MONDOVÌ - Porte chiuse nei locali climatizzati, l’obbligo imposto a Mondovì non piace a Fratelli d’Italia

Il Comune ha emesso pochi giorni fa un’ordinanza. Critici i meloniani: “Misura punitiva, come se gli esercenti non sapessero che è necessario risparmiare”

a.c. 24/08/2022 12:45

Non piace a Fratelli d’Italia l’ordinanza con cui il Comune di Mondovì ha imposto agli esercenti di chiudere le porte nei locali climatizzati. Tutti gli esercizi commerciali e di somministrazione, nonché gli edifici con accesso al pubblico in generale, sono soggetti alla misura adottata in un’ottica di risparmio dell’energia.
 
La chiusura delle porte di un edificio con accesso pubblico consente di evitare lo spreco di energia, abbattere le bollette e diminuire le emissioni di CO2, il principale gas serra coinvolto nell’aumento delle temperature globali, in coerenza con gli obiettivi del Patto dei Sindaci ha spiegato l’assessore all’Ambiente Gabriele Campora, artefice del provvedimento. Dal partito della fiamma tricolore, all’opposizione a Mondovì, giungono critiche rivolte - più che altro - al metodo: “Apprendiamo con dispiacere che ci sia, da parte della amministrazione attuale, un atteggiamento un po’ prevenuto verso una categoria che contribuisce molto all'economia locale come quella degli esercenti, che tanto ha pagato in due anni di restrizioni imposte dalla pandemia e che sconta, come tante attività, il problema del caro energia. Se è vero che l’ordinanza sul divieto di aprire le porte con i condizionatori accesi avrebbe anche un fine, corretto, cioè quello di incentivare il risparmio energetico, tale misura appare tuttavia più mirata a punire preventivamente determinate attività piuttosto che ad ottenere un vero efficientamento del consumo energetico, come se gli esercenti non sapessero già di quanto sia necessario risparmiare, per quanto possibile, in consumi elettrici”.
 
“Non sarebbe stato meglio - si chiedono gli esponenti di FdI - se l’amministrazione comunale, invece di assumere misure preventive, si fosse attivata con campagne di sensibilizzazione e con una adeguata concertazione con le associazioni di categoria, alle quali va riconosciuta grande professionalità e servizio al territorio?”. Poi una stoccata alla nuova giunta chiamata ad occuparsi dei “problemi, veri, di ordine pubblico e degrado” e una riflessione ulteriore: “Con la burocrazia che impone alle micro e piccole imprese quasi 240 ore all’anno di impegno solo per adempimenti amministrativi, era proprio indispensabile aggiungere un altro onere burocratico alle attività produttive?”.
 
“Se si volesse davvero attuare un serio risparmio energetico, - conclude la nota - sarebbe più appropriato se l’amministrazione attuasse concretamente piani relativi al riscaldamento degli edifici pubblici, si impegnasse per una rapida realizzazione della green community, ed ampliasse la progettualità relativa alla modernizzazione degli impianti di illuminazione pubblica, invece di vessare chi crea lavoro sul territorio, lavora sodo e, in larga parte, rispetta le norme vigenti”.

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