CUNEO - Una nuova normativa regionale sul gioco d'azzardo: la Lega esulta, dure critiche dall'opposizione

Per il leghista Alberto Preioni "una vittoria per i lavoratori onesti". Il Movimento 5 Stelle: "Giorno nero per il Piemonte, macchia indelebile sulla nostra storia"

Redazione 08/07/2021 15:29

Il Consiglio regionale ha approvato il DdL 144 che abroga la legge 9 del 2016 e introduce una nuova normativa sul gioco d’azzardo in Piemonte. Diverse le novità introdotte: cambia il cosiddetto “distanziometro”, sarà vietata l’attività di sale da gioco, sale scommesse e spazi per il gioco, e anche l’installazione di nuovi apparecchi, a una distanza inferiore ai 300 metri da luoghi sensibili (scuole, università, sportelli bancomat, compro oro e altri) nei comuni sotto i 5 mila abitanti come da precedente legge, ridotta da 500 a 400 metri per quelli con più di 5 mila abitanti. Gli esercizi che hanno dismesso gli apparecchi dopo l’entrata in vigore della legge 9/2016, possono rivolgere istanza di reinstallazione, anche se intervenuti cambi di titolarità, senza che ciò sia equiparato a nuova installazione, purché non si superi il tetto massimo esistente a maggio 2016. L’approvazione è arrivata dopo numerose sedute di Aula e decine di ore di discussione, con il voto favorevole di Lega e Forza Italia. 
 
Le novità sono state illustrate in un comunicato comparso sul sito del Consiglio regionale: “Alcune delle disposizioni erano presenti nel 2016. Vengono definite le fasce orarie da rispettare tassativamente: sale da gioco e sale scommesse dovranno interrompere le attività dalle 2 alle 10, gli spazi gioco per dieci ore giornaliere complessive, di cui otto ore consecutive nella fascia dalle 24 alle 8 e due ore nella fascia di uscita dalle scuole dalle 13 alle 15. Tra le novità, in caso di nuove aperture (a cui sono equiparati l’installazione di nuovi apparecchi e il trasferimento in altro locale), non potranno essere posizionate slot nei locali di dimensione inferiore ai 25 mq, se ne potrà installare una in quelli tra 25 e 50 mq, e massimo due in quelli superiori a 50 mq. La Regione Piemonte, si specifica all’articolo 10, considera l’assenza di apparecchi da gioco come elemento preferenziale per la concessione di patrocini, finanziamenti e benefici economici. Rafforzati gli interventi di prevenzione sul gioco patologico, con una particolare attenzione a giovani e studenti.I minori di 18 anni non potranno accedere a sale gioco e sale bingo in cui sono installati i video terminali e sarà vietato l’uso di apparecchi per il gioco. Il titolare sarà tenuto a identificare i minori chiedendo il documento di identità e l’uso delle slot sarà attivabile tramite codice fiscale o tessera sanitaria. Le scuole primarie e secondarie predisporranno iniziative didattiche sui rischi del gioco, mentre in tutte le scuole - con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale - sono previste lezioni tematiche sul rischio di abusi del gioco online e su smartphone. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approverà il piano triennale di contrasto, prevenzione e riduzione del rischio del gioco patologico, attraverso azioni di educazione, informazione e comunicazione. Nello stesso periodo la Giunta lancerà il concorso per realizzare il logo “Slot, no grazie!” dedicato alle scuole di secondo grado. Il logo verrà diffuso su tutto il territorio piemontese anche grazie alla giornata dedicata che vedrà coinvolte scuole, università e Asl. La legge prevede azioni specifiche anche su usura, sovraindebitamento e infiltrazioni criminali: d’intesa con le Camere di Commercio verranno realizzate campagne di informazione e sensibilizzazione e verranno promossi protocolli d’intesa con prefetture e forze dell’ordine”.
 
Quella che abbiamo approvato è una Legge moderna che vuole fotografare il pericolo delle ludopatie in modo preciso e serio. La Regione, grazie a questo percorso che ha deciso di intraprendere, si doterà di strumenti di monitoraggio che potranno vigilare costantemente sul gioco patologico, su quello online e sul percorso di formazione che giovani e lavoratori del settore potranno iniziare grazie ai fondi stanziati contro la ludopatia - afferma l’assessore regionale Fabrizio Ricca -. Oltre a questo, era anche nostra intenzione tutelare i posti di lavoro del comparto del gioco legale. Pensiamo che la fondamentale esigenza di tutelare la salute pubblica, infatti, non debba mai scontrarsi con l’esigenza, altrettanto importante, di tutelare il diritto al lavoro. L’istituzione che cede all’idea di non poter controllare i fenomeni in modo sano e responsabile è un’istituzione che abdica alla sua stessa missione”.
 
Durante il dibattito l’opposizione ha confermato la sua ferma contrarietà al provvedimento. Il Movimento 5 Stelle ha utilizzato toni molto duri in una nota diffusa pochi minuti fa: “È un giorno nero per il Piemonte, per la legalità, per la democrazia. Una macchia indelebile sulla storia dell'ente e della politica regionale. I responsabili di questo scempio ben difficilmente potranno far dimenticare il disastro che hanno combinato ai danni della comunità piemontese. Lo smantellamento della buona legge regionale 9/2016 contro il gioco d'azzardo patologico rappresenta un assist alla criminalità organizzata ed una porta spalancata all'azzardopatia. La Lega, con questa legge, condanna centinaia di cittadini e le loro famiglie a ripiombare nel tunnel dell'azzardo patologico, con evidenti ripercussioni anche sul servizio sanitario regionale. Una scelta scellerata, avvenuta sotto dettatura delle lobbies dell'azzardo ed ignorando tutti i pareri contrari di associazioni, enti locali e forze dell'ordine che, durante le audizioni in commissione, hanno messo in guardia il legislatore dal modificare questa buona norma”. 
 
Questa è la vittoria dei lavoratori onesti – ha invece ricordato nel suo intervento conclusivo il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni -, quelli che abbiamo incontrato nelle piazze, di cui abbiamo raccontato le storie sui nostri canali social. Uomini e donne con un’occupazione lecita, non lavoratori di serie B come qualcuno vorrebbe descriverli. Uomini e donne di un comparto legale, e noi sappiamo che dove la legalità non c’è questo vuoto viene riempito dall’illegale”.

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