CUNEO - “Stop agli aumenti sulle bollette di luce e gas”: se ne discute in Consiglio comunale a Cuneo

Cuneo per i Beni Comuni chiede un’azione sul governo per una riduzione dell’Iva: “Rincari del 70% sul gas e del 40% sull’elettricità con la liberalizzazione parziale”

Andrea Cascioli 25/07/2021 12:33

 
La “stangata” era annunciata ed è arrivata il 1 luglio in bolletta. Si tratta di rincari stimati nella misura del 10% per la luce e del 5,3% per il gas. Secondo l’Arera (autorità di regolazione per l’energia e le reti) si tratta di un incremento dovuto al “forte aumento delle quotazioni delle materie prime - in continua crescita da inizio anno per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti la pandemia - nonché alla decisa crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2”.
 
Questioni molto più grandi dell’uomo della strada, senza dubbio, che tuttavia finiscono per colpire proprio il portafoglio di Pantalone. Il governo è intervenuto con una decretazione d’urgenza al fine di calmierare l’impatto degli aumenti con un decreto, mettendo a disposizione fondi “una tantum” che copriranno tuttavia il solo trimestre luglio-settembre. Il tema oggetto di discussione anche nel prossimo Consiglio comunale a Cuneo, dove il gruppo di Cuneo per i Beni Comuni ha presentato un ordine del giorno per chiedere all’amministrazione comunale di agire “con ogni mezzo” nelle sedi di governo.
 
A monte c’è una riflessione sull’intero mercato dell’energia, liberalizzato dal primo governo D’Alema nel 1999 sulla scorta di una precedente direttiva comunitaria dell’Ue. Nel 2007 sarebbe arrivata la completa liberalizzazione con il decreto Bersani bis. Si supponeva che la graduale apertura alla libera concorrenza nel settore sarebbe andata “a beneficio del consumatore”. In quest’ottica il quadro regolatorio prevedeva un periodo di coesistenza del mercato libero e quello regolato, per permettere ai consumatori di effettuare un passaggio graduale e agevole. Ma di buone intenzioni, come dice il proverbio, è lastricata la via dell’inferno: “Dall’avvio della parziale liberalizzazione del mercato dell’energia e del gas si stima un aumento dei prezzi in bolletta del 70% per il gas e del 40% per l’energia elettrica. Si registra quindi un totale fallimento degli obbiettivi dichiarati della parziale liberalizzazione” osservano i proponenti dell’ordine del giorno.
 
“La bolletta per l’energia elettrica ed il gas - spiegano - si compone di numerose voci che conducono alla conclusione - come sottolineato da più esperti del settore - che ‘chi meno consuma più paga’. La logica infatti ivi contenuta prevede l’introduzione in bolletta dei costi degli investimenti, ma anche la remunerazione del capitale investito. Esso - definito tecnicamente WACC - rappresenta un valore variabile (relativamente al peso in bolletta) in quanto legato anche a meccanismi relativi ai mercati finanziari e per giunta può essere evidenziato solo in parte dato che si tratta di una stima soggetta a possibile errore in quanto non risultano pubblici in maniera puntuale i valori del capitale investito di ogni asset infrastrutturale”.
 
Parte degli aumenti rispondono anche a una logica di contrasto alle emissioni nocive e quindi di tutela dell’ambiente, che però - osservano ancora i consiglieri della sinistra civica - “vengono completamente scaricati sulla bolletta che, non essendo ispirata a criteri di progressività, incide in maniera assai più consistente sulle classi sociali più deboli, che quindi sono costrette a sostenere il peso maggiore dell’andamento del mercato dell’energia, sia quello per provvedimenti pur doverosi di natura ambientale. Ingenerando con ciò un possibile conflitto fra ambiente e condizioni economico sociali”. Tanto più se si considera che “solo parte dei fondi reperiti dai permessi di emissione di CO2 sono utilizzati per politiche a tutela dell’ambiente, mentre in parte sono utilizzati per il pagamento del debito pubblico”.
 
Cosa fare per scongiurare ulteriori rincari? Cuneo per i Beni Comuni caldeggia una profonda revisione legislativo normativa - anche in sede europea - al fine di ottenere la riduzione al 5% dell’Iva sulle bollette di luce e gas, “nonché - magari anche nell’ambito una riforma più generale della tassazione diretta ed indiretta - affinché vengano messi in atto strumenti che, con elementi di calmierazione strutturale, portino alla cancellazione della remunerazione del capitale investito in bolletta, ad un trasferimento sulla fiscalità generale dei costi di investimento nei settori in questione. Con l’obbiettivo di andare nella direzione di incentivare effettivamente al risparmio energetico e anche di una applicazione comunque tendenzialmente progressiva - relativa ai costi effettivi di utilizzo - dei costi di gas e energia, in ossequio al dettato costituzionale”.

Notizie interessanti:

Vedi altro