CUNEO - Servirebbero più giovani nel settore del volontariato in provincia di Cuneo

I risultati dell’analisi dell’ente gestore del Centro Servizi per il Volontariato. Le sfide presenti e future saranno affrontate in modo efficace se si farà fronte alla necessità di ricambio generazionale

Micol Maccario 30/12/2023 08:34

C’è chi lo pratica perché vuole occupare il proprio tempo sentendosi utile e chi ritiene sia importante contribuire a una causa sociale in cui si crede fermamente. Da un’indagine promossa da ETS, l’ente gestore del Centro Servizi per il Volontariato in provincia di Cuneo, emerge che il volontariato è parte della quotidianità di molte persone. Nonostante sia un’indagine che per dimensioni non ha un valore statistico, offre un quadro interessante della situazione.
 
Il Cuneese, rispetto alle altre zone (Saluzzese, Monregalese, Braidese, Albese, Salviglianese e Fossanese) è il territorio caratterizzato dalla presenza maggiore di ETS. Delle persone che hanno risposto al questionario risulta che il 64% si impegna in attività di volontariato quotidianamente o almeno un giorno a settimana (21%). Coloro che si dedicano con una frequenza più occasionale sono il 13,7%. Inoltre, solitamente i volontari hanno alle spalle una lunga esperienza nel settore: la media è di 15,7 anni. 
 
Nella ricerca, tra i tanti fattori che emergono, uno spazio è dedicato alle difficoltà e alle sfide che i protagonisti del settore devono affrontare. Tra i bisogni maggiormente sentiti, come si legge nel rapporto, c’è “la difficoltà a reclutare nuovi volontari, specialmente tra i giovani: criticità rilevata più volte nel corso delle precedenti rilevazioni e consultazioni organizzate dal CSV (Centro Servizi per il Volontariato)”. E la necessità di inserire più volontari giovani emerge sia tra i responsabili (48,2%) sia tra i volontari (39,3%). Effettivamente, almeno tra coloro che hanno risposto al sondaggio, la maggior parte dei rispondenti ha tra i 46 e i 65 anni (47%), seguiti da coloro che hanno più di 65 anni (33%). I giovani tra i 30 e i 45 anni sono l’11%, mentre quelli under 29 rappresentano appena il 9%.
 
Sarebbe necessario quindi mettere in atto strategie per far conoscere maggiormente le varie attività e, di conseguenza, attirare l’interesse di un numero più elevato di giovani. In particolare, i ragazzi e le ragazze che praticano volontariato spesso sono stati informati o convinti a partecipare grazie alla propria rete amicale. Una strategia, quindi, potrebbe essere quella di “intraprendere azioni di sistema che favoriscano la sinergia tra le realtà locali nell’ottica di far incontrare domande e offerta di volontariato. Tenendo presente che la presenza di volontari giovani sembra essere rilevante solo nell’ambito della tutela ambientale, tema che sappiamo essere particolarmente sentito dalle nuove generazioni”
 
Questo fenomeno individuato nel Cuneese è in realtà molto più ampio e comprende tutto il territorio nazionale. Era emerso già nell’ultimo rapporto dell’Istat, secondo cui tra il 2015 e il 2021 il numero dei giovani impegnati nel volontariato è calato del 15,7%, pari a 900mila volontari in meno. Un dato grave se si considera che questo settore offre importanti servizi che riguardano l’ambito socioassistenziale (di cui si occupa il 46% dei rispondenti al sondaggio di ETS), fino ad arrivare a quello sanitario, ma anche educativo-formativo, emergenze e turistico-religioso.
 
Un’altra difficoltà, che però presto dovrebbe essere superata grazie alla Riforma del Settore (istituita con la legge del 6 giugno 2016, numero 106), è la complessità di instaurare rapporti con gli altri enti del territorio. Con la Riforma i tavoli di programmazione tra enti pubblici e del privato sociale sono stati introdotti per legge, anche se manca ancora un indirizzo concreto da seguire per realizzarli. Dall’analisi sul Cuneese emerge che sono in particolare i Comuni e le Fondazioni ad avere un rapporto con la maggior parte degli organismi di volontariato. Il rapporto con gli altri soggetti del territorio è particolarmente importante per raggiungere gli obiettivi che i vari enti si pongono. In realtà però, secondo il report, la partecipazione a organismi o tavoli consultivi è ancora bassa: solo un’organizzazione su quattro partecipa al coordinamento del volontariato e alla consulta comunale del volontariato. Il 43% non fa parte di alcun organismo.
 
In conclusione, dall’analisi emerge che la realtà del volontariato Cuneese ha alcuni punti di forza, tra cui la visione positiva dell’esperienza da parte dei volontari. Ma ha anche delle mancanze che andrebbero colmate, come la necessità di un ricambio generazionale e di un rafforzamento della rete sul territorio per affrontare congiuntamente le nuove sfide del presente e del futuro.

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