SALUZZO - “Il Modello Saluzzo supporta l’azione a Lampedusa dell’ex questore di Cuneo”

Il sindaco Mauro Calderoni commenta l'operato di Emanuele Ricifari, ora alla guida della Questura di Agrigento: "Da lui un atteggiamento coraggioso e innovativo nella gestione dell'ospitalità dei braccianti"

Mauro Calderoni

Redazione 04/05/2023 17:12

“Negli anni in cui è stato a capo della Polizia di Cuneo l’attuale questore di Agrigento Emanuele Ricifari ha adottato un atteggiamento coraggioso ed innovativo nella gestione dell’ospitalità dei braccianti della frutta e ora mi auguro che possa riuscire a realizzare la riqualificazione dell’hotspot di Lampedusa”. È l’auspicio del sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni per il questore Ricifari, che definisce "uno dei protagonisti di quel 'modello Saluzzo' che con fatica ed impegno sta cambiando il sistema di gestione degli stagionali agricoli, per la maggior parte di origine africana, attraverso il sistema della collaborazione tra istituzioni, enti e imprese con la rete delle Accoglienza diffuse".
 
“È stato per noi sindaci un supporto davvero importante – aggiunge Calderoni -, un rappresentante delle istituzioni sempre disponibile e sempre all’opera, uno a cui rivolgersi per cercare insieme di risolvere le problematiche dei cittadini e per usare approcci innovativi alle questioni irrisolte. Qualità che sono sicuro gli saranno utili nel suo nuovo incarico ad Agrigento dove si occupa anche della “Frontiera sud dell’Europa”, l’isola di Lampedusa da sempre teatro degli sbarchi, da alcuni mesi incrementati tantissimo”.
 
Ricifari è stato alla guida della Questura cuneese negli anni della pandemia e, in particolare, nel 2020 il primo anno del Covid, quando l’incertezza era enorme e il territorio saluzzese si è trovato a dover gestire l’arrivo dei braccianti africani senza norme specifiche e senza certezze dal punto di vista sanitario ed epidemiologico. Nei primi giorni di luglio di quell’anno il questore Ricifari aveva ordinato un controllo di tutti gli stagionali accampati al parco di Villa Aliberti e aveva organizzato la ripartizione dei lavoratori in diversi Comuni del Saluzzese. Dopo quell’episodio, alcuni sindaci erano entrati nel cosiddetto “Protocollo della frutta” coordinato dalla Prefettura, ("Altri continuano tuttora a sviare le richieste di collaborazione delle istituzioni locali delle Terre del Monviso", si legge nel comunicato diffuso dal Comune di Saluzzo).
 
Oggi sono 10 i siti di proprietà pubblica che ospitano stagionali e sono 11 i Comuni aderenti alla rete di alloggiamento straordinario, una delle azioni del “Progetto Ubuntu” di cui il Comune di Saluzzo è stato capofila, finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Torino: "Sforzi enormi dei territori per sopperire a buchi normativi sempre più evidenti. Un Paese che invecchia ha bisogno di lavoratori ed al contempo persone in fuga da guerra e miseria hanno bisogno di un luogo accogliente in cui ricostruirsi una vita. Da troppi anni in Italia si permette che propaganda e populismo incidano su questioni terribilmente serie come la dignità umana, la demografia del Paese, la sostenibilità del sistema produttivo".

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