CUNEO - “Tu cosa stai facendo?”: i manifesti contro "violenza e complicità" comparsi a Cuneo

L'iniziativa sulla scia delle mobilitazioni organizzate nelle ultime settimane per tenere alta l'attenzione su quanto accade ed è accaduto nella Striscia di Gaza

Redazione 15/10/2025 16:43

Tu cosa stai facendo?”. È la domanda riportata su alcuni manifesti comparsi negli ultimi giorni in diversi punti della città di Cuneo, sulla scia delle mobilitazioni organizzate nelle ultime settimane per tenere alta l'attenzione su quanto accade ed è accaduto nella Striscia di Gaza. Un’iniziativa, dicono i promotori in un comunicato, pensata per “scuotere chi li osserva”. Sui manifesti “Volti ordinari, persone comuni che permettono a chi guarda di identificarsi direttamente. Persone che sorridono mentre spingono un carrello della spesa. Ma dentro quel carrello non ci sono prodotti: c’è la violenza sistemica che ingoiamo ogni giorno, normalizzata e invisibile, finché non la guardiamo negli occhi”. Ogni carrello della spesa contiene elementi che raccontano “la violenza quotidiana e la complicità”: “Armi, simbolo della politica della guerra e della militarizzazione. La stretta di mano tra Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu, rappresentazione della complicità italiana con il genocidio a Gaza. I CPR, prigioni-lager, analoghi ai centri di rimpatrio in Albania e ai centri di detenzione in Libia. Una mano su un volto a simboleggiare il razzismo. Mani che emergono dall’acqua per rappresentare le persone lasciate morire in mare”.  Prosegue il comunicato: “Questi simboli mostrano che la violenza non è un fenomeno isolato, ma un sistema che permea la vita quotidiana: dalle discriminazioni strutturali che limitano opportunità e diritti, fino alle ingiustizie invisibili che accettiamo senza accorgercene. Tutto questo si intreccia con la repressione di chi osa dissentire, in Italia e nel mondo, alimentata dai media, dalle menzogne e dalla manipolazione della realtà, strumenti con cui chi detiene il potere mette a tacere chi si oppone. Governi e istituzioni promuovono la paura, alimentano conflitti e giustificano la corsa al riarmo come necessità ineludibile, mentre le popolazioni pagano il prezzo della distruzione, della militarizzazione e del profitto bellico. Armamenti, esercitazioni e accordi militari diventano strumenti di controllo sociale e geopolitico, mentre i bisogni reali della popolazione – welfare, sanità, istruzione, cultura, diritti – vengono ignorati o sottoposti a tagli sistematici. Nell’immagine del manifesto il contrasto tra l’estetica allegra – sorrisi, carrelli, supermercati – e il contenuto crea disagio nello spettatore, costringendolo a chiedersi: ‘Perché queste persone sorridono mentre portano con sé morte, armi e violenza? E se quel sorriso fosse il mio?’ Questo disagio è il primo passo verso la consapevolezza: non si tratta di colpe individuali, ma di responsabilità collettive. Di fronte a un genocidio, agli accordi di pace di facciata che continuano a mietere vittime, alla negazione dell’autodeterminazione del popolo palestinese, ai discorsi di odio e infamia dei governanti italiani e internazionali, alla disumanizzazione del popolo palestinese diffusa dai media e alla repressione di chi manifesta dissenso, la responsabilità dei colpevoli non può restare impunita. Troppo spesso, chi alimenta guerre, lucra sulla violenza o legittima pratiche disumane viene premiato, applaudito e collocato al potere. Non possiamo più accettare che l’impunità diventi riconoscimento, mentre la giustizia resta un miraggio”. Ogni manifesto include un QR code che rimanda a un manuale di “pratiche concrete per rompere questa catena di complicità e indifferenza". Tra le indicazioni “boicottare aziende complici del genocidio in Palestina”, “controllare i propri investimenti e spostare i risparmi da banche coinvolte nel finanziamento delle armi”, “scegliere consumi sostenibili: locali, collaborativi, economia solidale”.

Questa affissione è un’iniziativa autonoma. - spiegano ancora i promotori - Chiunque si rispecchi nel messaggio – privati, associazioni, partiti, cooperative – può stampare liberamente il materiale e/o condividerlo sui social dal seguenti link https://shorturl.at/Mn8BW".

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