LIMONE PIEMONTE - Tenda bis, ora la Francia interroga: in una lettera richieste di chiarimenti su costi e modifiche al progetto

In una missiva inviata al Commissario Prisco dal Prefetto della Regione Paca una serie di domande e un attacco a Edilmaco: "Propone modifiche incomplete e ingiustificate. Ricordi gli obblighi contrattuali"

Andrea Dalmasso 19/12/2023 10:24

Dubbi di carattere economico-finanziario, ma anche amministrativo e strettamente tecnico. Una lunga serie di perplessità relative ai lavori per il Tenda bis, tutte contenute in un lungo documento che lo scorso 11 dicembre è arrivato sul tavolo del commissario straordinario Nicola Prisco. Documento che, per conto della Commissione Tecnica francese, porta la firma del prefetto della Regione Paca, Olivier Torlai, in cui si chiedono una serie di precisazioni e integrazioni sull’opera, sui suoi costi e su alcune modifiche al progetto. Ieri il cantiere del Tenda bis ha visto l’ennesima protesta, organizzata stavolta da Confcommercio, dovuta ai biblici tempi di realizzazione. Prima del presidio, che si è svolto a pochi metri dal cantiere, in municipio a Limone Piemonte si era tenuta una riunione che ha visto la partecipazione del presidente della Provincia Luca Robaldo, dell’assessore regionale Marco Gabusi, dei Sindaci del territorio e dei rappresentanti dell’Anas, Prisco compreso. Proprio durante questo vertice sarebbe emersa l’esistenza del documento citato in apertura.
 
"Anas trasmetta una giustificazione dei costi"
 
Si legge nel primo punto della missiva: “Durante la CIG del 6 ottobre, Anas ha annunciato di aver firmato una clausola addizionale al contratto con Edilmaco e ha presentato un nuovo quadro economico pari a 328,5 milioni, superiore al costo di riferimento di 255 milioni approvato dalla CIG il 6 settembre 2022. Come previsto dall’articolo 19.7 dell’accordo tra Italia e Francia, desidereremmo che Anas possa trasmettere alla CIG una giustificazione ufficiale delle scelte operate, spiegando in particolare l’evoluzione dei costi, che porta da un totale progetto e lavori di 159 milioni a 206 milioni per le due canne in meno di un anno, e il dettaglio del costo di 70,4 milioni relativo alle riparazioni dei danni causati dalla tempesta Alex”. Da Parigi, insomma, vogliono vederci chiaro sui costi dell’opera, lievitati in maniera significativa negli ultimi anni.
 
Nel documento si chiedono inoltre chiarimenti su questioni relative al rialesaggio della galleria storica. Oltre agli aspetti tecnici, anche in questo caso si chiedono precisazioni sui costi: “Gli elementi trasmessi non consentono di analizzare la coerenza e la completezza”, si legge nella comunicazione.
 
Chiarimenti sulle modifiche al progetto
 
Per quanto riguarda lo scavo dei nuovi imbocchi delle gallerie lato Francia, in occasione della riunione della Commissione Tecnica dello scorso 6 dicembre, Edilmaco avrebbe comunicato alcune modifiche al progetto. Nello specifico, è stata indicata “l’intenzione di proseguire lo scavo dell’imbocco della nuova canna senza tombamento al punto di congiungimento di una parte di tale canna, come attualmente previsto”: “Si tratta di una modifica sostanziale di metodologia di esecuzione che rischia di rimettere in discussione la stabilità della nuova canna nel punto in cui si congiungono i due fornici. Essendo la galleria storica attualmente tombata, ne potrebbe derivare l’impossibilità di accedere al cantiere sul versante francese con conseguente interruzione dei lavori per diversi mesi, in caso di incidente”, scrive Torlai, che sul punto chiede ad Anas di dimostrare la fattibilità della metodologia in questione.
 
Dalla Francia perplessità anche su una modifica recentemente proposta da Edilmaco, che intenderebbe sostituire dodici pali di diametro 1200 mm indicati dal progetto originario con quarantaquattro micropali di diametro 300 mm: “Una soluzione radicalmente diversa e potenzialmente soggetta a nuovi imprevisti”, dicono da Oltralpe.
 
La questione valanghe
 
Altro punto “caldo” quello relativo alla protezione dalle valanghe: Anas propone l’installazione di reti, ma secondo uno studio dell’INRAE, istituto di ricerca francese, la soluzione non sarebbe sufficiente e porrebbe un problema di manutenzione nel tempo. Lo studio raccomanda invece la chiusura della strada in caso di evento climatico importante, con distacco preventivo delle valanghe mediante installazione di sensori e un dispositivo Gasex per il distacco da remoto. Nell’ultimo punto prima delle conclusioni Torlai richiede precisazioni anche sulla questione dei muri di sostegno ai tornanti di accesso alle gallerie sul versante francese.
 
Le conclusioni: "L'azienda ricordi gli obblighi contrattuali"
 
Conclusioni che assumono contorni molto duri: “Sono stati concordati con Edilmaco importi significativi affinché possa raddoppiare le risorse e rispettare i termini prescritti per la realizzazione del progetto della Variante 5, approvato dalla CIG del 6 settembre 2022. Invece, l’impresa propone modifiche incomplete e non giustificate, metodi di realizzazione a dir poco incerti, non approvati dalla Commissione Tecnica, che rischiano di degradare le condizioni di sicurezza e la qualità dell’opera, nonché di compromettere il proseguimento dei lavori. Poiché questi ulteriori cambiamenti non possono essere approvati nella loro forma attuale, è opportuno rammentare all’impresa i propri obblighi contrattuali per la realizzazione del progetto. La soluzione più sicura sarebbe certamente concentrare tutti gli sforzi e le risorse necessarie a tale scopo e non improvvisare con modifiche che non siano tecnicamente comprovate”.
 
Da Parigi, insomma, una lunga e articolata richiesta di spiegazioni, chiarimenti, integrazioni. Prisco, durante la riunione di ieri, ha assicurato che Anas risponderà a breve, in modo da consentire la convocazione della prossima CIG entro gennaio. Il Commissario, sempre in occasione della manifestazione di ieri, ha ribadito ancora una volta la sua garanzia: il nuovo tunnel verrà aperto al traffico a senso unico alternato a giugno del 2024. In molti, tra i presenti al Colle, non riescono però a confidare nella promessa. Nell’elenco degli scettici, lo dimostra il documento datato 11 dicembre, anche le stesse autorità francesi.

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