CUNEO - Una “superstrada ciclabile” da Cuneo a Busca e Tarantasca: i comuni a caccia di fondi in Regione

Coinvolta anche Cervasca, dove arriverà la seconda pista attraverso Confreria. L’obiettivo è convincere chi fa spostamenti brevi a lasciare l’auto e inforcare la bici

Andrea Cascioli 08/02/2024 16:25

Non è una semplice pista ciclabile ma una specie di “superstrada” per le due ruote, con due diramazioni che conducono entrambe alla stazione di Cuneo. Una arriverà fino al centro di Busca, passando attraverso Cerialdo, Madonna dell’Olmo, Roata Rossi e San Chiaffredo, con la possibilità di ampliare i collegamenti a Tarantasca. L’altra si estenderà su Confreria e San Defendente.
 
Il progetto unisce quattro comuni (Cuneo, Busca, Tarantasca e Cervasca) e si snoda per circa 11,2 chilometri: di questi, 2,7 km sono già ciclabili, altri 2,8 km da adeguare e 5,7 km da realizzare ex novo. In totale sono stati individuati ben 21 poli attrattori sul tracciato, che saranno le principali destinazioni dei ciclisti-pendolari: tra questi lo stabilimento della Merlo, quello della Lannutti, l’ospedale Carle che è designato come sede del futuro ospedale unico di Cuneo. Un’utenza potenziale di decine di migliaia di persone, insomma, con l’obiettivo di fornire un’alternativa a chi oggi non può fare a meno di prendere l’auto anche per gli spostamenti brevi, vista la pericolosità e il livello di traffico veicolare sulle provinciali.
 
Per adesso tutto questo è un’idea, perché i fondi bisognerà cercarli in Regione. I quattro comuni hanno candidato il progetto al bando PieMonta in bici: il contributo minimo è di 500mila euro, quello massimo di 3 milioni. La Regione coprirà l’80% dei costi, a carico di ogni ente ci sarà una quota di cofinanziamento del 20%. Sono già partiti i primi sopralluoghi, effettuati con la consulenza della società italo-olandese Decisio che assisterà gli enti nelle varie fasi della candidatura: “I primi output - fa sapere il direttore di Decisio, Alessio Grimaldi - ci dicono che gli spostamenti interni ai comuni interessati sono circa 205 mila al giorno: il 65% di questi viene fatto in auto, in linea col dato nazionale. Centoventiquattromila spostamenti però sono effettuati entro i 2 chilometri, dunque su tragitti molto brevi anche a piedi: la domanda potenziale è esattamente questa”.
 
“C’è un fattore di abitudine e culturale dell’uso dell’auto, - spiega il progettista - ma c’è anche da riscontrare, verso il territorio esterno, una carenza di infrastrutture. O se sono presenti, a volte non hanno caratteristiche in linea con le aspettative dell’utenza”. Per questo “non si tratta di realizzare piste ciclabili normativamente perfette, ma adeguate all’utilizzo che le persone vorrebbero davvero farne”. Il bando regionale, aggiunge, offre ottime opportunità per un’idea di ciclabilità che non si esaurisca nella pista ciclabile, ma porti a “una rigenerazione degli spazi utilizzati”: lungo tutto il tracciato si potranno realizzare opere accessorie connesse (aree sosta, contabici, ciclostazioni, opere di moderazione del traffico) e il percorso sarà corredato da sensori che monitorino l’utilizzo effettivo delle infrastrutture. “Stiamo raccogliendo una grossa adesione del comparto produttivo sul territorio, questo significa che una domanda c’è” assicura ancora Grimaldi.
 
