Riceviamo e pubblichiamo.
In merito allo studio dell’Università Bocconi sulla sanità pubblica piemontese, utile alla redazione del nuovo Piano sanitario regionale, vorremmo esprimere alcune considerazioni sul quadrante Saluzzo-Savigliano. Poco meno di 10 mila accessi al PS di Saluzzo nell’ultimo anno (9.451 per l’esattezza, di cui il 52% di codici verdi e bianchi) non sono pochi, considerando che da circa cinque anni esso lavora sulle 12 ore.
Soprattutto tenendo conto che la struttura saluzzese ha accolto utenti che altrimenti sarebbero andati altrove, in particolare al PS di Savigliano, dove - con circa 42 mila accessi - la situazione è oggettivamente molto difficile, per gli utenti stessi come per gli operatori.
In attesa del nuovo ospedale di pianura, che verosimilmente vedrà un unico PS, la salvezza dei due esistenti potrebbe forse essere la specializzazione. Ad esempio ci risulta rilevante il dato che vede numerosi accessi ai due PS per traumi e corpi estranei all’occhio. Perché quindi non fare convergere queste casistiche su Saluzzo, rafforzando la struttura oculistica che in città ha anche una lunga tradizione?
Così l’ospedale. Perché non fare poche cose ma farle bene, con conseguente maggiore qualità, come si sta cercando di fare in ambito chirurgico? In attesa che Saluzzo diventi un grande hub territoriale di servizi, oltre che Casa ed Ospedale di Comunità – come promesso dai vertici di ASL Cuneo 1 – va trovata una sintesi la difesa campanilistica di una scatola che rischia di essere vuota (perché mancano le risorse, in primo luogo umane) e il cinismo di un algoritmo che non guarda in faccia nessuno, nemmeno se è anziano e vive su territori estesi.
I Consiglieri comunali di Saluzzo
Capitini, Conte, Damiano, Daniele, Giordana e Sanzonio