CUNEO - Sono 252 le vittime del Covid-19 nelle case di riposo piemontesi. Nella Granda 540 tamponi positivi

Entro fine settimana test sul 40% di ospiti e operatori sanitari, garantisce la Regione: ‘Villanova Mondovì? È stato un caso patologico, non la regola’

Andrea Cascioli 15/04/2020 19:48

 
Investita dal fuoco di fila delle polemiche per la gestione dell’emergenza coronavirus nelle case di riposo, la Regione risponde ora con i numeri: a cominciare da quelli dei tamponi, passati dai 4085 dell’8 aprile ai 13940 campionati fino a ieri, martedì 14 aprile. Di questi 3610 sono risultati positivi (all'incirca il 40% degli ospiti e il 30% del personale tra quelli sottoposti al test), 5753 negativi e per altri 4577 è ancora atteso l'esito. In base alla programmazione, altri 6 mila test dovrebbero essere svolti questa settimana, per arrivare alla cifra complessiva di 20 mila: ciò significherebbe fornire un responso a quasi il 40% degli ospiti e degli operatori sanitari.
 
“All’inizio dell’emergenza - spiega l’assessore alla Sanità Luigi Icardi - solo l’Amedeo di Savoia e le Molinette avevano laboratori attrezzati, con una capacità di processare non più di 400 test al giorno. Oggi ci sono 20 laboratori tra cui quelli privati che - anche grazie all’acquisto di nuove apparecchiature - portano a una potenzialità giornaliera di circa 5 mila tamponi: negli ultimi giorni questa capacità è stata fortemente indirizzata verso le RSA”. Al momento, le 750 residenze per anziani in Piemonte (di cui 366 RSA) ospitano 29145 persone su 33041 posti disponibili, senza considerare i dipendenti: 10.727 oss e 1.980 infermieri, per un totale di quasi 42 mila persone. Icardi afferma che solo un numero ridotto di strutture hanno segnalato gravi criticità in termini di contagi e decessi: “Meno del 10%”.
 
Un dato ribadito da Antonio Rinaudo, responsabile del coordinamento legale dell’Unità di crisi, che ribadisce: “Quasi il 90% delle RSA non segnalano situazioni di criticità così come può sembrare dalle notizie che filtrano per vie non ufficiali. Non sappiamo se in quel restante 10% ci siano state mancanze specifiche ma nel complesso si è verificata una stretta osservanza dei protocolli, a cominciare dal divieto di accesso a persone estranee e dalla dotazione di dispositivi di protezione individuali”. L’ex magistrato dedica un accenno all’’affaire’ della casa di riposo ‘don Rossi’ di Villanova Mondovì, all’indomani della notizia ufficiale sull’apertura di un’inchiesta per epidemia colposa: “Quello di Villanova Mondovì non è un caso esemplare ma un fenomeno patologico all’interno di una situazione di regolarità”.
 
Icardi, dal canto suo, ha smentito ancora una volta che la Regione intendesse utilizzare le case di riposo a ‘supporto’ del sistema ospedaliero alloggiandovi pazienti Covid-19: “La delibera del 20 marzo è stata fortemente travisata: si cercavano eventuali reparti vuoti con accessi separati dove trasferire pazienti positivi, ma è girata una bozza prima dell’approvazione in giunta priva di qualsiasi riscontro. Una sola struttura, a Torino, aveva ottenuto il nulla osta, ma non è mai successo che pazienti positivi fossero trasferiti nelle RSA e non era volontà di nessuno”.
 
 
Nel primo trimestre 252 decessi per Covid-19 in tutto il Piemonte
 
È ancora Rinaudo a riepilogare il più tragico computo delle morti nelle case di riposo, a partire dal raffronto tra i decessi totali nel primo trimestre del 2020 e nel corrispondente periodo del 2019: i morti sono passati dai 2471 dell’anno scorso ai 2882 di quest’anno fra il 1 gennaio e il 31 marzo. Va però tenuto presente che nel frattempo si è incrementata la capienza delle strutture, con 1500 ospiti in più.
 
“Abbiamo un divario di 411 persone” riassume Rinaudo, sottolineando che “252 di queste allo stato attuale risultano decedute dopo aver contratto il Covid-19, le restanti per cause naturali. Fra questi ultimi ci sono casi di persone che potrebbero essere state positive ma non sono state tamponate”.
 
 
I numeri dei contagi nelle case di riposo cuneesi
 
Nelle due Asl della provincia di Cuneo si contano in totale 4371 posti occupati in casa di riposo, 1588 dipendenti tra il personale di assistenza e 272 infermieri. I tamponi eseguiti fino al 14 aprile sono 2095: di questi 540 sono risultati positivi (301 nelle RSA collocate sul territorio dell'Asl CN1, 239 in quelle dell'Asl CN2), 710 negativi e 845 sono in attesa di responso.
 
Tra gli 898 tamponi eseguiti prima del 9 aprile (411 al personale e 487 agli ospiti), per i quali sono disponibili dati disaggregati, erano 295 i casi positivi al Covid-19: nello specifico, si tratta di 202 anziani (dei quali 87 nel territorio dell’Asl CN1 e 115 in quello dell’Asl CN2) e 93 operatori sanitari e dipendenti (dei quali 47 nel territorio dell’Asl CN1 e 46 in quello dell’Asl CN2).
 
 
Assunti 755 dipendenti in più, ora c’è il nuovo bando
 
Altri dati sono stati forniti dall’assessore al Welfare Chiara Caucino in riferimento alle assunzioni di nuovo personale nelle strutture per anziani: “La deliberazione della giunta regionale 4 del 20 marzo prevede che il personale assente possa essere sostituito in deroga ai provvedimenti settoriali per la fase emergenziale: un oss ad esempio può essere sostituito da un infermiere o da operatori che abbiano frequentato un corso”.
 
“Questa DGR - rivendica Caucino - è stata fondamentale: ad oggi 645 nuovi operatori, di cui 645 con mansioni assistenziali e 110 in qualità di personale infermieristico, sono stati assunti nelle RSA piemontesi grazie all’applicazione della DGR”. È stato inoltre pubblicato un bando per le assunzioni che nel corso di una settimana ha già raccolto 110 manifestazioni di interesse.
 
Per quanto riguarda i test, l’assessore ricorda che è stata messa in campo l’unità mobile del Fondo Assistenza Benessere a supporto delle Asl: ad oggi questo ha consentito di testare al completo tre strutture. Infine c’è la questione dei dispositivi di protezione individuale, rispetto ai quali sono state effettuate finora tre consegne in tutto il settore welfare: 30 mila mascherine lavabili Miroglio alle RSA e 2500 alle RSSA nella giornata del 23 marzo, 40 mila alle RSA e 20 mila alle RSSA il 7 aprile, altre 70 mila e 25 mila rispettivamente il 9 aprile.

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