CUNEO - Tettoia Vinaj, c’è un giudice a Torino: la sentenza dopo il 30 ottobre

Tempi anticipati per l’appello, annuncia l’assessore Fantino. Entro novembre si attende anche la commissione sul futuro di Cascina Vecchia

Andrea Cascioli 28/10/2025 07:00

Non più tardi dello scorso marzo si era detto che la sentenza di appello sul caso di Tettoia Vinaj sarebbe arrivata - almeno - a dicembre del 2026. La buona notizia è che questa previsione va rivista e di parecchio. L’assessore al Bilancio Valter Fantino annuncia infatti che la data per il deposito della memoria conclusionale è stata fissata al 30 ottobre, vale a dire giovedì prossimo. In sede di Corte di Appello si attende una decisione nel merito delle richieste avanzate dal Comune di Cuneo, ovvero la condanna della Tettoia Vinaj srl e il risarcimento dei canoni scaduti. La controparte non si è costituita in giudizio, pertanto non bisognerà attendere le controdeduzioni: una volta consegnata la memoria sarà questione di settimane, forse meno. L’aggiornamento giunge in risposta a un’interrogazione con cui Beppe Lauria (Indipendenza!), il primo insieme a Sturlese a sollevare il “caso” dei canoni non pagati, chiedeva conto degli sviluppi giudiziari. La risposta rassicura il proponente anche riguardo all’altro tema sollevato, ovvero “se il neoconcessionario è regolare nei pagamenti delle spettanze”. Assolutamente sì, risponde l’assessore, anzi da Open Baladin è arrivato anche il pagamento degli oneri di monetizzazione dei parcheggi che la società di Dario Dalmasso - tuttora concessionario, attraverso la Exin Cantore, dell’antistante ex caserma - aveva sempre rifiutato di versare. Parliamo, per l’esattezza, di 292.561,74 euro già corrisposti. Novembre sarà il mese della verità anche per quanto riguarda a un altro bene comunale il cui recupero definitivo si è molto complicato, proprio a causa dell’affaire Tettoia Vinaj. Si parla di Cascina Vecchia, dove lo stesso Baladin si è sfilato dalla convenzione perché non in grado di affrontare i costi alla luce della necessità di sobbarcarsi la gestione della sede in piazza Foro Boario. La commissione richiesta a gran voce da Giancarlo Boselli (Indipendenti) arriverà entro la fine del prossimo mese, fa sapere l’assessore alla Cultura Cristina Clerico. “Cascina Vecchia è recuperata, sana e in attesa di trovare un nuovo concessionario” aggiunge l’esponente della giunta, rivendicando la risoluzione consensuale del contratto “con l’incameramento di un importo da parte dell’ente”. Tutto a meraviglia, insomma? Mica tanto: “Certo la precedente concessione non ha funzionato tant’è che il concessionario, prima dell’inizio dell’attività, ha voluto tirarsi indietro: è una procedura da cui abbiamo imparato cosa non fare” ammette l’assessore. Boselli, foto alla mano, contesta anche il fatto che il recupero sia davvero ultimato: “Chiunque ha avuto possibilità di entrare può rendersi conto che non è stata completata, perché le parti che dovevano essere ristrutturate dalla parte privata non lo sono. Le pavimentazioni non sono complete e i cavi sono ancora allo stato grezzo”. L’operazione, ricorda, prevedeva un intervento da 2,6 milioni da parte del Comune: “E quello è stato fatto, ma l’intervento da 600mila euro del privato no”. “Una cosa l’abbiamo capita, - aggiunge rivolto a Clerico - che lei non sa cosa fare di Cascina Vecchia: il suo operato, almeno fino ad oggi, è stato fallimentare”. Anche Lauria ritrova sulla cascina di San Rocco l’indole mordace che aveva accantonato - per il momento - sulla tettoia: “Spiegateci se i soldi sono stati spesi con indicazioni precise, cosa è stato fatto e soprattutto quanto ci ha messo il privato”. Critiche analoghe ai rapporti dell’amministrazione con Baladin vengono rinnovate da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Il problema è la convinzione che trovato il gestore si risolva tutto, ma purtroppo non è così. Capita che il gestore sia un ristoratore a cui degli aspetti ‘altri’ non frega niente, se i conti non tornano”.

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