CUNEO - Tettoia Vinaj, il Comune cita in giudizio il privato che gli deve oltre 500mila euro

L’11 novembre la prima udienza del processo. Lauria attacca la giunta: “Siete pessimi amministratori, c’è chi viene sfrattato per pochi mesi di canone non pagato”

Andrea Cascioli 26/10/2021 17:46

 
Tanto tuonò che piovve. Alla fine l’annunciato - e più volte procrastinato - scontro giudiziario tra il Comune di Cuneo e la società Tettoia Vinaj srl ci sarà davvero.
 
La questione si trascina ormai da due anni: il primo a sollevarla con un’interpellanza fu il consigliere di Cuneo per i Beni Comuni Ugo Sturlese. All’epoca l’assessore Paola Olivero rispose che l’amministrazione avrebbe tentato di risolvere il contenzioso senza guastare i rapporti con “una realtà del territorio”. Cortesia che a quanto pare non è servita a nulla se è vero che alla fine ci si è affidati agli avvocati.
 
Questi i fatti in sintesi: Tettoia Vinaj srl è il privato che è subentrato alla Consital nella gestione dell’immobile di piazza Foro Boario e che affitta a sua volta al Baladin (estraneo al contenzioso). Il contratto di appalto trentennale (prorogabile) prevede un canone di 30mila euro per ogni annualità fino al terzo anno, per poi salire a 48219 euro per ciascuno dei successivi cinque anni e a 63266 euro per ogni anno successivo al decimo, al netto dell’Iva. C’è però una divergenza di interpretazioni riguardo alle tempistiche: la srl ritiene di non dover corrispondere il canone di concessione ogni anno bensì una sola volta per i primi cinque anni. Questo in base a un’interpretazione delle clausole contrattuali che è invece disconosciuta dal Comune.
 
La prima lettera di sollecito risale al 3 novembre 2015 e da allora, nonostante il lavorio degli uffici comunali, nessun passo avanti è stato compiuto. “Ballano” all’incirca 554mila euro, se si sommano ai 263mila euro di omesso versamento dei canoni altri 291 mila euro di mancata monetizzazione dei parcheggi: una cifra che la città di Cuneo intende riavere indietro e per la quale lo scorso giugno ha citato in giudizio il gestore. La prima udienza del procedimento civile è in calendario il prossimo 11 novembre.
 
Nel frattempo, dai banchi dell’opposizione Beppe Lauria ricorda alla giunta che l’affaire Tettoia Vinaj è in cima ai “sospesi” destinati - verosimilmente - a trascinarsi oltre la scadenza del mandato di Federico Borgna: “Vorremmo ricordare a questa amministrazione che oltre a tante cose fatte ce ne sono tante non fatte, o meglio non concluse” esordisce il consigliere, nel presentare un’interpellanza che menziona anche il contenzioso sull’ex chiosco del Parco della Resistenza e le precarie condizioni dello storico palazzo Chiodo in via Cacciatori delle Alpi. “Se fossimo una società privata sareste dei pessimi amministratori” attacca il veterano della destra civica, stigmatizzando il fatto che “a volte rinunciamo a iniziative sul territorio perché non abbiamo risorse, ma permettiamo a un concittadino di non versare qualcosa come mezzo miliardo delle vecchie lire”. Una tirata d’orecchie arriva anche ai privati “morosi”: “Credo che questi amministratori almeno un po’ di fastidio dovrebbero provarlo, se pensiamo che c’è chi viene sfrattato da casa perché non paga l’affitto al Comune dopo quattro mesi”.
 
Altre critiche Lauria le riserva all’incuria in cui versa ormai da tempo palazzo Chiodo, dimora rinascimentale del ‘500 acquistata dal Comune nel 2015 con l’intento di ampliare la sede della Biblioteca civica: “Con la collega Menardi avevamo chiesto di effettuare un accesso, ci era stato prima concesso e poi negato perché non c’erano le condizioni di sicurezza. Rinnoviamo la richiesta di accedere per vedere quali siano le condizioni di un immobile che è costato non poco al Comune”. Replica sul punto l’assessore al Patrimonio Paola Olivero: “Su palazzo Chiodo sono iniziati in estate i colloqui con la sovrintendenza e c’è stato un sopralluogo. Appena avremo aggiornamenti dalla sovrintendenza sarà nostra premura informare il Consiglio”.

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