MONDOVÌ - Insulti razzisti da parte di un tesserato, la Monregale: 'Il ragazzo è stato sospeso da ogni attività sportiva'

La società interviene dopo le critiche delle scorse ore: 'Non possiamo tollerare che il nostro nome sia infangato da certi episodi'. Condanna per gli insulti sui social: 'Già sporta denuncia'

Redazione 07/07/2020 15:54

La nostra società si è fin da subito fortemente dissociata dal gravissimo episodio che ha visto protagonista M.R.. Essendo quest’ultimo un suo tesserato, la Monregale ha condannato tale episodio (pur non avendo alcuna rilevanza con l’attività sportiva, ma essendo contrario ai nostri valori etici) e ha fatto quel che poteva, cioè sospendere immediatamente il ragazzo da ogni attività sportiva; sospensione che è tuttora in essere, in attesa di conoscere quali siano i limiti sanzionatori possibili (abbiamo chiesto, a questo scopo, un parere ad un esperto di diritto sportivo, di cui siamo tuttora in attesa), dopodichè emetteremo il provvedimento disciplinare definitivo. Questo è l’unico motivo per cui non avevamo ancora emesso un comunicato ufficiale (ora ci è stato chiesto dai nostri amici e sponsor, per cui lo pubblichiamo volentieri, a scanso di equivoci e per tutelare la loro – prima ancora della nostra – buona immagine)”. Inizia così il post pubblicato su Facebook dalla Monregale Calcio nel pomeriggio di oggi, martedì 7 luglio. Una lunga presa di posizione dopo le feroci critiche delle ultime ore, durante le quali la società monregalese era stata presa di mira sui social, con toni anche pesanti, per le offese razziste e sessiste pronunciate da un suo giovane tesserato in un video pubblicato alcune settimane fa.
 

Tra le critiche rivolte al club monregalese le accuse di non aver preso le distanze dal comportamento del ragazzo e di non averlo sospeso. Fatto smentito dalla Monregale stessa, che fa sapere di aver allontanato non solo il protagonista del video incriminato, anche un altro tesserato: “Allo stesso modo, abbiamo interrotto il rapporto con il dirigente (ormai ex) M.G. (anch'egli coinvolto nella stessa vicenda per alcuni audio, ndr), il quale appunto non fa più parte della famiglia della Monregale. Entrambi i suddetti hanno accettato le sanzioni inflitte, riconoscendo la gravità delle loro (e solo loro) azioni”.
 

Una presa di posizione forte, quella della Monregale, dopo la bufera delle scorse ore, quando il caso è finito anche su testate nazionali: “Siamo una società piccola, ma nel nostro piccolo abbiamo sempre creduto nel valore sociale dello sport e dell’inclusione. Da sempre giocano per noi centinaia di ragazzi, italiani e stranieri, senza aver mai operato alcuna discriminazione. E ce ne facciamo un vanto. Abbiamo sempre aderito a ogni iniziativa sociale per l’inclusione, anche andando oltre il mondo del calcio: a riprova, in tempi non sospetti siamo stati tra i primi a aderire al progetto “Emergenza sbarchi” e per questo siamo stati lodati anche dagli organi di stampa. Per questo motivo, non possiamo tollerare che il nostro nome sia infangato o anche solo accostato a episodi e comportamenti che nulla hanno a che vedere con la nostra attività (e, anzi, sono contrari ai nostri principi). Non possiamo tollerare che venga danneggiata (non solo nell’immagine, ma anche economicamente, mettendo a rischio la sua sopravvivenza) una società che ha un ruolo riconosciuto come fondamentale proprio per l’inclusione, nelle nostre zone.
Grazie a noi, tanti bambini e ragazzi stranieri si sono integrati, hanno imparato uno sport e hanno trovato amici, in una terra in cui sono stati costretti a migrare dalla povertà ed in cui hanno trovato una casa accogliente: Mondovì e il monregalese”.
 

La società, allo stesso tempo, condanna chi nelle critiche è andato oltre con insulti, intimidazioni e minacce. Sui social, come detto, i canali della Monregale sono stati letteralmente inondati da commenti anche decisamente pesanti: “Non siamo e non saremo mai razzisti. C’è stato però chi ha insinuato il contrario, scatenando una vera e propria ondata di insulti e minacce contro di noi, i nostri amici e chi ci aiuta a andare avanti, per cui abbiamo provveduto a sporgere denuncia, per tutelarci e per ottenere giustizia nei confronti di chi continui ingiustamente a offenderci. Tutto questo non riuscirà comunque a impedirci di proseguire nella nostra attività, al servizio dei giovani e dello sport”.

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