CUNEO - 'Torino ha quattro volte gli abitanti della Granda, ma lo stesso numero di morti sul lavoro: da noi è una strage'

Stamane l'assemblea provinciale dei rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori. I sindacati hanno chiesto alla Provincia un tavolo di discussione permanente

29/11/2019 12:07

“In provincia di Cuneo la sicurezza sul lavoro è diventata un’emergenza, non bisogna avere paura di usare parole forti, perché questa è la realtà”. Così il segretario provinciale della Cgil, Davide Masera, ha aperto l’assemblea provinciale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, svoltasi stamattina presso il Centro Incontri della Provincia di Cuneo. Ad oggi, venerdì 29 novembre, sono 19 i morti sul lavoro nella Granda nel 2019. “La provincia di Torino con il quadruplo degli abitanti ha lo stesso numero di decessi, stiamo parlando di una vera e propria strage”. Se si guarda indietro di cinque anni (fino al 2014)  i morti sul lavoro salgono a 115.

“Abbiamo chiesto alla Provincia di aprire un tavolo di discussione permanente su questi temi - ha spiegato il segretario della Cisl, Massimiliano Campana -. Non basta il cordoglio quando accade qualche tragedia. È indispensabile che si pongano in essere azioni concrete. Due punti sono essenziali: valorizzare il ruolo dei rappresentanti della sicurezza e che la salute non sia la priorità solo per il sindcato, ma anche per la politica, le istituzioni e il mondo delle imprese”.

Gli ha fatto eco il segretario provinciale della Uil Armando Dania: “Salute e sicurezza dei lavoratori non hanno la giusta rilevanza all’interno della nostra società e del nostro territorio. La costanza degli infortuni e degli eventi tragici sono lì a dimostrarlo”. Il sindacalista ha poi puntato il dito su un aspetto ampiamente sviscerato durante l’assemblea: “Più crescono precarietà e insicurezza e più salgono i fattori di rischio per i lavoratori, in quanto si mira al mantenimento del posto più che alla propria sicurezza”.

Nella riunione tenutasi Centro Incontri è stato ricordato Andrea Barale, l’operaio morto sul lavoro lo scorso venerdì 18 ottobre alla Merlo di San Defendente di Cervasca. “Quando è stato assunto era minorenne, era un bravissimo ragazzo, ma gli era stata inculcata la mentalità che il padrone era il signore sceso in terra - ha detto il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dell’azienda metalmeccanica, Marco Conte -. Dopo l’incidente in molti si sono domandati se la colpa fosse di qualcuno, ma la colpa è sempre di chi ci sfrutta”.

Samuele Mattio

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