MONDOVÌ - Mondovì, accessi auto aumentati del 14% in tre giorni. Il sindaco: ‘Così non va bene’

In città i contagi salgono a 36. Il primo cittadino punta il dito anche contro il lavoro nero: ‘Chi non paga le tasse ha bisogno dei posti letto in ospedale, come gli altri’

Redazione 05/04/2020 17:47

 
Sono saliti a 36 i contagiati da Covid-19 a Mondovì (31 dei quali residenti sul territorio) secondo quanto comunicato nella serata di sabato 4 dal sindaco Paolo Adriano. Si tratta di un dato in crescita importante, spiega il primo cittadino in un messaggio video, che tuttavia non deve allarmare: “Nove di questi casi, in particolare, sono legati alla nota vicenda della casa di riposo villanovese” spiega Adriano, alludendo alla difficile situazione della residenza ‘don Bartolomeo Rossi’.
 
Dal monitoraggio degli accessi auto in città emerge però un aumento consistente del traffico attraverso i varchi: “Se il 1 aprile le auto che hanno transitato a Mondovì erano circa 10mila, il 2 aprile erano più di 11mila e il 3 aprile quasi 14mila. Una crescita del 10%. Questo dati non vanno assolutamente bene perché ci dicono che le persone hanno ricominciato ad andare in giro”. Un riscontro ‘empirico’ a queste affermazioni, aggiunge il primo cittadino, viene dalle numerose segnalazioni dei cittadini: “Così non va bene, perché si rischia di vanificare lo sforzo dei cittadini che da tre settimane sono chiusi in casa e dal personale in prima linea”.
 
In un diverso messaggio, l’amministrazione comunale di Mondovì è intervenuta per raccogliere l’appello lanciato ai sindaci dagli artigiani italiani contro l’abusivismo e il lavoro nero, finalizzato in particolare a contrastare la pratica illecita di attività in questo momento sospese, dall’estetica ai parrucchieri. “A maggior ragione in questa emergenza che mette in ginocchio tante persone - commenta il sindaco - è fondamentale che tutti rispettino le regole. Anche chi non paga le tasse ha bisogno di letti in ospedale, ma se quei letti ci sono è grazie alle tasse che ha pagato tutta la comunità. Rispettiamo le regole”.
 
L’allarme è stato lanciato alcuni fa dalla Cgia di Mestre, ricordando come - secondo l’Istat - i lavoratori ‘invisibili’ in Italia sarebbero 3,3 milioni con 78,5 miliari di fatturato. Le attività in regola che hanno chiuso i battenti per l’emergenza coronavirus sono quindi più che mai nel mirino degli abusivi.
 
A livello territoriale, si stima che nel Nord Ovest gli occupati irregolari siano all’incirca 10,7%, oltre 786mila persone. Un dato molto inferiore a quello quantificato nel Mezzogiorno (18,3%) e nel Centro (13,5%) ma comunque superiore di un punto al 9,7% del più ‘virtuoso’ Nord Est. In Piemonte la realtà del lavoro nero coinvolgerebbe 200mila lavoratori (il 10,6%), generando introiti economici per 5 miliardi di euro.

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