CUNEO - Videosorveglianza in corso Giolitti, sull’appalto del Comune la “grana” del decreto

Nel parere richiesto dal consigliere Lauria si afferma: “Solo le imprese abilitate possono svolgere quei lavori”. La ditta vincitrice dell’appalto non avrebbe i requisiti

Andrea Cascioli 14/05/2021 12:04

 
È una questione squisitamente tecnica quella che rischia di inceppare i lavori per l’installazione della videosorveglianza in corso Giolitti. Riguarda l’abilitazione dell’azienda che ha vinto la gara d’appalto da 125mila euro indetta dal Comune di Cuneo con determina del 31 dicembre scorso.
 
Ad aggiudicarsela è un’azienda unipersonale di Tarantasca, la IN.RE.TE di Michele Chialva. La ditta è nata nel 2020 e non sarebbe in possesso delle abilitazioni previste dal decreto 37 del 2008, ovvero la legge che norma l’installazione di impianti sia elettrici che elettronici negli edifici. Il Comune sostiene tuttavia che questa normativa non si applichi alle telecamere posizionate lungo il corso, ma solamente agli impianti posti al servizio degli edifici e “collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze”. Questa è stata la risposta fornita dagli uffici al consigliere Beppe Lauria, che nell’ultimo Consiglio comunale aveva sollevato il problema.
 
Lo stesso Lauria si è rivolto per un parere ulteriore a un consulente tecnico, l’ingegner Alberto Giordano di Genova. La risposta dell’esperto è che la videosorveglianza sarebbe in realtà idonea a rendere un servizio “anche agli accessi degli edifici”, almeno per la parte che insiste sui portici di corso Giolitti. Insomma, solo un’impresa in possesso dei requisiti specificati nell’articolo 4 del decreto potrebbe realizzare quel tipo di lavori. Anche perché, precisa l’ingegnere, al termine dei lavori sarà l’impresa installatrice a dover fornire la dichiarazione di conformità degli impianti. Dichiarazione nella quale rientra ciascuno dei condomini sulle cui facciate le telecamere verranno installate: la proprietà degli stessi, scrive Giordano, “assume quindi in carico l’impianto, non necessariamente per quanto riguarda il suo possesso ma in quanto l’impianto entra a farne parte quale dotazione funzionale”. Il rilascio di un certificato di conformità per impianti elettrici o elettronici, conclude il consulente, può avvenire “esclusivamente da parte di imprese a loro volta certificate per la medesima specifica categoria”.
 
Per il momento i lavori sono partiti, ma della vicenda si tornerà a parlare nel prossimo Consiglio comunale di lunedì 24. Il tema tecnico ha in realtà un risvolto prettamente politico legato ai rapporti lavorativi fra Chialva e l’assessore all’Innovazione Domenico Giraudo: i due hanno amministrato insieme la cooperativa sociale Ping prima che un provvedimento del tribunale delle imprese li sollevasse dall’incarico (sulla controversia si attende una sentenza civile) e sono tuttora soci nella collegata startup Ping-S.

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