CUNEO - Un lettore su piazza Europa: "Altrove si cerca di portare i veicoli fuori dai centri urbani, qui è il contrario"

"Dobbiamo cambiare abito mentale, limitando l'ottuso senso di onnipotenza teso a soddisfare egoismi e velleità personali"

Redazione 25/07/2022 12:40

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Egregio Direttore,
 
ho letto tardivamente la lettera dell’Ing. Aldo Lingua datata 21 dicembre 2020, ed anche se la situazione sembra ormai compromessa , spero  voglia accogliere una voce di supporto a quelle più rilevanti del Comitato di Piazza Europa e di “Cuneo mia”.
 
Anch’io risiedo da molto tempo in Piazza Europa e la mia prima riflessione è che il “mio” tempo  è quasi consumato, così come  è ridotto dai  40 anni di residenza quello dell’Ing. Lingua.
 
Ritengo irrilevante sia la residenza che la durata della stessa, dato che come precedentemente sottinteso, si tratta di una situazione provvisoria e pertanto senza alcuna rilevanza sul progetto : non si tratta delle nostre preferenze o necessità ma di quello che è meglio per la Città di Cuneo, soprattutto quella futura.
 
Considerando l’evoluzione della mobilità, da cui deriva una parte sostanziale dell’inquinamento atmosferico, mentre altrove si cerca di sottrarre la circolazione veicolare dai centri urbani nella nostra città si organizza il contrario senza una consultazione, non come suggerito dall’ingegnere riservata ad esercenti e residenti,  bensì rivolta a tutti i cittadini perché piazza Europa non è un condominio (nel caso i condomini sono i cuneesi) ma uno spazio pubblico, cioè di tutti.
 
In quanto ai cedri vorrei far notare la totale mancanza di considerazione per la loro “vita”, che, anche se non la comprendiamo, merita comunque rispetto oltre alla gratitudine per i benefici fisici e mentali che ne traiamo.
 
In generale dobbiamo cambiare abito mentale limitando l’ottuso senso di onnipotenza  teso a soddisfare egoismi e velleità personali quasi sempre connessi ad interessi economici, tenendo conto che vivere “civilmente” significa soprattutto non continuare a danneggiare l’ambiente che ci ospita per lasciarlo nelle migliori condizioni possibili ai nostri successori.
 
Distinti saluti.                       
 
Giovanni Simonetto

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