CUNEO - Ritorno in classe, la delusione dei comitati anti-DAD: “Totale inerzia della Regione sui trasporti”

L’attesa riapertura al 100% anche nelle superiori non c'è. Le famiglie chiedono conto della mancata coordinazione: “Inaccettabile parlare di mancanza di tempo”

Redazione 25/04/2021 10:16

 
Tornano a rivolgersi al presidente della Regione Alberto Cirio e agli assessori Chiorino, Caucino, Gabusi e Icardi i rappresentanti dei comitati che in queste settimane hanno promosso nella nostra provincia le manifestazioni per il ritorno della scuola in presenza.
 
Neanche l’imminente - parziale - riapertura degli istituti, scrivono, attenua i sentimenti di “incredulità, delusione, rabbia” suscitati da alcune dichiarazioni dei giorni scorsi: “Da tempo ci sentiamo ripetere che la scuola sarebbe stata la prima a ritornare a pieno regime: era legittimo attendersi che la presenza in classe per tutti non fosse solo una promessa ma anche una certezza. L’annuncio del governo che nelle zone gialle ed arancioni dal 26 aprile si sarebbe ritornati in aula al 100% anche alle superiori, aveva ridato sollievo a famiglie e studenti, seppure le incertezze dettate da tanti temi irrisolti lasciavano dubbi rivelatisi poi reali. Le speranze sono rimaste frustrate dalla disarmante confessione delle autorità regionali di totale inerzia sul fronte della riorganizzazione della rete trasportistica correlata alla scuola e degli stessi presidi che hanno affermato non possibile il rientro al 100% senza mettere a rischio la sicurezza”.
 
Il riferimento in particolare è alle parole con cui Cirio, intervistato ieri da Radio InBlu, aveva criticato la decisione del governo di alzare al 70% la percentuale di studenti in classe, rispetto al 60% deciso nella Conferenza delle Regioni: “Il 60 o 70% visto in una stanza di Roma non è niente, visto nella vita reale da parte di chi deve organizzare gli ingressi e coordinare i trasporti è un cambiamento che non si può fare in tre giorni” aveva puntualizzato il governatore.
 
Affermazioni che secondo i proponenti della lettera aperta (firmata da Consulta delle famiglie del Comune di Fossano, Forum famiglie Cuneo, Genitori e cittadini di Vinovo, Priorità alla Scuola Piemonte, Scuole in Presenza Chieri, Scuole Aperte Cuneo e provincia, Tavola rotonda Alba) sollevano numerosi quesiti: “Perché i tavoli di coordinamento scuole/trasporti si sono rivelati impotenti? Sono insufficienti le risorse? Si sono messe in campo tutte le competenze e i mezzi disponibili sul territorio perché sia su ferrovia che su strada si potesse garantire una risposta adeguata? Manca la collaborazione fra i vari attori? È un problema di burocrazia? Ci si attendeva che le scuole riaprissero solo a pandemia sconfitta? Non si è pensato a un piano B da attuare in una situazione pandemica ancora problematica?”.
 
Da parte dei presidi, aggiungono i comitati anti-DAD, “si continua a lamentare la carenza di spazi, ma già dall’estate scorsa si parla di spasmodica ricerca di soluzioni e anche di messa a disposizione di locali e immobili pubblici e privati: cosa ha ostacolato questa lodevole operazione?”. E ancora: “Visto che è sufficiente un contagio, quasi sicuramente originatosi al di fuori degli ambienti scolastici, per lasciare a casa un’intera classe, e quindi vanificare gli sforzi per la riapertura, perché non si è pensato a un protocollo che tracci meglio eventuali positivi in una classe e blocchi meno persone?”.
 
“A 14 mesi dall’inizio della pandemia - si osserva - non si comprende e non è più giustificabile la motivazione della mancanza di tempo per organizzarsi e ci si domanda quale collaborazione e operatività abbiano effettivamente saputo mettere in campo i tavoli tecnici allestiti, per garantire anche in tempi difficili una nuova normalità proiettata verso il domani”. Ma la preoccupazione delle famiglie è rivolta anche al prossimo futuro: “Quale ricaduta effettiva avranno le promesse sentite di uno sforzo ulteriore per avere cura durante l’estate di bambini e ragazzi, i più penalizzati dalla pandemia; che ne sarà dei questi servizi per l’infanzia e l’adolescenza evocati? Chi ci garantisce che a settembre non si tornino ad accampare giustificazioni, ormai non più ammissibili, su classi pollaio, mancanza di insegnanti e di strutture adeguate?”.

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