggiuntivi.
 
Nell’edilizia è garantita l’esenzione totale dagli oneri di urbanizzazione per un anno per tutti i privati che finanzino interventi fino a 50 mila euro o per le imprese disposte a spendere fino a 100 mila euro. È una misura che sta a cuore alla giunta, spiega il presidente, perché “se non riparte l’edilizia non riparte niente: ogni euro speso in questo settore ne genera cinque”: oltre ai 50 milioni destinati agli oneri di urbanizzazione, altri 14 milioni sono a disposizione delle opere pubbliche dei comuni. L’unico obbligo è quello di rivolgersi ad aziende che abbiano la loro partita Iva in Piemonte: “In un momento in cui l’obbligo è quello di non spostarsi prevediamo che i comuni si adeguino. In condizioni ‘di pace’ potrebbe essere una norma anticoncorrenziale, non lo è però a fronte di questa emergenza”.
 
Da segnalare, tra i 40 milioni complessivi destinati all’agricoltura, i 450 mila euro per i container abitativi degli stagionali della frutta: un tema ‘caldo’ nel Saluzzese e in altre zone della Granda che sono meta di immigrazione collegata al lavoro agricolo. Le aree di montagna disporranno invece di 8,7 milioni suddivisi in due misure: una dedicata alle 6 mila aziende agricole in quota, un’altra che stanzia 2 mila euro per ognuno dei circa 220 rifugi del Piemonte (440 mila euro in totale).
 
A corollario degli interventi economici una serie di disposizioni tra le quali spicca lo stop al documento unico di regolarità contributiva (Durc): la validità dei documenti presentati nel 2019 verrà estesa a tutto l’anno in corso e fino al 2021. Sospese inoltre le autorizzazioni a nuove aperture e ampliamenti di centri commerciali ed ipermercati per tutelare il commercio di prossimità, mentre ristoratori e bar potranno richiedere ai comuni nuove occupazioni gratuite di suolo pubblico con i dehors purché sia assicurato il distanziamento.
 
La ‘seconda puntata’ del bonus Piemonte toccherà anche gli ambulanti, conclude Cirio. Entro il 15 maggio la giunta conta di arrivare all’approvazione della legge: “È un lavoro di cui siamo orgogliosi perché mette fondi nuovi, non spreca quelli vecchi e ne migliora l’allocazione, senza indebitare di un euro la Regione”.

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