SALUZZO - 'Casa per tutti, ghetti per nessuno': domani a Saluzzo la protesta dei braccianti della frutta

L'iniziativa del movimento 'Enough is Enough' alle 10 di fronte al municipio, sull'onda delle manifestazioni 'Black Lives Matter': 'Anche qui razzismo all'ordine del giorno'

La protesta dei braccianti saluzzesi a luglio del 2019

a.d. 17/06/2020 09:38

Casa per tutti, ghetti per nessuno. Basta razzismo, basta sfruttamento”. Sono questi i due slogan della manifestazione organizzata per domani, giovedì 18 giugno alle ore 10, di fronte al municipio a Saluzzo. Il presidio è stato annunciato sulla sua pagina Facebook da “Enough is Enough - Braccianti in lotta Saluzzo”: “Siamo braccianti agricoli, siamo lavoratori delle campagne saluzzesi, - scrivono - siamo un movimento solidale. Lottiamo per mettere fine al razzismo, allo sfruttamento, alla violenza della polizia”. 
 
L’iniziativa, infatti, arriva sull’onda del movimento “Black Lives Matter”, nato dopo la morte di George Floyd a Minneapolis: “Il video della sua morte ha aperto gli occhi al mondo su uno dei più grossi problemi delle società in cui viviamo: il razzismo”. Secondo gli organizzatori della manifestazione “anche in Italia l’aria è irrespirabile” e “razzismo e violenza poliziesca sono all’ordine del giorno”: “Lo vediamo negli omicidi razzisti che si sono moltiplicati negli ultimi 30 anni, negli accordi con la Libia, nei respingimenti e nei naufragi nel Mediterraneo, negli sguardi e nelle parole di disprezzo sui mezzi pubblici, nelle differenze di salario, nell’accesso differenziato alla sanità e ai diritti di cittadinanza: la lista è lunga”. 
 
La protesta di domani, però, avrà anche carattere ed obiettivi “locali”: “Nel comparto agroalimentare della zona di Saluzzo ogni anno durante la stagione della raccolta noi lavoratori delle campagne, tutti immigrati, viviamo in condizioni pessime, tra accampamenti informali e soluzioni emergenziali di accoglienza del tutto inadeguate e fortemente limitative delle libertà di chi ci vive. Quest’anno, a causa delle misure anti Coronavirus, non viene garantito nemmeno il progetto di accoglienza stagionale gestito in passato dal Comune, e per altro verso viene inviato l'Esercito in modo da assicurarsi che non si creino accampamenti di fortuna. Noi lavoratori, sul cui lavoro si regge la ricchissima economia locale, siamo costretti a dormire all’addiaccio nei parchi, senza doccia, e come se non bastasse con la Polizia che ci ruba le coperte per motivi di decoro pubblico. E ovviamente con condizioni di lavoro tutt’altro che idilliache, stante che non vengono rispettati orari, paghe minime, e contributi previdenziali”. 
 
Insieme al movimento “Enough is Enough” a Saluzzo scenderanno in strada anche altre realtà, sia cuneesi che torinesi, che hanno aderito all’iniziativa chiedendo strutture abitative adeguate per i braccianti e il rispetto delle misure anti Covid. Gli organizzatori del presidio hanno richiesto un incontro al Comune di Saluzzo, cui partecipino tutte le parti in causa: il Prefetto di Cuneo Giovanni Russo, il Sindaco Mauro Calderoni, i primi cittadini dei Comuni limitrofi e i rappresentanti di Coldiretti e Confagricoltura.
 
Calderoni che nella serata di ieri, martedì 16 giugno, è già intervenuto sulla protesta con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: “Saluzzo torna quindi al centro dell’attenzione mediatica, non certo perché un piccolo comune sia l’interlocutore in grado di coinvolgere tutti i soggetti sollecitati o capace di dare risposte esaustive ad una vicenda tanto complessa. Saluzzo è ormai un simbolo e noi, d’altro canto, non ci siamo mai sottratti al confronto ed all’impegno, anche ben oltre le nostre competenze. Nella comunità locale ampiamente intesa, molti soggetti (istituzioni, forze dell’ordine, parti sociali, aziende e terzo settore) contribuiscono generosamente a contenere una situazione da anni fuori controllo”.
 
Quest’anno - prosegue il primo cittadino saluzzese - apprezziamo il piano di monitoraggio del Questore, la nomina di un commissario regionale per gli aspetti sanitari ed il tentativo del Prefetto di formalizzare un protocollo generale, ma finché non si aggiornerà la normativa di settore, le questioni di politica del lavoro e di integrazione continueranno a degenerare in situazioni emergenziali. Doveva essere l’anno delle soluzioni definitive, di un altro progetto, di un’altra velocità, del ‘prima gli italiani’, ma purtroppo non c’è traccia di tutto ciò. I braccianti continuano ad arrivare da fuori regione (indispensabili?), qualcuno trova lavoro, sicuramente non tutti trovano un tetto e un letto”.
 
Secondo Calderoni, insomma, più delle soluzioni emergenziali è necessaria una riforma complessiva del sistema: “L’estrema precarietà del lavoro stagionale non può prescindere da un sistema di collocamento nazionale e da un piano per l’ospitalità per queste forme contrattuali ultra-temporanee. Perché non regolamentare i flussi interni come avviene per quelli dall’estero? Si garantirebbe sicurezza al territorio, manodopera qualificata alle aziende e dignità ai lavoratori. Le narrazioni ormai si sciolgono come neve ai timidi raggi del sole tra un acquazzone e l’altro di questa primavera anomala. Triste il paese che finge di non vedere quanto le proprie regole siano inadeguate e superate dalla realtà”.
 

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