CUNEO - “Troppi assembramenti a Cuneo, perché il sindaco non interviene?”

Il consigliere Ugo Sturlese denuncia: “Ritrovi in corso Dante e pochi controlli nelle vie frequentate. Serve più comunicazione sui rischi, soprattutto tra i ragazzi”

Immagine di repertorio

Redazione 12/04/2021 18:21

 
L’amministrazione comunale di Cuneo non fa abbastanza per prevenire i rischi di assembramento e controllare il rispetto delle norme anti-Covid. Ne è convinto il consigliere Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), che ha annunciato un’interpellanza sul tema nella prossima seduta dell’assemblea civica.
 
L’ex medico in pensione segnala un “preoccupante incremento di comportamenti scorretti e pericolosi”, menzionando tra questi “la mancanza dell’uso della mascherina, il ritrovo in piccoli assembramenti presso le panchine di corso Dante senza le dovute precauzioni, il mancato contingentamento ed insufficiente controllo delle vie maggiormente frequentate della città come Corso Nizza, gli insufficienti controlli sul rispetto dell’uso della mascherina nei giorni del mercato del martedì, lo svolgimento anche in città confinanti di cerimonie con alto afflusso di partecipanti”.
 
Tutte problematiche rispetto alle quali, a suo dire, è da rilevare non solo un’eccessiva tolleranza da parte delle autorità ma anche “una insufficiente attività comunicativa, con specifico riferimento alla mancata sensibilizzazione della fascia giovanile cuneese (in generale più tendente di altre ad un rilassamento circa il rispetto delle regole anti-Covid) circa i maggiori rischi derivanti dalla diffusione della cosiddetta variante inglese”. Stando alla maggioranza degli studi, continua il proponente dell’interpellanza, questa rappresenta ormai la grande maggioranza dei casi presenti in Italia (circa l’86,7% per cento secondo la Fondazione Veronesi): “Come è noto il maggiore tasso di contagiosità rispetto al ceppo originario di Coronavirus 19 è pari a circa il 40% secondo l’ISS e si diffonde con maggiore facilità anche tra le fasce di popolazione più giovane, pur non sembrando ad oggi più pericolosa rispetto al ceppo originario nella mortalità”.
 
La provincia di Cuneo, ricorda ancora Sturlese, “è stata per diverse settimane ed è tuttora tra quelle con i peggiori indici di contagio di tutta la penisola italiana con picchi arrivati fino alla enorme cifra di 430 casi per 100.000 abitanti, oltre il 60% della soglia sanitaria fissata per la zona di massimo rischio, ovvero la zona rossa, pari a 250 casi per 100.000 abitanti”. Tuttavia, malgrado il tasso di contagiati più alto della media nazionale, non sono stati presi ulteriori provvedimenti di vigilanza e di contrasto agli assembramenti e al mancato rispetto delle regole di distanziamento, rispetto alle ordinanze nazionali e regionali già in vigore.

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