MONDOVÌ - I vertici di "Navigare" disertano l'incontro al Ministero, nuovo sciopero (anche) a Mondovicino

Il confronto era stato organizzato per cercare una soluzione alla decisione di mettere in liquidazione l'azienda e arrivare al ritiro della procedura di licenziamento collettivo

Redazione 28/07/2021 09:43

Ancora serrande chiuse per sciopero nella giornata di venerdì 23 luglio in tutti i punti vendita Navigare, compreso quello di Mondovicino, dopo che la proprietà ha disertato l'ennesimo incontro al Ministero per lo Sviluppo Economico, indetto per cercare una soluzione alla decisione di mettere in liquidazione l’azienda.
 
L’aggiornamento della situazione in una nota emessa stamattina dalla segreteria cuneese della Filcams Cgil: “All’incontro al MISE tenutosi il 19 luglio erano presenti le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, i rappresentanti di Confindustria, i Sindaci dei territori emiliani di appartenenza dello stabilimento di produzione, Carpi e Rio Saliceto, e l'assessorato al Lavoro di Emilia Romagna dove ha sede Navy Group che detiene il marchio Navigare, ma l'azienda ancora una volta non si è presentata. Un nuovo incontro è previsto per il 28 luglio al Ministero per il Lavoro con l'obiettivo di arrivare al ritiro della procedura di licenziamento collettivo aperta dall'azienda per circa 71 lavoratori”.
La compatta mobilitazione di tutti i lavoratori - prosegue il comunicato - ha sorpreso l'azienda e anche le istituzioni si sono rese conto di come ci siano per la Navigare ben altre strade oltre la liquidazione, quali ad esempio il fondo per la salvaguardia dei marchi storici. Il precipitoso rifiuto da parte dell'azienda di questo sostegno dimostra come la scelta della liquidazione non derivi tanto da una situazione economica insostenibile quanto da una manovra volta ad aumentare i profitti a scapito dei lavoratori, senza minimamente pensare alla continuità produttiva. La mobilitazione dei lavoratori vuole tenere alta l'attenzione di tutti, Istituzioni e opinione pubblica, su una vicenda che ha risvolti decisamente opachi, a partire dal fatto che a oggi non è dato sapere chi si celi dietro la Società Fiduciaria che detiene l'80 % delle quote di Navy Goup e che l'ostinato silenzio di Massimo Brunetti, fondatore del marchio e detentore del 20% delle quote, sicuramente non aiuta a chiarire. Come organizzazione sindacale riteniamo che l'atteggiamento di chiusura dell'azienda nei confronti dei lavoratori e delle Istituzioni non sia accettabile e auspichiamo che il prossimo incontro al Ministero per il Lavoro produca risultati significativi”.

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