CUNEO - Scuola, oltre 40 presidenti dei consigli d’istituto piemontesi chiedono risorse per il post-Covid

La pandemia, scrivono i promotori dell’appello, ha messo in evidenza i problemi già esistenti: ‘Frutto di decenni di tagli e di uso della scuola come un bancomat’

Redazione 19/08/2020 20:06

 
Sono oltre quaranta i presidenti dei consigli d’istituto scolastici piemontesi che hanno sottoscritto all’inizio di agosto tre lettere (firmate, ad oggi, da più di 750 presidenti di tutta Italia) indirizzate rispettivamente al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio Conte e al ministro della Pubblica Istruzione Azzolina per esprimere le loro forti preoccupazioni per l'avvio del nuovo anno scolastico, “affinché alla scuola siano destinate tutte le risorse necessarie per una ripresa effettiva, concreta e in sicurezza”.
 
Per il ruolo ricoperto, fanno notare i promotori dell’appello, i presidenti rappresentano tutte le componenti scolastiche (e non solo i genitori di cui raccolgono le preoccupazioni), conoscono profondamente le loro scuole e collaborano attivamente con i loro dirigenti scolastici.
 
I presidenti dei consigli di istituto sottolineano che delegare la gestione delle criticità prevalentemente all’autonomia scolastica rischia di lasciare irrisolti innumerevoli problemi, tra cui la necessità di un significativo numero di figure professionali aggiuntive (organici di docenti ed ATA), l'importanza di garantire l'attività scolastica in spazi idonei, la refezione e il trasporto degli studenti in sicurezza e con un adeguato distanziamento sociale, la ricerca di soluzioni didattiche innovative che non si limitino a una riorganizzazione in pluriclassi, accorpamenti o all’utilizzo della Didattica Digitale Integrata (intesa come mero streaming della lezione frontale) e infine la fondamentale attenzione all’inclusione e al pieno sostegno degli studenti più fragili.
 
Il Covid-19, scrivono i rappresentanti dei consigli scolastici, “ha drammaticamente messo in evidenza le gravi problematiche già esistenti nella scuola italiana, dalla mancanza di una seria programmazione edilizia alle classi ‘pollaio’, solo per citare i casi più eclatanti, frutto di decenni di tagli e di uso della scuola come ‘bancomat’ per far cassa, da parte di governi di ogni colore politico”.
 
“Per chiedere che finalmente si cambi davvero, - continua la nota - e che alle belle affermazioni continuamente ripetute (su tutte: ‘la scuola è il futuro del nostro Paese’) seguano fatti concreti e coerenti, i Presidenti dei Consigli di Istituto del Piemonte, firmatari delle sopracitate lettere, hanno deciso di costituirsi in Coordinamento Regionale, invitando i loro colleghi a farne parte, tramite una lettera inviata a tutte le segreterie scolastiche”. Il Coordinamento piemontese nasce sull’onda del lavoro di raccordo promosso dal Coordinamento dei Presidenti dei Consigli di Istituto di Bologna e Provincia.
 
Analoga iniziativa è in corso in tutte le altre regioni italiane, al fine di poter costituire, entro l’inizio del nuovo anno scolastico, un coordinamento nazionale, “affinché - concludono i firmatari - la voce dei genitori e delle altre componenti della scuola che rappresentiamo (insegnanti e a.t.a.) possa finalmente essere ascoltata, per ottenere quanto realmente necessario e per ‘vigilare’ sull’andamento delle soluzioni fin qui prospettate”.

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