NUCETTO - Alpitel di Nucetto, il tema in Consiglio regionale: "La chiusura sarebbe una grave perdita per la valle"

La nota dell'assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, sollecitata dal consigliere albese del PD Maurizio Marello

20/10/2021 15:44

Soltanto un anno fa, grazie alla stipula di un accordo sul contratto di solidarietà per i dipendenti, la chiusura dell’Alpitel, storica azienda di telecomunicazioni di Nucetto acquisita dal colosso Psc, sembrava essere scongiurata. Si è tornati invece a parlare del possibile licenziamento o trasferimento dei 100 lavoratori dell’Alpitel oggi in Consiglio regionale, nell’ambito dei question time, dopo l’incontro non andato a buon fine tra i proprietari dell’azienda e le organizzazioni sindacali. A chiedere cosa la Giunta Cirio intenda fare per evitare la chiusura dello stabilimento nucettese il consigliere del Partito democratico Maurizio Marello.
 
Nessuna organizzazione sindacale ha contatto l’assessorato - precisa in una nota l’assessore al Lavoro Elena Chiorino - le notizie di cui la Regione dispone non indicano alcuna volontà di trasferire i lavoratori in altre sedi, in particolare parliamo dei 50 operai e del loro possibile trasferimento nella sede di Cherasco e dei 50 impiegati presso la sede di Beinasco. Al momento non ci risulta avviata alcuna procedura di licenziamento collettivo, né vi sono state dichiarazioni della proprietà in merito.  Stiamo contattando le organizzazioni sindacali per proporre alle parti di attivare un tavolo regionale dedicato per valutare la situazione e verificare ogni possibile intervento sia a tutela dell’occupazione che del tessuto economico locale”.
 
Si tratta di una importante azienda per la valle Tanaro - ha ribadito nel suo intervento Marello - azienda che dà lavoro a circa 100 persone che sarebbero costrette a trasferirsi nella sede di Beinasco. Senza contare il danno per tutto l’indotto. La chiusura di Alpitel costituirebbe un fatto estremamente negativo per i lavoratori interessati e le loro famiglie, ma più in generale una perdita per l’economia della valle”.

c.s.

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