CUNEO - Siccità, a Cuneo il convegno Coldiretti: "Se non è già una tragedia, lo sarà presto"

Allo Spazio Varco "Le vie dell'acqua", un confronto sul tema tra conseguenze e possibili soluzioni. Tra queste gli invasi: "In Italia mancano, la tragedia del Vajont ha condizionato le scelte per anni"

Andrea Dalmasso 14/04/2023 13:20

Quando crollò il ponte Morandi tutti noi italiani pensammo che Genova sarebbe rimasta tagliata fuori per anni, invece meno di due anni dopo è stato inaugurato il nuovo ponte. Questa è la dimostrazione che quando si vuole essere efficaci ed efficienti ci si riesce. Spero che la politica tratti il tema della siccità come un tema altrettanto grave e urgente, perchè se non è ancora una tragedia oggi, lo sarà presto”. Una similitudine per certi versi cruda, ma che rende l’idea delle proporzioni di un tema, la siccità, da molti ritenuto il principale problema che le nostre comunità dovranno affrontare nei prossimi decenni. A farlo è stato Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo, durante il convegno “Le vie dell’acqua” che si è tenuto stamattina, venerdì 14 aprile, presso lo spazio Varco di Cuneo. Un appuntamento organizzato dalla stessa Coldiretti, con particolare attenzione, chiaramente, ai risvolti del problema sul mondo agricolo: un’occasione per confrontarsi sul presente e sulle possibili azioni da intraprendere in ottica futura.
 
I numeri
 
Ad introdurre i lavori, dopo il direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu, è stato Franco Parola, responsabile Ambiente e Territorio dell’organizzazione agricola: “Ci lasciamo alle spalle un 2022 problematico. I dati Arpa ci dicono che abbiamo un deficit di pioggia a marzo 2023 del -40% rispetto alle medie storiche, l’acqua stoccata in invasi, laghi e neve sulle montagne è al -45%, con portata dei corsi d’acqua che tocca in alcuni casi il -70%. Una situazione preoccupante”. Un altro tema ricorrente, durante la mattinata, è stato quello della “frammentazione” dei consorzi irrigui piemontesi: “Un sistema gestionale molto articolato, che non risponde totalmente a criteri di efficienza”. Oggi in provincia di Cuneo ci sono diciotto consorzi di secondo grado, ciascuno con al suo interno decine di consorzi di primo grado. “Serve più acqua, e quindi un piano invasi, - ha detto Parola - ma serve anche più efficienza della rete consortile, della rete aziendale e delle tecniche irrigue. Il concetto deve passare da irrigare ‘quanto posso, quando posso’ a ‘quanto serve, quando serve’. Noi agricoltori veniamo accusati di essere spreconi con l’irrigazione a scorrimento, ma è vero solo in parte: il 60% dell’acqua prelevata viene perso per percolazione prima di arrivare ai campi lungo la rete di adduzione”. Nella Granda, poi, la situazione è ulteriormente particolare: “Non abbiamo montagne così alte da garantire ghiacciai e riserve di neve durature, non abbiamo grandi laghi: il minimo dei nostri corsi d’acqua è nei mesi estivi, quando c’è la massima esigenza di acqua per l’irrigazione”. A seguire Simone Marchisio, agronomo di Impresa Verde - Coldiretti Cuneo, ha illustrato il caso dell’invaso di Rivoira di Boves, realizzato nel 2017, elencandone i vantaggi per quanto riguarda l’irrigazione, soffermandosi sull’importanza di efficientare le procedure per l’irrigazione stessa nell’ottica del risparmio idrico.
 
La tavola rotonda
 
Poi si è svolta la tavola rotonda, condotta dal giornalista Mediaset Beppe Gandolfo: “Nei miei anni da cronista in Piemonte due sono le immagini che mi hanno colpito e ancora mi colpiscono: una è quella dell’8 marzo 2020, con il lockdown appena entrato in vigore. Percorsi la strada da casa mia agli studi Mediaset di Orbassano. Non incontrai una macchina: uno scenario apocalittico che non dimenticherò. La seconda risale a un anno fa, 25 marzo 2022, a Revello, nell’alveo del Po: eravamo lì per realizzare un servizio e non c’era una goccia d’acqua, non avevo mai visto uno scenario del genere. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma questa è la realtà”.
 
Presente anche Francesco Vincenzi, presidente nazionale ANBI: “Non eravamo abituati a vivere questa situazione, anche se i segnali c’erano, già a partire dai primi anni 2000. Sono situazioni che eravamo abituati a vedere nel mezzogiorno: lo scorso anno è caduta la stessa pioggia in Sardegna e in Emilia Romagna, ma la Sardegna grazie agli investimenti già fatti non ha registrato danni, mentre l'Emilia ne ha registrati per milioni di euro. Questo significa che qualcosa per migliorare si può fare”. Tema centrale quello degli invasi, presenti in Italia in numero e capacità del tutto insufficienti: “Nel nostro paese abbiamo un deficit di opere pubbliche sul tema degli invasi e delle dighe: l’evento del Vajont ha condizionato le scelte del paese per trent’anni. Spesso inoltre si guarda all’ambientalismo, non all’ambiente, ed è una cultura che dobbiamo cambiare”, ha detto Vincenzi. 
 
