CUNEO - "Sfruttamento e caporalato, aspetti sottovalutati anche dalle organizzazioni di categoria degli imprenditori"

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un nostro lettore: "Occorre che tutte le istituzioni, in primis gli enti locali, affrontino seriamente il fenomeno"

Redazione 14/07/2022 17:00

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Come ogni anno è iniziata ormai da tempo la stagione della raccolta della frutta e delle verdure nelle campagne cuneesi. Come ogni anno sono arrivati e stanno arrivando i lavoratori, i braccianti che consentono questa raccolta. Quest’anno ci sono alcuni fatti che devono cambiare il modo di vedere ciò che succede: il più grave è la tragedia che ha visto un lavoratore perdere la vita nelle campagne; un uomo di trent’anni che lascia la moglie ed i figli. Un ennesimo incidente sul lavoro che si aggiunge alle tante vittime, 31 nel 2021, nella nostra provincia.
 
L’altro fatto importante è il deposito della prima sentenza che ha disposto la condanna per sfruttamento dei lavoratori di alcuni imprenditori agricoli e la condanna per caporalato di un immigrato. Una sentenza importante che fa giustizia e solleva il velo sulla realtà agricola cuneese.
 
Sfruttamento ed il conseguente caporalato sono aspetti sempre pesantemente sottovalutati anche dalle organizzazioni di categoria degli imprenditori. Le storture del mercato e le speculazioni della filiera agricola vengono scaricate sui soggetti più deboli che fanno fatica a difendersi, vessati come sono da leggi razziste che rendono gli immigrati ricattabili.
 
Ora, con questa sentenza, non è più possibile negare una realtà nella quale il lavoro nero e soprattutto il lavoro grigio sono la norma favoriti anche da una legislazione compiacente. Questi lavoratori erano obbligati ad accettare la paga minima di 5 euro l’ora, a rinunciare almeno ai due terzi del versamento dei contributi previdenziali e ad essere pagati in nero per i periodi lavorativi non dichiarati. Questa purtroppo non è una situazione isolata ed è tempo di stroncare questa illegalità diffusa.
 
Occorre che tutte le istituzioni, in primis gli enti locali affrontino seriamente il fenomeno e ci sia un piano, un progetto per fornire a questi lavoratori condizioni di vita dignitose. Anche la nuova giunta comunale di Cuneo, cui auguro buon lavoro, è chiamata a dare delle risposte per un fenomeno strutturale che interessa la città e che non può basarsi solamente sul volontariato. Nelle attribuzioni dei nuovi assessori non compare la parola integrazione; mi auguro, però, che diventi uno degli impegni dell’amministrazione e che si inizi subito ad agire in questa direzione.
 
Gino Bertone
 

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