La medesima impressione giunge dagli amministratori: “Sono arrivate sollecitazioni da molti territori e frazioni che oggi non vengono coinvolti, - afferma l’assessore cuneese alla Mobilità Luca Pellegrino - ma era un bando molto puntuale, dove i collegamenti sistematici sono importanti e la qualità dei percorsi dev’essere alta”. La sindaca Patrizia Manassero osserva: “All’interno dei comitati di quartiere frazionali, tra le richieste emergono due temi: uno è quello della sicurezza stradale e l’altro quello dei collegamenti ciclabili. Questo accordo con altri tre comuni ci permette di ragionare in quei termini: si mette a disposizione una pista ciclabile che potrà essere utilizzata per turismo e svago, ma anche come spostamento casa-lavoro”. Sulla stessa linea i suoi omologhi, presenti nella riunione di commissione a Cuneo: “Busca fa parte dell’Eurovelo 8, il fatto di essere coinvolti in questo progetto è importante” sottolinea il sindaco Marco Gallo. Il tragitto dell’Eurovelo 8, ovvero la strada europea del Mediterraneo che attraversa dodici nazioni, costeggia anche il comune di Tarantasca: il progetto a bando, commenta il primo cittadino Giancarlo Armando, “ci dà la possibilità di andare verso le frazioni e mettere in sicurezza le reti viabili già utilizzate per le ciclabili”. “Per Cervasca è una possibilità enorme, per il collegamento con Cuneo innanzitutto, ma anche per tutte le frazioni verso Caraglio e Santa Croce” conferma il sindaco Enzo Garnerone: “Andremo a servire punti che non avremmo potuto raggiungere con le nostre finanze”.
 
 
La ciclabile lontana dalle provinciali (e dalla Michelin): “Una scelta obbligata”
 
In merito al tracciato, i progettisti hanno adottato la decisione di discostarsi, ovunque possibile, dalle strade provinciali. Una scelta dettata da ragioni di sicurezza, innanzitutto, ma anche da considerazioni legate agli espropri o ai piani di Anas e Provincia, su tutti l’ipotesi di costruzione della terza corsia a Confreria.
 
Il percorso, garantisce Grimaldi, “va a creare un asse separato in sicurezza, che non corrisponde a un allungamento” e che permetterà comunque di raggiungere aree produttive e abitazioni. A Busca si passa da via Vecchia di Cuneo, per poi rifluire per solo per un breve tratto sulla SP 589 a Tarantasca fino a via Antica di Saluzzo: una connessione lineare attraverserà Roata Rossi e poi via Antica di Busca, arrivando sull’area industriale della Lannutti fino a Madonna dell’Olmo. L’idea originaria era quella di “tagliare” da via Paesana e via Torre Allera fino alla Statale 20 e da qui connettersi alla ciclabile comunale in fase di realizzazione, fino al viadotto Soleri: si è optato però per un percorso più sicuro che evita l’ultimo pezzo di via Torre Allera (di fianco al muro di cinta di villa Tornaforte Aragno) e svolta su via Granatieri di Sardegna. Meno incertezze sull’altro tracciato, verso Cervasca: qui si creerà un collegamento dopo Confreria su via Monte Mondolè e via Bisalta, fino all’abitato di San Defendente e alla Merlo. A Cerialdo si arriva dal viadotto Soleri su via Roncata e via San Pio X, evitando i problemi di spazio e costi che avrebbe comportato un intervento sulla SP 422. “Avremmo creato una serie di attraversamenti pericolosissimi su una strada dove passano 28mila auto al giorno” conferma l’assessore Pellegrino.
 
Positivo il giudizio dei consiglieri sull’ipotesi progettuale, pur con qualche distinguo: Elio Beccaria (Crescere Insieme) rivendica l’importanza che potrebbe avere un collegamento diretto fino a Ronchi, raggiungendo lo stabilimento Michelin con i suoi 2.300 operai e impiegati. “Un futuro prolungamento di questo percorso potrà andare ad agganciare il polo produttivo” confermano i progettisti. Maria Laura Risso (Centro per Cuneo) ammette che avrebbe preferito, sul tratto Confreria-San Defendente, “una ciclabile che fosse continuativa e permettesse ai lavoratori di raggiungere l’area industriale della Merlo”: ipotesi giudicata non praticabile, come si è detto. Da Flavia Barbano (Centro per Cuneo) arriva invece un plauso alla soluzione indicata per Madonna dell’Olmo, anche in considerazione della possibilità di “agganciare” il micronido di via Granatieri di Sardegna, i cui lavori di costruzione sono partiti proprio oggi. Infine le sollecitazioni sul miglioramento della sicurezza, avanzate dalle consigliere del Partito Democratico Sara Manassero e Santina Carla Isoardi anche in riferimento alla ciclabile sul ponte nuovo: “Sono in tanti a lamentarsene - riconosce Isoardi - ma è molto utilizzata. Mi auguro che l’Anas prenda provvedimenti sulla messa in sicurezza”.

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