CUNEO - Taxisti e NCC in rivolta: “Il ddl Concorrenza è una bomba per il comparto”

Confartigianato chiede lo stralcio dell’articolo 8 e la conferma delle prerogative della Regione in materia di regolamentazione: “Disinvolta apertura alle piattaforme”

19/12/2021 11:59

L’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi ha recentemente incontrato una delegazione di Confartigianato Imprese Piemonte, tra i cui esponenti era presente Eraldo Abbate, rappresentante provinciale e presidente regionale NCC - Noleggio Con Conducente.
 
Sul tavolo, la richiesta di sostegno da parte della Regione Piemonte allo stralcio dell’articolo 8 del DDL Concorrenza. “Trattandosi, nei fatti, di un duplicato della delega già in essere per la riforma del trasporto pubblico locale non di linea, peraltro mai completata” osservano i rappresentanti degli imprenditori, che hanno espresso forte preoccupazione per le prospettive del comparto: “Il rischio è quello di compromettere alcuni dei principi cardine del nostro ordinamento, anche in contrasto con la Costituzione, che riconosce e tutela il valore del lavoro, dell’artigianato e della cooperazione”.
 
“Taxisti ed NCC - commenta Eraldo Abbate, cui si aggiunge Umbro Germini, rappresentante dei Taxisti di Confartigianato Cuneo - sono in perfetta sintonia nel denunciare alla Regione le forti criticità che potrebbero derivare al comparto dalle disposizioni contenute nell’art. 8 del Decreto Concorrenza. Una disinvolta apertura alle piattaforme che si basano sull’intermediazione (e non sulla connessione) del lavoro mina proprio le caratteristiche tipiche dell’esercizio autonomo e mutualisticamente organizzato delle attività di trasporto di persona non di linea, con il rischio di trasformare migliaia di imprese in ‘lavoratori subordinati’. Tra l’altro non apportando per l’utente alcun miglioramento del servizio come già sperimentato in altre nazioni nelle quali si sta tornando all’assetto precedente. Deve essere marcata la differenza tra intermediazione e interconnessione, per evitare che si verifichi un vero e proprio attacco al lavoro che privilegi pericolosamente strumenti che lo intermediano anziché produrlo. Occorre tutelare il lavoro, non l’intermediazione del lavoro”.
 
“La libertà d’impresa - continua Abbate - non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, non può recare danno alla sicurezza, alla liberta e alla dignità umana, come previsto dall’art. 41 della Costituzione, nell’ottica dell’interesse collettivo che nel nostro settore deve sempre essere garantita, in quanto servizio pubblico integrativo e complementare del trasporto locale, e il provvedimento non può prescindere dalla difesa dell’artigianato e della cooperazione - settori tutelati dall’art. 45 della Costituzione. A chi risponde, invece, il Decreto Concorrenza? Ci va un cambiamento culturale sul tema dei servizi pubblici che oggi è in crisi e che dal prossimo 1° gennaio non avrà più gli strumenti di sussidio previsti per la pandemia”.
 
“Dobbiamo continuare a sostenere - concludono Luca Crosetto e Giorgio Felici, presidente provinciale e regionale di Confartigianato - la territorialità del servizio e salvaguardare le attività di migliaia di professionisti che operano in maniera regolare e nel rispetto delle regole. Una legge nazionale non può non tener conto delle esigenze delle imprese a cui corrispondono persone e famiglie che vivono di queste attività”.
 
L’assessore regionale Marco Gabusi ha espresso piena solidarietà e appoggio alle istanze espresse, e ha condiviso la proposta presentata dalla delegazione in merito alla elaborazione e alla approvazione redazione di un Protocollo d’intesa tra le parti interessate.

c.s.

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