CUNEO - Sono oltre sei milioni i piemontesi emigrati dalle nostre terre

Il Piemonte continua a essere terra di partenze. Sono stati 64.532 i cuneesi spostatisi alla ricerca di una vita migliore altrove, in particolare in Argentina

Micol Maccario 16/04/2023 16:05

L’Italia è anche un Paese di emigrazione. A partire dal 1876, passando per i primi anni del ‘900 fino a oggi, gli italiani continuano a spostarsi. Si cambia Stato per cercare condizioni di vita migliori o un lavoro, per trovare la propria strada, per amore o studio, per cambiare vita. Negli ultimi anni si parla dei “cervelli in fuga”, una tendenza che si era attenuata nei primi anni 2000 ma che in seguito alla crisi economica del 2007-2008 ha ripreso. Con questa espressione ci si riferisce a giovani - in particolare laureati e laureate - che, non trovando opportunità lavorative all’altezza del proprio titolo di studio, decidono di spostarsi all’estero. Secondo i dati dell’Aire (l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero), partono più uomini che donne. Nell’analisi dei dati bisogna tenere però in considerazione che la totalità degli emigrati è sicuramente maggiore, perché non tutti coloro che si spostano dall’Italia si iscrivono all’Aire. Si tratta comunque di numeri indicativi, che tratteggiano i confini di un fenomeno radicato nelle nostre zone da secoli.
 
Sarebbero oltre 5,8 milioni di italiani i residenti fuori dai confini, secondo i dati di Aire. Di questi, 1,2 milioni ha tra i 18 e i 34 anni. Secondo gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2021, il Paese verso cui sono emigrati più italiani è l’Argentina, dove attualmente risiedono stabilmente 903.081 persone italiane, il 15,55% del totale degli emigrati. La regione che registra la percentuale più alta di persone che ha deciso di spostarsi è la Sicilia, con il 13,93% del totale. Il Piemonte si trova circa a metà della classifica con il 5,79%. L’ultima regione per numero di persone partite è la Valle d’Aosta con lo 0,13%.
 
La situazione nelle terre piemontesi
 
Il Piemonte ha alle spalle una storia di emigrazioni. Dalla fine dell’Ottocento all’inizio della Seconda Guerra Mondiale le persone che si spostavano provenivano in particolare dalle regioni settentrionali, prima fra tutti il Piemonte. “Il Piemonte ha avuto una parte di primo piano nelle dinamiche migratorie italiane fino ai primissimi anni del Novecento; successivamente il suo flusso in uscita si è indebolito ed è stato superato dalle correnti provenienti dal sud”, si legge sul sito della Regione.
 
I piemontesi che negli scorsi decenni hanno deciso di partire sono scappati dalla miseria e dalla guerra, andando alla ricerca di un lavoro dignitoso e di pace. In pochi torneranno qui, la maggior parte è rimasta nel Paese che l’ha accolta. Secondo i dati della Regione pubblicati a marzo 2020, sono oltre sei milioni i piemontesi nel mondo, riuniti in circa 200 associazioni.
 
Analizzando i dati degli ultimi anni esistono differenze sul territorio regionale. La provincia piemontese da cui sono partite più persone nel 2022, in accordo con i numeri della popolazione residente sul territorio, è Torino con 142.715 persone emigrate. Cuneo si trova al secondo posto: sono 64.532 i cuneesi che hanno deciso di lasciare le nostre terre. Seguono Alessandria (42.455) e Novara (22.124). Un dato sorprendente riguarda la provincia di Verbano Cusio Ossola che è la minore per numero di residenti e, quindi, era probabile che fosse quella con i flussi migratori più scarsi. In realtà non è così. I numeri degli emigrati dalla provincia di Verbania (19.107) superano Asti (16.891), Biella (15.621) e Vercelli (12.674).
 
Negli ultimi anni il numero di persone emigrate dalla provincia di Cuneo ha subito un aumento costante, senza picchi troppo evidenti. I dati - disponibili solo dal 2016 a oggi - evidenziano un incremento di circa 2mila persone all’anno, fa eccezione il 2019. Nel 2016 si contavano 51.477 piemontesi emigrati. Il numero nel 2017 è salito a 53.446 e ha subito una crescita più rapida due anni dopo, nel 2019, che ha registrato 59.335 emigrati piemontesi. Nel 2020, poi, l’andamento si è riassestato, con una crescita di circa 2700 persone (62.122 totali).
 
Quando si pensa all’emigrazione piemontese uno dei primi luoghi che viene in mente è l’Argentina. Esiste un posto, San Francisco in provincia di Cordoba, città gemellata con Pinerolo e situata al confine con Santa Fe, che fu inondato dai piemontesi nel 1886. Qualcuno dice addirittura che siano i piemontesi ad averla fondata. Nel 1977 il giornale Clarin di Buenos Aires scriveva :“Tre milioni e mezzo di nostri cittadini sono oriundi o vengono dal Piemonte dove c’è storia, passato, leggenda. Sono qui con noi, parlano e cantano in piemontese, però sono argentini, molto argentini e stanno facendo giorno per giorno il nostro sviluppo”.
 
Molti scrittori e poeti nelle loro opere hanno fatto riferimento al lavoro dei Piemontesi in Argentina e in altre parti del mondo. Nino Costa, poeta torinese vissuto a cavallo tra l’800 e il ‘900, ha dedicato i versi di Rassa nostrana “Ai Piemontèis ch’a travajo fòra d’Italia”, descrivendoli come “Drit e sincer, cosa ch’a sun, a smijo:/teste quadre, puls ferm e fìdic san/a parlo poc ma a san cosa ch’a diso/bele ch’a marcio adasi, a van luntan”. Quest’opera è importante in questo contesto perché al suo interno Nino Costa ha delineato in modo lucido e coinvolgente il fenomeno migratorio del Piemonte.
 
“L’opera gigantesca dei nostri, a cui un giorno o l’altro la storia dell’Argentina dovrà solennemente pagare il debito di gratitudine”, così scriveva Edmondo De Amicis. Il Piemonte non è solo quello che si vede sulla carta geografica. Lontano da qui ci sono altri piemontesi (o discendenti), che portano i paesaggi e le tradizioni piemontesi nel cuore e nella mente.

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