LIMONE PIEMONTE - 'Senza il nuovo tunnel, negli scorsi giorni il vecchio avrebbe potuto scoppiare'

Parla il capo cantiere del Tenda bis Gino Gencarelli dopo la chiusura causa allagamento: 'L'acqua si è infiltrata nella galleria dell'Ottocento, non nella nuova'

a.d. 10/05/2018 17:10

Lo scorso anno la Magistratura mise sotto sequestro il cantiere, poi dopo tre mesi tolse i sigilli e diede il “via libera” per ripartire con gli scavi: non lo avrebbe fatto se l'opera avesse presentato difetti o mancanze strutturali, se ci fossero stati rischi. I lavori sono stati eseguiti a regola d'arte”. A garantirlo è Gino Gencarelli, capo cantiere del Tenda bis, presente stamattina all'imbocco del tunnel sul versante italiano, in occasione della manifestazione di protesta contro il blocco dei lavori che ha accolto la troupe televisiva di “Striscia la Notizia”.
 
Negli scorsi giorni ci sono state polemiche sulla bontà dei lavori – ha spiegato Gencarelli - anche a causa di alcune inesattezze riportate da alcuni organi di stampa: è stato scritto che l'acqua si è infiltrata dal tunnel nuovo verso quello vecchio, quando in realtà è accaduto il contrario, anche perchè il nuovo traforo è di un metro più basso rispetto a quello costruito a fine '800. E' chiaro che possono esserci infiltrazioni: parliamo di una galleria costruita quasi duecento anni fa a secco, senza cemento, infatti il progetto prevede interventi anche sulla galleria dell'800, anche se ora i lavori si bloccheranno di nuovo”. Il capo cantiere del Tenda bis, insomma, rivendica la bontà dei lavori svolti finora negli scavi per il raddoppio del traforo: “Dirò di più: se non fosse stato per il nuovo tunnel, che ha permesso alle infiltrazioni di “sfogarsi”, con tutta la pioggia scesa negli scorsi giorni e con la neve che si sta sciogliendo la vecchia galleria avrebbe rischiato di “scoppiare” sotto il peso della sacca d'acqua. Purtroppo nella mia vita ho già visto persone morire in circostanze simili”.
 
Gencarelli ha spiegato poi il motivo per cui negli scorsi anni, anche in caso di abbondanti precipitazioni, non si erano mai verificati fenomeni come quelli dei giorni scorsi nel vecchio tunnel del Tenda: “Semplicemente, prima la vena d'acqua che corre dentro la montagna non era stata toccata, ora si è andati a interrompere questo “fiume”. Solitamente in questi casi si impermeabilizza la galleria e con un tubo si drena l'acqua, qui non ci hanno permesso di farlo, ci hanno detto che l'acqua doveva rimanere dentro la montagna, ma quando si innalza il livello, come nei giorni scorsi, l'acqua deve per forza sfogare da qualche parte”.
 
Insieme a Gencarelli, presso il cantiere, erano presenti stamattina anche altri operai, che con un coro unanime hanno chiesto ancora una volta risposte all'Anas (un incontro era stato richiesto ufficialmente lo scorso 23 aprile, ma ad oggi l'ente strade non ha fornito risposte), difendendo la bontà del lavoro svolto finora. Un lavoro che però tra pochi giorni verrà di nuovo bloccato: dopo la rescissione del contratto da parte dell'Anas, infatti, la Grandi Lavori Fincosit avrà tempo fino alla fine del mese di maggio per sgomberare il cantiere.
 

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