"Altro che successo: il Buono Vesta si è rivelato la farsa della cosiddetta “politica per la famiglia a cronometro”, costringendo famiglie intere a passare la notte davanti a un computer per riuscire a ottenere un aiuto. E il giorno dopo la Regione si è perfino permessa di rivendicare con toni divisivi che la maggior parte dei fondi sono andati a famiglie italiane, anziché fare autocritica per un sistema ingiusto e caotico. È semplicemente inaccettabile". Il consigliere regionale del PD Mauro Calderoni sottolinea come la Giunta Cirio abbia trasformato una misura sociale in una vera e propria lotteria, con la logica del “chi prima arriva meglio alloggia”, anziché costruire politiche serie e inclusive: "Parlare di successo per un bonus che si esaurisce in mezz’ora è una presa in giro per le famiglie piemontesi. Servono criteri chiari, trasparenti e rispettosi della dignità delle persone, non click day e annunci propagandistici. La politica sociale non si fa come fosse il Black Friday".
Calderoni aggiunge: "E, per non sembrare quelli che criticano e basta, con così poche risorse non sarebbe stato meglio finanziare misure strutturali come un sostegno agli asili per ampliarne la disponibilità e contenere le rette, invece che un bonus a pochi fortunati? E se proprio si voleva procedere con un bonus con risorse inadeguate rispetto alla domanda potenziale, almeno bisognava adottare una graduatoria chiara e trasparente e non questa lotteria inaccettabile. Non si possono mettere sullo stesso piano famiglie con Isee di 10 mila euro e quelle con 40 mila e penalizzare chi, soprattutto nelle aree interne, ha una connessione internet meno performante".
Il consigliere ricorda, inoltre, che, negli ultimi mesi, la destra piemontese e nazionale ha tagliato risorse fondamentali: "Dal Fondo indistinto dei Comuni, a cui la Regione ha tolto 5 milioni di euro per finanziare i caregiver, al contributo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che lo Stato rimborsa solo al 40 per cento, lasciando il resto sulle spalle di consorzi socio-assistenziali e Comuni. Sono scelte infelici, di pura propaganda, che indeboliscono la rete di protezione sociale e scaricano tutto su famiglie e territori".
E non manca un richiamo alla responsabilità: "Stupisce l’uscita di Claudio Sacchetto: dovrebbe ritrovare quell’equilibrio democratico e cristiano che è nel Dna della gente di Granda, invece di difendere un sistema che usa le politiche sociali come manganello ideologico".
"E Cirio dov’è? – conclude Calderoni – Dov’è finito il presidente “buon padre di famiglia”, figlio di quella Langa che tanto diede alla lotta per la libertà e – come ama ricordare – antifascista sin dai banchi del liceo Govone dei Cocito, Chiodi e Fenoglio? Il Piemonte non ha bisogno di propaganda sulla pelle dei più fragili, ma di un governo regionale che ritrovi serietà, rispetto delle persone e l’equilibrio di cui questa terra è sempre stata capace".