CUNEO - ‘Troppi incidenti mortali sulle strade della Granda: a Cuneo l’eccesso di velocità è un problema’

Vincenzo Bennardo traccia il bilancio del primo anno al comando dei Vigili del Fuoco e annuncia: ‘Da fine 2020 saremo pronti con la nuova sala operativa’

Andrea Cascioli 15/08/2020 08:06

 
Torinese di 52 anni, oltre venti dei quali trascorsi tra i pompieri con incarichi di comando a Prato e a Savona, l’ingegner Vincenzo Bennardo è dal 6 maggio dello scorso anno alla guida dei Vigili del Fuoco di Cuneo.
 
Per lui una sfida impegnativa, quella di riorganizzare un corpo provinciale che veniva da quattro anni di ‘interregno’ e un territorio vasto dove serve molta prontezza per rispondere in tempo alle emergenze. L’ultima, quella della tremenda notte tra l’11 e il 12 agosto a Castelmagno, ha impegnato tredici uomini giunti poco dopo mezzanotte con il nucleo SAF da Cuneo e una squadra di volontari di Busca. Quando sono arrivati all’alpe Chastlar c’erano solamente un’ambulanza e due civili impietriti dal dolore: erano il padre e la madre di uno dei ragazzi coinvolti, i primi a sopraggiungere. Per oltre quattro ore i vigili hanno continuato a coordinare la gestione dei mezzi e dei soccorritori smistandone il traffico tra il santuario e l’impervia stradina di borgata Chiotti: “Nessuno era rimasto incastrato nell’auto, così abbiamo potuto dedicarci subito a soccorrere chi era ancora in vita e a portare via i morti. Di norma in questi casi occorre anche frugare alla ricerca di documenti o di qualunque traccia che permetta di rendere identificabili le vittime. Operazioni delicate dato che questa volta si trattava di compierle di fronte ai loro genitori”.
 
Fare il pompiere, purtroppo, significa anche gettarsi in questi abissi. Per aiutare chi rischia di non risalirne il corpo ha istituito un supporto psicologico strutturato a livello nazionale a fronte delle grandi catastrofi, come i terremoti e il disastro della Costa Concordia. Oltre all’aiuto degli psicologi esiste anche un supporto “tra pari” che permette di instaurare un dialogo con i colleghi dopo eventi di forte impatto emotivo. Quello che ha segnato di più il morale negli ultimi tempi, senza dubbio, è l’esplosione della cascina di Quargnento avvenuta ad Alessandria lo scorso 5 novembre, un atto doloso costato la vita a tre vigili del fuoco.
 
Se è vero che l’episodio di Castelmagno fa storia a sé, nei suoi primi quindici mesi nella Granda Bennardo dice di aver riscontrato un’incidentalità non elevata nei numeri ma pesante per i suoi esiti: “Sulle strade della provincia si va veloce e gli incidenti mortali sono tanti, quasi ai livelli del Torinese”. Il dato è significativo perché i pompieri, a differenza delle forze dell’ordine e del 118, intervengono di norma solo a fronte di sinistri gravi, quando si tratta di liberare un ferito dalle lamiere o di estinguere un incendio. E le statistiche confermano questa impressione: se nel 2019 le vittime a questo punto dell’anno erano state 19, nel 2020 sono già arrivate a 16 malgrado due mesi di traffico pressoché azzerato. Il lockdown, del resto, non sembra aver migliorato i comportamenti degli automobilisti cuneesi: “Nei primi dieci giorni di ritorno alla normalità abbiamo ricevuto un picco di chiamate per incidenti: se ne contavano sei o sette al giorno. Come se durante l’isolamento casalingo la gente avesse disimparato a guidare”.
 
L’emergenza Covid ha avuto anche un altro effetto, quello di bloccare i lavori per l’allestimento della nuova sala operativa che il comandante aveva individuato come priorità assoluta: la sala sarebbe dovuta entrare in funzione a settembre, ma nonostante i ritardi si riuscirà ad attivarla entro l’anno. La tecnologia, infatti, è ormai la chiave di tutto: “Ancora vent’anni fa avevamo un semplice centralino. Alle squadre in uscita si consegnavano i cartellini scritti a penna con le indicazioni per raggiungere i vari posti”. Ricordi che fanno sorridere, in tempi di Gps e navigatori.
 
Un altro risultato che Bennardo rivendica con orgoglio è l’attivazione del turno notturno per il distaccamento di Levaldigi: adesso, grazie al nuovo accordo, quando l’aeroporto è chiuso i pompieri in servizio possono intervenire in strada come i loro colleghi. Oltre a Levaldigi i distaccamenti permanenti si trovano a Saluzzo, Mondovì, Alba e nella centrale di Cuneo. A questi si aggiungono 16 distaccamenti volontari: in totale nella nostra provincia operano circa 300 vigili del fuoco professionisti e 400 pompieri volontari, più e meno ‘assidui’. Anche questi ultimi, sottolinea il comandante, hanno cambiato profilo nel tempo: “Molti fanno lavori sempre meno stanziali, quindi è abbastanza facile reperire personale nei festivi o di notte ma è più difficile nei giorni feriali. La minor disponibilità di volontari ci ha portati a rinunciare ad alcuni distaccamenti che pure potremmo tenere aperti: penso a quelli di Carrù, Caraglio e Valdieri”. Una ‘tirata d’orecchie’ sotto questo profilo va fatta anche agli amministratori locali: “Ai comuni che non fanno gioco di squadra per gestire i costi bisogna far comprendere l’utilità del servizio. Il distaccamento non serve solo il comune che lo ospita ma un’area di competenza territoriale e all’occorrenza l’intera provincia”.

Notizie interessanti:

Vedi altro