CUNEO - Siccità, il governo riconosce lo stato di emergenza: al Piemonte subito 7,6 milioni

I fondi serviranno per le prime opere di somma urgenza. Anche Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna sono interessate dal provvedimento

Redazione 04/07/2022 21:41

Via libera allo stato di emergenza per la crisi idrica in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. In serata il Consiglio dei Ministri ha deliberato il provvedimento che avrà effetto fino al 31 dicembre 2022: in vista un decreto ad hoc con la nomina di un commissario straordinario.
 
Sono stati intanto 36 milioni e mezzo per le prime opere di somma urgenza, così ripartite: 10,9 milioni andranno all'Emilia Romagna, 4,2 milioni al Friuli Venezia Giulia, 9 milioni alla Lombardia, 7,6 milioni al Piemonte e 4,8 milioni Veneto.
 
“Attendevamo questo riconoscimento che siamo stati tra i primi a richiedere - sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio insieme agli assessori all’Ambiente Matteo Marnati, alla Protezione civile Marco Gabusi e all’Agricoltura Marco Protopapa -. Lo stato d’emergenza è un passaggio indispensabile per intervenire in modo strutturale sull’emergenza che ci sta colpendo in questi mesi, ma anche per limitare il rischio che una situazione analoga si ripeta in futuro”.
 
Gli amministratori regionali si dicono soddisfatti dei primi stanziamenti previsti dal governo: “Serviranno a mettere in campo le opere di somma urgenza per dare respiro alla nostra rete idrica. Ci auguriamo che arrivino al più presto anche le altre risorse per gli interventi strutturali necessari, solo in Piemonte superano i 100 milioni di euro, e che dopo lo stato di emergenza venga riconosciuto anche lo stato di calamità per la nostra agricoltura, che a livello nazionale conta già più di un miliardo di euro di danni. Quello della siccità, però, è un tema che richiede ormai una regia e una attenzione nazionale ed europea ed è per questo che abbiamo chiesto e ottenuto che giovedì questa emergenza sia al centro del dibattito della prossima plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo”.

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