Collegato in video l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, che ha illustrato gli stanziamenti della Regione destinati ai consorzi irrigui e alle aziende agricole, soffermandosi anch’egli sul tema della frammentazione dei consorzi: “È qualcosa che vorremmo rivedere: la gestione a volte quasi famigliare crea delle criticità, non ci sono strutture adatte per rimanere al passo con i tempi quando si tratta di intervenire con dei progetti e accedere ai bandi. Questa è una strada obbligata, anche se non è un percorso facile”. Poi la provocazione di Gandolfo: “Ogni anno 96 milioni di metri cubi d’acqua vengono utilizzati per la neve programmata in Italia, pari al consumo di una città di un milione di abitanti. Ha ancora senso farlo per dare neve a luoghi in cui non nevica?”. “È un’osservazione corretta - ha replicato Protopapa - . Penso però che con il buonsenso siamo in grado di affrontare tutto, eliminando gli sprechi oggettivi. Va ricordato inoltre che l’acqua trasformata in neve si scioglie e ritorna alla terra e ai fiumi, può diventare lo stesso una risorsa”. Paolo Cumino, dirigente del settore Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, ha poi integrato l’intervento dell’assessore sugli stanziamenti per migliorare la rete infrastrutturale e innovare i sistemi irrigui.
 
Le voci del territorio
 
La parola è poi passata ai rappresentanti della Granda, come il consigliere provinciale Davide Sannazzaro: “Va fatta una campagna di informazione sul tema, la consapevolezza c’è solo in parte. Importante anche l’unione, lavorare insieme è l’unica possibilità che abbiamo. La Provincia può avere un ruolo di coordinamento: il tema va affrontato insieme da tutti i componenti, consorzi irrigui, associazioni di categoria. La nostra proposta è istituire un tavolo di lavoro provinciale”. 
 
Presente in doppia veste Giorgio Bergesio, senatore della Lega e presidente dell’Associazione Acque Irrigue Cuneesi, che dopo il problema della mancanza di fondi dei consorzi si è soffermato sul già citato tema invasi: “Nel 1994 la società Acqua Granda pubblicò uno studio per dodici invasi: siamo ancora fermi lì, nessuno di quelli è stato realizzato. E ancora, nel 1980 l’Ufficio Dighe del Ministero delle Infrastrutture diceva già che le capacità degli invasi in Italia non bastavano, e anche in questo caso siamo ancora fermi là. Abbiamo bisogno degli invasi, oltre che di lavorare sulla pulizia dei fiumi e dei canali”.
 
Il decalogo di Coldiretti
 
A chiudere la tavola rotonda Enrico Nada: “Viviamo una situazione drammatica che sta facendo davvero preoccupare noi imprenditori. Ci preoccupa la burocrazia, ci preoccupa che enti che devono risolvere i nostri problemi debbano invece trovare accordi tra di loro. Un mancato coordinamento che ci mette molta ansia. Io vengo dalla Langa: anche i vigneti stanno iniziando a soffrire la mancanza d’acqua, ed è un segnale importante. La vite è una pianta difficile da ‘uccidere’, se ci troviamo in questa situazione immaginiamo cosa questo possa significare per le altre colture della provincia. Spero che questa sia una tendenza passeggera, ma la scienza ci dice il contrario”.
 
Nada, a conclusione, ha poi illustrato il “decalogo” preparato da Coldiretti Cuneo: dieci proposte da inviare alle istituzioni per affrontare il problema siccità. Questi i dieci punti: 
 
1. Fare il censimento di tutti i progetti ipotizzati in passato e un rapido riesame delle criticità che ne hanno impedito la realizzazione
2. Acquisire da tutti i Consorzi irrigui di II° grado le proposte progettuali in loro possesso
3. Individuare le idee progettuali che per urgenza e/o grado di fattibilità risultano più urgenti e costruire un “piano progettuale” di breve, medio e lungo periodo per la Provincia di Cuneo
4. Individuare le fonti di finanziamento disponibili
5. Individuare un Commissario, istituire una Cabina di regia e monitorare l’andamento del progetto
6. Semplificare le procedure autorizzative anche attraverso, laddove necessario, un riesame della legislazione vigente (sinergia tra Regione e Provincia)
7. Attivare sul territorio sperimentazioni e azioni dimostrative di efficientamento delle tecniche irrigue
8. Potenziare il servizio di assistenza tecnica e formazione professionale rivolto agli agricoltori
9. Sviluppare una campagna di informazione sulle esternalità positive che l’attività di gestione della rete irrigua comporta
10. Progettare e adottare un sistema di riorganizzazione e accorpamento degli Enti irrigui
 

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