SALUZZO - 'Nelle condizioni attuali situazione degli stagionali della frutta a Saluzzo è ingovernabile'

Il sindaco Mauro Calderoni scrive al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: 'Non è a livello comunale che si può risolvere tale problematica'

r.c. 13/09/2018 11:25

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dal sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni sulla tematica della gestione dei migranti stagionali della frutta. Una lettera inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministeri del Lavoro, dell'Interno e delle Politiche Agricole, alla presidenza di Anci, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, alle segreterie di Cgil, Cisl e Uil, ai parlamentari cuneesi, al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e al Prefetto di Cuneo.
 
Illustrissimi signori,
Vi scrivo per inquadrare un fenomeno che da anni interessa la nostra piccola comunità, unica realtà del Nord, insieme ad altre situazioni più diffuse al Sud. Il Saluzzese infatti è uno dei principali distretti frutticoli d'Italia e dal Dopoguerra è storicamente mèta di lavoratori stagionali in cerca di occupazione nella raccolta della frutta.
 
Da qualche anno assistiamo a numerosi arrivi di persone di origine africana, in possesso di regolare permesso di soggiorno, che integrano la manodopera residente e quella reperita col sistema dei flussi, specie nei periodi di punta. Per costoro, a differenza del sistema dei flussi, non c'è obbligo di accoglienza presso i datori di lavoro.
 
E' così che centinaia di persone giungono ogni anno nel Saluzzese in cerca di una speranza di lavoro, anche solo per pochi giorni. Questo fenomeno inizialmente ha sorpreso la nostra comunità. Siamo stati impreparati ad accogliere così tanti individui. Poi abbiamo provato a rimboccarci le maniche per far fronte ai tanti arrivi di persone prive di ogni appoggio o sistemazione.
 
Insieme alla Caritas, alla Coldiretti, ai sindacati, alle forze dell'ordine, alle associazioni di volontariato e ai tanti singoli di buona volontà, abbiamo allestito, per quanto nelle nostre possibilità, una rete di accoglienza. Caritas ha realizzato un campo con tende, servizi igienici, docce e punti cottura, ma i numeri sono stati superiori alle attese.
 
L'anno dopo abbiamo aumentato i posti disponibili, ma ancora una volta gli arrivi si sono rivelati superiori. Anche quest'anno la stagione della raccolta non era ancora entrata nel vivo e già si vedevano persone accampate sotto una viale della nostra cittadina.
 
Una situazione che non garantisce il minimo di dignità ai lavoratori stagionali ed espone la nostra comunità a rischi igienico sanitari e di ordine pubblico, nonostante, per l'anno in corso, il comune abbia anche allestito un dormitorio per quasi 400 persone, contribuendo così al rispetto della legalità e disincentivando situazioni di caporalato.
 
Come amministratore comprendo di non avere strumenti adeguati per affrontare una simile emergenza. Anche come persona devo ammettere che la buona volontà spesso non basta. Eppure non siamo una comunità arrendevole: facciamo ogni sforzo, ma servono strumenti nuovi che inquadrino questo fenomeno e ci consentano di provare a gestirlo.
 
Non si può più continuare a sottostimare questa situazione: occorre evitare gli annuali viaggi della speranza di chi fa migliaia di chilometri in cerca di un lavoro ed affrontare la disparità di trattamento tra lavoratori del sistema flussi e gli altri.
 
Bisogna mettere a fuoco che migliaia di persone si muovono legittimamente sul territorio italiano, in forza di un regolare permesso di soggiorno, cercando e svolgendo i lavori più pesanti e meno appetibili, evitando così che una questione di politiche del lavoro degeneri in emergenza umanitaria o nel caporalato che alimenta situazioni di degrado ed illegalità.
 
Sulla base degli elementi raccolti nei diversi anni in cui abbiamo dovuto fronteggiare il fenomeno, riteniamo che sia necessario ed urgente l'intervento del legislatore per introdurre misure finalizzate a garantire l'accoglienza in azienda ed elementi minimi di regolazione del mercato del lavoro stagionale.
 
Un sistema che consenta la definizione dei fabbisogni sul territorio e dei meccanismi di incrocio tra domanda ed offerta di lavoro eviterebbe la necessità della ricerca “porta a porta” e consentirebbe di arginare la migrazione interna da un territorio all'altro, che tante ripercussioni negative comporta sulle realtà di volta in volta interessate.
 
Quel che è certo è che nelle condizioni attuali la situazione è ingovernabile e collassa inevitabilmente sulle comunità locali, con rischi di crisi di rigetto evidenti e pericolose per la tenuta dei rapporti sociali.
 
La stagione della raccolta volge al termine, ma tra pochi mesi se ne avvierà un'altra. Occorre intervenire tempestivamente allora, affinchè la nostra comunità possa intravvedere una soluzione e l'argomento non rimanga al più elemento di propaganda nell'imminente campagna elettorale poichè, chiunque governi Saluzzo, non è a livello comunale che si può risolvere tale problematica.
 
Mauro Calderoni – sindaco di Saluzzo


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