CUNEO - Salvini sarà a Cuneo per il processo contro De Benedetti: “Rinvio il vaccino”

In radio l’ex ministro si confonde e parla di “un’udienza a Torino”. Intanto Dadone lo attacca: “Ci sono camerieri da 600 euro al mese con più titoli di studio”

Andrea Cascioli 14/06/2021 18:09

 
Matteo Salvini sarà a Cuneo a deporre nel processo per diffamazione contro Carlo De Benedetti. La conferma arriva dai microfoni di “Un giorno da pecora”, la trasmissione del mattino di Rai Radio 1 condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.
 
La vicenda giudiziaria parte da una querela presentata proprio dal leader leghista, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’ingegnere nell’edizione 2018 del Festival della Tv e dei Nuovi Media di Dogliani. In quell’occasione l’ex editore di La Repubblica aveva sparato a zero su Salvini definendolo “xenofobo, antisemita, antieuropeo” e accusandolo di essere “finanziato da Putin”. Giudizi che il diretto interessato non ha per nulla gradito, in particolare l’accusa di antisemitismo: a questo riguardo l’avvocato che lo difende come parte offesa ha già prodotto varia documentazione finalizzata a “contestualizzare l’attività del senatore Salvini in favore di Israele fin da quando è diventato segretario della Lega nel 2013”.
 
La deposizione del senatore è prevista per lunedì 28 giugno. Una data che il giudice ha fissato proprio tenendo conto dei suoi impegni istituzionali e pregando l’avvocato di far pervenire per tempo la giustificazione qualora il testimone fosse impossibilitato a presenziare. Stando a quanto dichiarato, però, non ce ne sarà bisogno. Per essere in aula l’ex ministro dell’Interno ha anche rinviato il suo appuntamento per la vaccinazione anti-Covid: “Sono prenotato per il 28 giugno ma il mio avvocato mi ha fatto notare che coincide con la data di uno dei miei processi. Il vaccino si può fare anche il giorno prima o quello dopo, non penso invece che il giudice possa aspettare”. Ai microfoni di Radio Uno ha menzionato, per una svista, “un’udienza a Torino” anziché quella prevista nel tribunale del capoluogo della Granda.
 
Nel clima scanzonato che connota il programma il segretario del Carroccio ha toccato una varietà di temi, dalla delusione per l’addio al Milan di Gigio Donnarumma alla questione delle vaccinazioni. A una domanda dei conduttori Salvini ha precisato che l’affermazione “ci trattano come cavie” era riferita alla condizione di bambini e ragazzi: “Dagli Usa alla Germania tanti Paesi hanno sospeso o sconsigliato la vaccinazione per i minori fra i 12 e i 17 anni: ho invitato alla cautela soprattutto per alcuni vaccini, come AstraZeneca, al di là dei casi di cronaca. Se tanti medici come la dottoressa Viola invitano alla cautela su ragazzi e bambini, che non sono categorie esposte a rischio come gli anziani, io ci rifletterei”.
 
In attesa del suo arrivo a Cuneo è proprio il ministro “di casa”, la pentastellata Fabiana Dadone, a punzecchiarlo. Su Twitter la titolare del dicastero delle Politiche giovanili ha scritto poche ore fa: “Ci sono camerieri da 600 euro al mese con titoli di studio che ex ministri dell'Interno o sedicenti leader politici vedono solo nei loro sogni. E forse la radice dei problemi italiani è tutta qui”. Il bersaglio polemico non era esplicitato ma il riferimento è parso fin troppo chiaro, tanto che lo stesso Salvini ha replicato laconico: “Chi giudica una donna o un uomo solo in base al titolo di studio, non ha capito niente della vita”. Altri utenti del social, invece, non si sono lasciati sfuggire l’occasione per ironizzare a loro volta o per ricordare le polemiche riguardo alla mancata laurea che hanno investito a più riprese esponenti del movimento in cui milita Dadone, a cominciare dall’ex leader e collega di governo Luigi Di Maio.

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