CUNEO - Società partecipate, solo due consiglieri hanno avuto incarichi a Cuneo

Dopo il “caso Miac-Pellegrino” la sindaca risponde all’interrogazione di Boselli. I numeri sono esigui, ma la questione morale esiste: “Vogliamo regole trasparenti”

Andrea Cascioli 22/05/2023 18:31

Molto rumore per nulla? A guardare i freddi numeri si direbbe di sì, ma ci vuole qualche precisazione. La questione è quella degli amministratori del Comune di Cuneo che hanno ricevuto incarichi dalle società partecipate, sotto forma di perizie, consulenze e attività professionali di qualunque tipo.
 
Un tema che Giancarlo Boselli di Indipendenti ha sollevato dopo la scoperta che lo studio tecnico dell’attuale assessore Luca Pellegrino, all’epoca “solo” capogruppo di Centro per Cuneo, aveva svolto una perizia per conto del Miac. L’incarico riguardava la valutazione dei terreni che sarebbero poi stati venduti a Scannell Properties, per la realizzazione del capannone di Amazon. Una faccenda delicata, insomma, rispetto alla quale anche la sindaca aveva preannunciato una “stretta” nell’ultimo Consiglio comunale: “Sono d’accordissimo che si vada a ragionare sui criteri d’opportunità”.
 
“È interesse di tutti avere regole chiare e trasparenti, oltre a quello che prevede la normativa” è tornata a ribadire questa sera Patrizia Manassero davanti all’assemblea civica, senza tuttavia assumere impegni. A Boselli, che aveva chiesto di conoscere nomi e cognomi dei consiglieri coinvolti in veste professionale negli affari delle partecipate, la prima cittadina ha fornito una risposta: da quanto emerso, negli ultimi cinque anni solo due consiglieri, Laura Menardi di Grande Cuneo e Umberto Fino di Centro per Cuneo, entrambi architetti, hanno prestato la propria opera per una delle aziende in cui il Comune ha interessi, nello specifico l’Acda.
 
Per Menardi si è trattato di due incarichi svolti nel 2019 e nel 2021, con un corrispettivo di 4666 e 2000 euro rispettivamente. Per Fino di tre incarichi, nel 2019 per 6500 euro, nel 2020 per 1400 euro e nel 2021 di nuovo per 1400 euro. Ambedue, ricandidatisi alle elezioni comunali dello scorso anno l’una con il centrodestra e l’altro con il centrosinistra, hanno mancato la rielezione. Il nome di Pellegrino non emerge perché, ricorda la sindaca, in quel caso l’affidamento era stato dato allo zio e collega di studio Battistino Pellegrino: “Nessun altro consigliere o assessore negli ultimi cinque anni è stato oggetto di incarichi di collaborazione, attività professionali o perizie da parte delle società partecipate dal Comune di Cuneo” si precisa.
 
“Forse dovevo essere più attento a chiedere anche dei rapporti di parentela” è la replica di Boselli, il quale pure aveva fatto accenno in apertura del suo intervento a quanto accaduto con lo studio Pellegrino: “Si può discutere sul fatto che quello studio fosse il migliore in assoluto per questo tipo di perizia, ma non è questo l’impatto sull’opinione pubblica. Malgrado non esistano divieti e nulla impedisca una scelta di questo tipo, noi riteniamo non si debba fare”. Analoghe osservazioni sono state avanzate da Beppe Lauria, chiarendo che “l’intenzione non è cercare i colpevoli, ma definire un modus operandi che da adesso valga per tutti”. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) aggiunge: “La questione è di rilievo e apre interrogativi sul livello delle remunerazioni e su chi può arrivare alle porte degli assessori e chi no. Un conflitto d’interessi pubblico, non privato, che ci lascia critici”.
 
Boselli ha chiuso con una stoccata su altre “domande indiscrete”, relative alla fideiussione mancante per la Tettoia Vinaj e al biodigestore: “Sembrerebbero mancare due documenti fondamentali per quel tipo di progettazione: la dichiarazione asseverata sul quantitativo smaltito e il documento che certifichi la compatibilità urbanistica della realizzazione nel comune di Borgo San Dalmazzo”. Il tema, assicura il presidente del Consiglio Marco Vernetti, sarà oggetto di una conferenza dei capigruppo nei prossimi giorni.

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